Chi ha dato di più alla cultura? Ateismo o cristianesimo?

Sul noto sito americano The American Culture è apparsa un’interessante riflessione sull’ateismo. Ci si chiede: «Guardando il film “La vita è meravigliosa”, qualcuno si sarà sicuramente chiesto: potrebbe un ateo o una cultura atea aver prodotto un film del genere?». La domanda sembra superficiale ma in fondo non lo è affatto. Molti atei e agnostici moderni, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, ritengono che la religione sia un’illusione pericolosa (si veda gli argomenti di Hitchens ecc..).

Ma quanto esattamente l’ateismo ha dato al mondo? Forse il contribuito più importante è stato l’Illuminismo, arenatosi però presto nella ghigliottina e nel terrore francesce, alveo pure del razzismo, come spiegano ad esempio lo storico del razzismo ebreo Lèon Poliakov nel suo “Il mito ariano” (Editori Riuniti 1999) e George Mosse in “Il razzismo in Europa” (LaTerza 2007). Gli illuministi arrivarono a progettare una teoria scientifica della razza (in Italia abbiano ad esempio Cesare Lombroso), in dichiarato contrasto verso l’insegnamento biblico (“tutti fratelli poiché figli di un unico Padre”). Nuova visione dell’uomo che -è dimostrato- ispirò Hitler e la cultura ariana: «Le culture che gli ariani fondarono sono quasi sempre determinate dalle razze sottomesse. La teoria ariana si iscrive bene nella tradizione anticlericale e antioscurantista e fa parte dei primi tentativi delle scienze umane, che cercando di fondare i loro metodi sul modello delle scienze esatte, si impegnavano in quest’epoca nel loro secolare impasse meccanicistico e determinista» (L. Poliakov, “Il mito ariano“, Editori Riuniti 1999, pag. 245-246). A questo proposito si veda: l’approfondimento: Razzismo ed eugenetica nascono nell’ateismo materialista. I nemici della fede religiosa -continua l’articolo- si appassionano citando i morti dell’Inquisizione, c’è chi dice 2000/3000 persone. Ma anche se parlassimo di 30mila o 300mila, tale numero non è nemmeno paragonabile all’universo di vittime causato dall’ateismo sponsorizzato dagli stati totalitari del XX secolo. Il Novecento è il secolo dell’esplosione atea ed è anche quello degli stermini di massa, con circa 45 milioni di perseguitati dalla Germania al Messico, dall’Unione Sovietica alla Cina, dalla Corea a Cuba. L’ateismo del Novecento non è solo la negazione filosofica dell’esistenza di Dio, bensì la volontà consapevole e chiara di costruire una società senza e contro di Lui. Diventa una forma di religiosità immanente che ha generato uno a uno tutti gli ingredienti delle dittature totalitarie: il razzismo biologico, il nazionalismo come culto e sacralizzazione della patria, il social-darwinismo, l’eugenetica e il social-comunismo. Le masse ideologizzate e secolarizzate del ‘900 chiedono così allo Stato, al dittatore, ciò che chiedevano un tempo a Dio. Così le peggiori atrocità mai compiute nella storia sono state compiute da celebratissimi atei dichiarati e/o feroci anticristiani come Stalin, Lenin, Mao, Pol Pot, Castro, Tito, Mussolini, Hitler, Trotskij, Hoxha, Ceausescu, Milosevic, Jim Il Sungecc ecc.. Tutti tentarono di creare l'”uomo nuovo” e in ogni dittatura venne (ed è ancora presente in Cina e Corea) istituito l’ateismo come religione di Stato. Quindi, continua l’articolo, in una gara a chi ha prodotto più male, l’ateismo non ha rivali. «La visione atea e secolarizzata ha prodotto più di 100 milioni di vittime in un solo secolo, un numero impressionante che i nostri amici atei semplicemente ignorano». Come spiega anche l’illustre storico  (non credente) Ernesto Galli della Loggia: «le masse del Novecento erano masse secolarizzate, liberatisi dalla presenza della religione e della trascendenza, pronte a seguire qualsiasi idea generale che si presentasse con dei caratteri in qualche modo surrogatori della vecchia fede religiosa. Sempre la secolarizzione, la perdita di rapporto di fede con la trascendenza è poi all’origine dei progetti di onnipotenza e di deificazione dell’umanità che hanno caratterizzato le due principali ideologie totalitarie di questo secolo: il nazionalsocialismo e il comunismo» (E. Galli della Loggia, “Novecento: il tempo dei miti”, Lineatempo, 2/9/97).

