Il Nobel Arno Penzias: «Darwin e il Multiverso? Da verificare»
- Ultimissime
- 25 Mar 2011
Esattamente 2 anni fa, il 25/3/09, il premio Nobel Arno Penzias, scopritore della radiazione cosmica di fondo (l’eco del Big Bang), teneva un suo sorprendente discorso al Festival della Matematica di Roma. In una serata dal titolo “Meditazioni cosmiche”, ha dialogato con un altro grande fisico, il compianto Nicola Cabibbo (allora Presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze). Gli argomenti affrontati da Penziasi sono stati: i limiti della ricerca scientifica, la non credibilità della Teoria della Stringhe e del Multiverso, l’unicità dell’essere umano e l’inefficacia del super-acceleratore di Ginevra. Insomma, un’interessante approccio non riduzionista.
CERN E MULTIVERSO. Partendo dall’acceleratore di Ginevra, ha detto: «E’ impossibile che il celebrato super- acceleratore «Large hadron collider» di Ginevra risolva gli interrogativi sulle origini dell’Universo. Non potrà mai eguagliare le straordinarie potenze che si generarono al momento del Big Bang e sarà costretto a rimanere milioni di milioni di milioni di volte al di sotto della soglia decisiva». Evocando il mondo piatto, a 2 sole dimensioni, di «Flatland», il famoso romanzo-provocazione del XIX secolo, Penzias ha contestato quelli che considera eccessi della fisica e della cosmologia. Le teorie che vanno per la maggiore sulle dimensioni multiple e la «vulgata» sulla molteplicità degli universi gli appaiono costruiti sulla sabbia, come le certezze sulle teorie dei numeri di Russell e Whitehead, poi sconfessate dalle deduzioni di Gödel: «Fu lui a stupire tutti, spiegando che gli assiomi della matematica non possono provare la mia stessa esistenza». E ha ribadito l’impensabilità di simulare le origini del cosmo. «Non mi aspetto di certo che lo faccia una macchina come l’Lhc a Ginevra». Ricordiamo che l’ipotesi del multiverso viene strumentalizzata in chiave filosofica antireligiosa per sostenere la non unicità del nostro Pianeta rendendo così privo di senso il postulare un Creatore.
SCIENZA E FEDE. Accennando al dialogo tra scienza e fede, ha dichiariato che lo spazio per ciò che non è scienza c’è, eccome: «è essenziale che tolleriamo il disaccordo», ha detto con voce stentorea. Lui si definisce un non-credente profondamente religioso, convinto della ragionevolezza del seguente principio espresso da Thomas Jefferson: il progresso della scienza – sosteneva uno dei padri fondatori degli Stati Uniti – ha bisogno di libertà economica e anche di libertà intellettuale, compresa quella religiosa. E’ così che la democrazia politica si modella in un insieme coerente con i progressi di quella che oggi si chiama «tecno-scienza». La scienza abbandonata a se stessa a Penzias non piace affatto. L’ha accennato con pudore, ma è universalmente noto come nel XX secolo si siano compiuti orrori assoluti nel suo nome (lui è ebreo).
L’UOMO NON E’ SIMILE A SCIMPANZE’. Penzias ha riconosciuto così l’esistenza di ampi territori di mistero, che legano la nostra natura non unicamente razionale alle nostre origini di scimpanzé non soltanto altruisti, ma anche capaci di una vasta gamma di sentimenti sofisticati. «Siamo la prova delle contraddizioni della vita: sappiamo molto più di quanto riusciamo a provare. L’evoluzione dell’uomo è ancora un processo in parte inspiegabile: molti indizi confermano che non siamo affatto simili agli altri animali». L’evoluzione dell’uomo, come ha spiegato Penzias, è ancora un processo in parte inspiegabile e comunque anche lui preferisce discostarsi dall’accettazione radicale e integralista al meccanicismo darwinista, promosso da ambienti neodarwinisti per fini filosofici antiteisti. L’articolo è preso da Tuttoscienze.
