USA, la Corte Suprema respinge ricorso contro il motto «In God we trust»
- Ultimissime
- 21 Mar 2011
La Suprema Corte degli Stati Uniti ha deciso di non ascoltare il ricorso in appello di Micheal Newdow, un invasateo famoso negli USA per aver perso finora tutti gli attacchi alla chiesa e ai simboli cristiani. Questa volta se l’è presa con il motto “In God We Trust” (“noi confidiamo in Dio“) presente su tutte le banconote e monete americane. Lo riporta il sito del Washington Post.
Il ricorso alla Corte Suprema era stato intentato contro il precedente pronunciamento della Corte di San Francisco, la quale aveva stabilito che “la frase è cerimoniale e patriottica e nulla ha a che fare con le istituzioni religiose”. Newdow non è comuque il primo ad intentare una causa contro il famoso motto, ufficiale dal 1956, sebbene i sondaggi dicano che il 90% della popolazione è favorevole a quell’iscrizione sulle monete. Tutti i precedenti ricorsi sono però stati bocciati con motivazioni analoghe a quelle del caso di Newdow.
L’ateo Micheal Newdow, oltre ad essere lo zimbello del gruppo, è anche attivo ministro della Universal Life Church, un’associazione religiosa americana.
Aggiornamento 23/3/11
Micheal Newdow ha dichiarato che la sua battaglia contro il Pledge of Allegiance, il motto americano in cui è contenuta la frase “sotto Dio”, dopo la durata di dieci anni (in cui ha ovviamente sempre perso) è ufficialmente “terminata” (cfr. The Christian Post)
8 commenti a USA, la Corte Suprema respinge ricorso contro il motto «In God we trust»
a parte che in quel paese lì ci si aspetterebbe che sia:
“in GoLd we trust”, queste battaglie sono ridicole!
Lo dico davvero, alla Papessa Hack, a Pippa Odiofreddo & Company,
MA TROVATEVI UN LAVORO SERIO!
ma non hanno nulla da i fondamentalisti?
Troviamo qualcosa da fare ai razionalisti!!!!!!!!
tipo smacchiare i ghepardi o pettinare le bambole (gonfiabili, nel loro caso)
Un altro ottimo precedente a cui gli Stati potranno fare riferimento. Questo ateo membro di una chiesa secolarizzata è forse uno dei più coerenti che conosca.
Al momento l’attivita’ meglio riuscita ai membri dell’UAAR e’ quella della censura sul loro blog.
Provate a fare delle discussioni e, nel giro di poco venite schedati e censurati.
D’altraparte loro stessi sono stati schedati dalla Digos, cioè l’antiterrorismo. Dovranno sfogarsi con qualcuno no?
troviamo un passatempo per questi razionalisti pensionati