Dalla parte opposta, chiunque può notare come la cultura cristiana abbia donato al mondo l’arte, la musica, i più bei pezzi della letteratura e i più grandi scienziati di sempre. «Qualcuno pensa veramente che l’ateismo avrebbe potuto produrre uno Shakespeare? O un Bach? O un Michelangelo o Rembrandt?», sostiene l’articolista. E che dire di Dante, Galilei, Manzoni, Newton, Beethoven, Copernico ecc..? Chi è stato a salvare i documenti e le conoscenze dell’antichità? I monaci medievali e la Chiesa cattolica. Sapremmo molto poco dell’Antica Grecia e di Roma senza di loro. E il metodo scientifico? I fondamenti della scienza moderna, confermano gli storici, sono stati prodotti da uomini di fede in un Dio creatore personale. E’ stata questa visione del mondo ad avere dato i presupposti per l’indagine scientifica (a questo proposito si veda “L’origine della scienza è nel cristianesimo”). Gli ospedali e le opere di carità? I primi sono stati avviati dai cristiani (basta vederne il simbolo, “la croce” e i nomi dei Santi che ancora oggi porta la stragrande maggioranza degli ospedali), e la seconda è riconosciuta come un elemento centrale del vivere una vita cristiana. E così l’alfabetizzazione universale e le scuole. E’ dimostrato che 106 delle prime 108 università fondate negli Stati Uniti sono state create da cristiani per insegnare, tra le altre cose, la fede cristiana. Queste comprendono Harvard, Yale, Princeton, e l’Università di Pennsylvania. La stessa cosa in Europa e perfino nel resto del mondo, dove le Università furono fondate dai missionari cristiani. L’argomento è comunque molto vasto che ci riserviamo un approfondimento in un secondo momento. Per ora concludiamo con le parole dell’articolista: «senza la fede cristiana l’America non sarebbe stata fondata sulla libertà», e gli Stati Europei non avrebbero nulla da condividere.

38 commenti a Chi ha dato di più alla cultura? Ateismo o cristianesimo?

  • Matilde ha detto:

    Certo che ci vuole del coraggio a sostenere che la religione è il male del mondo!! Poi da che pulpito ragazzi…

  • Piero ha detto:

    Azzzzz….articolo che farà venire le scalmane dei nostri amici ideologicizzati…complimenti all’onesta di Galli della Loggia!

    • Lucy ha detto:

      Vedrai che arriveranno a tirare in ballo perfino berlusconi….vecchi ateocomunisti ideologizzati!

      • Enrico da Bergamo ha detto:

        Più che ateocomunisti sono atei amorali. Berlinguer rispettava Santa Maria Goretti e la poneva come esempio, i soci UAAR la irridono.

        • Lucy ha detto:

          No, scusa Enrico…non sono ateocomunisti in generale ma sono quelli disillusi, quelli che hanno puntato nel comunismo per creare l’uomo nuovo opposto al cristianesimo e che hanno fallito miseramente. Io ho 33 anni ma se vedi i leader del laicismo sono tutti vecchi assatanati, uaarini compresi….è tutta gente in pensione, vedi quel vigile delle ostie, odifreddi, dawkins, la hack, hitchens, augias, la bonino,pannella, è tutta gente con un piede nella fossa…sono i vecchi agitatori del 68 miseramente disillusi…

          • Luk ha detto:

            Vero questo, ma in parte .
            Credo che i promotori dell’antiteismo attuale abbiano sì tra le loro fila come hai detto tu personaggi d’una certa età e ideologia, ma alla stessa maniera, ho quasi come la sensazione che possano contare e vertere anche su generazioni un po’ più vicine, quelle post sessantottine e di inizio anni 80, la dove sono nati e cresciuti i frutti di educazioni scriteriatamente libertarie e anticlericali, e che oggi, sempre con l’illuminata rappresentanza dei vecchi saggi che idolatrano e che pongono quali esempi di gran preparazione e competenza esperienziale agli occhi dei più, di fatto gestiscono e promuovono con veemenza dal basso l’odio e l’ateismo più sfrenato con i trucchi e i mezzi propri al tempo,tentando di far presa ovviamente là dove c’è il vuoto familiare, l’indifferentismo e il sincretismo religioso, la mancanza di una trasmissione reale da genitori a figli della Fede e dei suoi fondamenti … .
            Per dirti, non è stata la Hack che ha tirato fuori di prima persona lo sbattezzo online, le campagne d’odio e gli insulti per le piazze, le iniziative e la vera e propria militanza dottrinale, di gente che se ne va in giro con le magliette ua*r, le bandiere, gli insulti brutali e irridenti al Papa e ai Credenti, ma proprio coloro i quali sono nati in un contesto religioso e tradizionale indebolito proprio qual’è quello del post-sessantotto, modernista … persone che dunque non hanno remore o problemi a dire blasfemie, a insultare, bestemmiare, che sanno giocare bene le proprie carte legate ai mezzi di comunicazione odierni, e che fanno dell’ateismo una vera e propria nuova religione da diffondere, per far sì che riescano a imporlo a livello generale attraverso la derisione e la riduzione a mito del Cristianesimo in sè .
            A capo di tutto ciò ci sono ovviamente i tali che hai citato, che fomentano, aizzano e scatenano, ma coloro i quali possono preoccupare di più sono i “giovani”, quelli che sanno dove e come toccare certi tasti per accalappiare, i fondamentalisti che hanno appreso e superato la lezione dei loro maestri e che, grazie ad una situazione di per sè già depressa dalla secolarizzazione, riescono a far percepire molto più che in passato come vicino e tutto sommato buono, un mondo privo del Dio Cristiano .