14 commenti a Il Nobel Arno Penzias: «Darwin e il Multiverso? Da verificare»
Fa piacere che c’è un riduzionista in meno! Cmq anche postulando il Multiverso non è affatto insensato come dicono il ruolo di Dio, ma si sposta semplicemente il problema.
Non ho ben capito cosa significhi essere “non-credente profondamente religioso”…
Che il suo ateismo non preclude la ricerca di una verità più grande e profonda in barba agli atei riduzionisti che sanno già tutto. Insomma la sua scienza è caratterizzata da una continua ricerca simile alla continua ricerca di Dio dell’uomo. Almeno così la interpreto io 🙂
Concordo. D’altraparte la scienza può esistere se esiste una regola, delle leggi che regolano la realtà. Le leggi nascono da un’intelligenza e non dal caos o dal caso (che è proprio l’opposto di ordine). Quindi la possibilità stessa dell’esistenza della scienza dimostra l’esistenza di Dio.
Ciao Lucy, se posso intervenire ho letto in un libro-intervista che Penzias ricerca un senso profondo nell’universo fisico e che è stato felice di scoprire l’inizio (la radiazione cosmica), se cosi si può chiamare, del nostro universo e che sarebbe rimasto deluso e triste all’idea di constatare la mancanza di uno scopo o di un obbiettivo finale in esso.
Quindi forse la religiosità di cui parla consiste in questo ricercare uno scopo..
Disse anche che l’orrore che ha subito da bambino (l’olocausto) gli impedisce di vedere un Dio compatibile con il nostro mondo..punti di vista… però è sempre bello vedere come gli scienziati siano i primi a ricercare il senso delle realtà che studiano.
Il che dimostra che non è la scienza ad allontanare dalla fede, ma che purtroppo le tragedie del mondo rischiano di allontanarci da Dio.
Comunque mi piace l’onestà intellettuale di Penzias e la sua apertura mentale. =)
Grazie Francesco e Diletta e grazie a tutti!
Condivido questo approccio diffidente, la questione di darwin è decisamente aperta e la selezione naturale sempre più considerata poco protagonista anche nella microevoluzione. Bisogna andare con i piedi di piombo, anche se capisco che l’ateismo debba trovare in qualche modo qualche ragione extra fideistica…
premetto che non me ne intendo molto, ma esistono grandi scienziati (non Telmo pievani per intenderci) che non la pensano come Penzias?
Sì, ce ne sono moltissimi, su questo sito ce n’è un elenco, basta cercarlo. Un esempio per tutti, tra quelli ancora viventi? Antonino Zichichi, grande scienziato e grande cristiano.
No aspetta…dico proprio l’opposto. Esistono grandi, ma grandi scienziati che ritengono di approcciarsi al darwinismo in modo radicale e omnicomprensivo per la micro e la macro evoluzione? Cioè che la selezione naturale risponda veramente a tutte le domande che possiamo farci dell’uomo. E che non consideri significativo il rapporto tra scienza e fede.
l’altruismo, la carità cristiana del “senza nulla in cambio è la scatola nera del riduzionismo ateo. Per questo Madre Teresa È la persona che odiano di più dopo il Papa
come la diffamano duramente madre teresa!
su youtube girano video di interviste a diffamatori che sostengono che ella fosse noncurante dei bambini di calcutta e che, addirittura, fosse atea.
una bella sequenza di cavolate 🙂
Apprezzo molto l’approccio critico nei confronti della vulgata evoluzionista da parte di un eminente scienzato come Penzias. Purtroppo è merce assai rara dopo decenni di sottile indottrinamento. Il mistero della vita e della varietà delle forme viventi non può essere ridotto a trite e banali favolette. Solo per fare un esempio: qualcuno di voi ha conosciuto un animale marino che ambisse ad emanciparsi dal suo ambiente naturale per conquistare le terre emerse? Ogni essere è in sé un capolavoro già inserito nel suo giusto contesto. Una formica è forse meno evoluta di un ramarro? Ognuno svolge la sua parte, in ossequio ad un piano che sfugge ai mortali ma non al Cielo.