Il cosmologo Martin Rees vince il Premio Templeton 2011

Il vincitore del Premio Templeton 2011, riconoscimento assegnato a quanti si sono distinti nella ricerca di Dio, nella spiritualità e nell’ambito della conoscenza scientifica, è stato vinto dal cosmologo ed ex presidente della Royal Society, Martin Rees.

Rees è considerato tra i più grandi scienziati viventi. Non si dichiara religioso, anche se ammette di andare in chiesa e di sentirsi bene (cfr. The Guardian 7/4/11), frequentare infatti la cappella universitaria dell’Università di Cambridge ogni settimana (cfr. Csmonitor.com, 6/4/11).  Ritiene di essere «un prodotto della cultura e dell’etica cristiana della Chiesa anglicana in cui sono stato allevato. Sono andato in una scuola, dove tutti andavamo in chiesa. Sono stato molto influenzato da questa cultura e apprezzo grandemente la tradizione estetica e musicale della Chiesa di Inghilterra nella quale sono cresciuto. Sono un sostenitore della Chiesa d’Inghilterra come istituzione: ritengo che siamo particolarmente fortunati perché due suoi arcivescovi, John Sentamu e Rowan Williams, persone con modi di pensare completamente diversi, sono entrambi individui rimarchevoli, che hanno notevolmente risollevato gli standard del dibattito pubblico nel Regno Unito. Quindi, non credo ci sia incompatibilità tra scienza e fede. Ci sono molti cosmologi che sono credenti: solo che io non sono tra loro» (cfr. Radio Vaticana 7/4/11).

Dichiara anche di essere sempre stato attratto dalle grandi domande anche se non pretende di dedurre dalla scienza delle verità generali e assolute sul cosmo e sulla vita. Ha iniziato la sua carriera assieme a Stephen Hawking ed ha spesso criticato la posizione conflittuale di Richard Dawkins e degli altri “atei professionisti” nei dibattiti su scienza e religione. Ha preso le distanze anche da Hawking e dalle sue dichiarazioni sulla non necessità di ipotizzare un Dio creatore: Rees conosce bene Hawking per sapere che «ha letto poco filosofia e meno ancora teologia», e perciò ritiene che le sue opinioni in proposito non debbano essere considerate più di tanto. Personalmente non è disposto a pronunciarsi su questi temi e ritiene avventati gli scienziati che lo fanno (cfr. Il Sussidiario, 8/4/11).

Robert Williams, presidente della International Astronomical Union, ha commentato dicendo che Rees «è una persona insolita in quanto egli tocca costantemente temi spirituali senza affrontare esplicitamente la religione. Non so se sia un teista, per esempio» (cfr. The Huffington Post, 6/4/11).

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12 commenti a Il cosmologo Martin Rees vince il Premio Templeton 2011

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  1. Lucax ha detto

    Complimenti a Rees…c’è proprio bisogno di questi uomini “di buona volontà”

  2. Flavio ha detto

    Il cosmologo identifica la posizione della maggioranza dei non credenti nel mondo. Persone molto vicine alla chiesa ma che hanno difficiltà a credere, vuoi per pigrizia, vuoi per lo scetticismo e il nichilismo che pervade le fibre della società…

  3. Francesco B. ha detto

    La cosa che più colpisce di questo scienziato secondo me è l’umiltà, dote importante per uno studioso del suo campo.

    • Novi ha detto in risposta a Francesco B.

      Ho notato anch’io questa cosa. Siamo abituati a parlare dell’estremismo ateo, ma in realtà ci sono grandi persone che dovrebbero avere molto più spazio, spesso rubato loro dai vari scientisti fondamentalisti (odifreddo, dawkins e tutta la combriccola di pazzi furiosi)

  4. Efrem ha detto

    Mi sembra molto più che un ateo devoto, no?

  5. gabriele ha detto

    l’uaar non è contenta , appoggiava degli invasatei
    http://www.uaar.it/news/2011/04/09/premio-templeton-assegnato-astronomo-battaglia-fra-scienziati-atei/
    continuate a votare il sondaggio su http://www.uaar.it/ , votate su ‘è vero’

  6. DanteCattolico ha detto

    Uffa, Credo, sei proprio cieco!!!
    Ti ho detto il sito per l’esorcismo e nemmeno mi ascolti!!!
    Ecco qua il link: http://www.centrosangiorgio.com/
    e se vai su armi celesti trovi anche le preghiere esorcistiche!!!!

  7. Marina ha detto

    Bravi questi scienziati! Niente ideologia, niente dogmatismi…liberi e aperti alla verità. Si fa scienza solo perché si vuole rispondere in qualche modo al desiderio di significato in ognuno di noi. Chiediamoci il perché è così per tutti!

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