Una “pro-choice” inglese contro la violenza dei promotori dell’aborto
- Ultimissime
- 30 Mag 2011
Una nota giornalista “pro-choice” inglese, Deborah Orr, ho preso posizione su recenti fatti di sopruso di militanti dell’aborto sui difensori della vita.
Nonostante i cosiddetti “pro-choice” siano sempre più una minoranza, come riportano alcuni sondaggi (cfr. Ultimissima 3/3/11 o Ultimissima 26/3/11), i tentativi per impedire la difesa della vita nascente sono molto numerosi e spesso violenti. E’ accaduto qualche giorno fa anche in Italia durante il Salone del Libro di Torino, ne abbiamo parlato in Ultimissima 20/5/11.
Su The Guardian però la Orr ha riconosciuto che «è perfettamente legittimo essere anti-abortisti. E’ una posizione del tutto rispettabile. Sono appassionatamente pro-choice, e credo che la scelta debba essere difesa in questo dibattito. Se la gente sceglie di credere che l’aborto sia sbagliato, è quindi abbastanza giusto. Se vogliono provare a convincere gli altri che il loro punto di vista è corretto, hanno tutto il diritto di farlo».
La giornalista dice che comunque «la vita non vincerà mai, perché è contro la scelta. La logica è dalla parte dei pro-choice. Una lunga storia di disperazione, squallore e la tragedia dimostra come sia pericoloso negare l’accesso delle donne a semplici procedure mediche che ci offrono il controllo delle nostre vite, i nostri corpi e la pianificazione delle nostre famiglie». Argomento molto discutibile, tuttavia subito dopo riconosce che «non è comunque possibile chiamare se stessi “pro choice” e poi impedire a coloro che non sono d’accordo di esprimere il loro parere opposto. E’ un ossimoro. Poi si chiedono perché vengono chiamate “naziste”». La Orr ammette di aver «avuto due aborti» e di non essere «orgogliosa di questo. Sono stata sciocca e irresponsabile entrambe le volte, e così sono stati gli uomini coinvolti». Ricorda anche che dopo l’operazione provò «un sollievo immenso, meraviglioso, come l’essere liberati dalla prigione». Non si capisce se la prigioniera della gravidanza fosse lei, oppure se più legittimamente lei era solo l’aguzzina della vita che portava in grembo.
6 commenti a Una “pro-choice” inglese contro la violenza dei promotori dell’aborto
Per fortuna c’è ancora chi ha sprizzi di intelligenza anche in quella cultura…ovviamente nel finale ritorna ad essere violenta.
E’ pazzesco come critichi la violenza fisica ma poi alimenti quella verbale! E senza accorgersene nemmeno.
Tipo quando dice che “life will never win the argument, because it is anti-choice”…!! Meglio scegliere piuttosto che far vivere! Ma siamo pazzi?
Vuole dire che se una scelta viene imposta non è scelta…
L’autore dell’articolo si lascia andare a commenti veramente di parte non è possibile evitare di commentare in questo modo?
Credo che l’autore dell’articolo fa quel cacchio che gli pare dato che il blog è suo…non credi che dobbiate cercare di moderare la vostra volontà di dittatura?
No…parla di vita. Mi sembra che il tuo commento sia troppo di parte. Non riesci ad evitare di schierarti in modo così apertamente?