L’ateo Hitchens apprezza la Bibbia e il suo ruolo nella storia

Uno dei guru della religione atea internazionale, lo scrittore Christopher Hitchens, ha recentemente reso omaggio alla Bibbia di Re Giacomo (versione anglicana), riconoscendone e apprezzandone il contributo che ha dato alla letteratura inglese.

«Anche se sono a volte restio ad ammetterlo, c’è davvero qualcosa “senza tempo” nella Bibbia», ha dichiarato Hitchens nel suo commento su Vanity Fair. «Per generazioni ha fornito un patrimonio comune di riferimenti e allusioni, paragonabile solo a Shakespeare. E’ risuonata nella mente e nei ricordi delle persone alfabetizzate, così come di coloro che l’hanno impararta solo ascoltando».

L’autore di “Dio non è grande” è da tempo malato di cancro e recentemente ha dichiarato di avere pochi mesi di vita, nonostante il prezioso aiuto che sta ricevendo dal suo amico Francis Collins, genetista a capo del National Hearing Care e devoto cristiano (cfr. The Christian Post 28/3/11).

Hitchens ha anche citato un passo del libro del Nuovo Testamento, la Lettera ai Filippesi, che ha letto durante il funerale di suo padre. Ha discusso circa l’aggiornamento appena realizzato e si è anche lamentato dell’eclissi progressiva della Bibbia di Re Giacomo, in mezzo alla moltitudine di diverse traduzioni e versioni differenti in circolazione: «Una cultura che non possiede un substrato comune di immagini e allegorie sarà pericolosamente sottile», ha dichiarato.

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