            • Enrico da Bergamo ha detto:

              Io vedo dai commenti alle ultissime che si tratta di giovani, tra cui anche omosessuali dichiarati, accecati dall’odio contro il clero cresciuti in famiglie che non definirei necessariamente atee ed non mi stupirei se i loro genitori sono all’oscuro delle loro frequentazioni in internet. Certo i soci più anziani probabilmente non frequentano meno il sito anche per questioni di dimestichezza con internet.
              Ricordiamoci poi che Pannella e Bonino non sono legati come storia al comunismo, ma all’anticlericalismo liberale e massonico.
              Ricordo inoltre che il rinnegare le promesse battesimali avveniva anche prima del 68.

            • Lucy ha detto:

              Questo è vero, ti do ragione. Non vedo però nessun giovane che possa sostituire i vecchi ateo-comunistoni che infestano l’Italia con sette razionalsite ed editoriali di Repubblica. E la storia insegna che finiti i leader tutto si sfascia e cambia. E’ semrpe accaduto così, ovviamente tranne nel cristianesimo dove è andata addirittura all’opposto.

        • iena ha detto:

          quale sarebbe l’esempio, tanto per capire?

          • Francesco Santoni ha detto:

            Santa Maria Goretti stessa era l’esempio, la sua vita. Ovvio. Mi sa che tu non riesci a capire quello che leggi. Ma non c’è un moderatore qui? Possibile che dobbiamo sopportare una tale esibizione di ottusità? Al Grande Fratello fanno discorsi più intelligenti di questo Iena.

          • Lucy ha detto:

            Ma cos’è un rutto o una scurengia? O forse è il verso degli animali razionalisti? I guardiani dell’uaar dovrebbero tornare a prendersi qualcuno…

  • Matilde ha detto:

    Articolo che fa molto pensare…

  • Enrico da Bergamo ha detto:

    Il fatto è che il cattolicesimo è realtà, l’ateismo?Chi contribuisce più alla cultura chi è aderente alla realtà oppure chi non lo è?

  • iena ha detto:

    mi pare che il film “ipazia” abbia dato molto più alla cultura da solo rispetto a tutta la immensa mole di film filoreligiosi strapagati e stracelebrati da critici venduti

    • Francesco Santoni ha detto:

      Peccato che il film Ipazia non abbia niente a che vedere con la storia reale.

      • iena ha detto:

        voi avete distrutto la biblioteca di alessandria, ucciso ipazia dopo averla torturata, distrutto tutto ciò che aveva scritto, ma non potete cancellarla dalla storia e soprattutto non potrete mai cancellare il libero pensiero

        • Francesco Santoni ha detto:

          Voi chi? Ma non dire stupidaggini e vai a studiare seriamente la storia di Ipazia. Tanto per dirne una: ma lo sai che era una filosofa di scuola neoplatonica (tutto il contrario di una filosofia atea pertanto) e che molti suoi allievi erano Cristiani? Studia studia studia studia studia. Tutti così gli uaarini, pezzi di ignoranti patentati.

          • iena ha detto:

            il fatto che fosse neoplatonica giustificava la tortura e l’assassinio?
            io forse ti ho scritto che ipazia era atea?
            gli sgherri del vescovo cirillo uccisero Ipazia e naturalmente anche per questo crimine cirillo fu fatto santo

            • Francesco Santoni ha detto:

              Non erano sgherri di San Cirillo, questo è semplicemente falso. Ed ovviamente è un’idiozia dire che sia stato fatto santo per questo.

            • MattiaPalmieri ha detto:

              Quali sono le tue fonti iena? Il sito dell’uaar? A chi stai “credendo” quando affermi queste cose?

        • Giorgio P. ha detto:

          Il film su Ipazia, di vero, ha solo la sabbia egiziana (e neanche troppa).
          Per info vedi https://www.uccronline.it/?s=ipazia&x=0&y=0
          Comunque, vorrei solo dire che di Ipazia nessuno se ne importava fino a quando non fu usata per la propaganda anticattolica. A nessuno importa del suo insegnamento (andato perduto) e della scuola neoplatonica. Importa solo che, secondo alcuni, fu uccisa dai cristiani (e non è così), dunque va usata contro i cristiani, alla stregua di Giordano Bruno (che si riteneva un mago), e Galileo (cattolicissimo fino alla fine, condannato a dire i salmi penitenziali una volta a settimana, una pena davvero empia).

          “Cercate la verità, e la verità vi farà liberi” disse qualcuno…

          • MattiaPalmieri ha detto:

            E’ stato Voltaire a creare la leggenda di Ipazia, come tante altre d’altraparte…

            • Francesco Santoni ha detto:

              Credo che sia stato John Toland (1670-1722) il popolarizzatore di Ipazia in funzione anticristiana.

          • Michele ha detto:

            Per non dire poi che Bruno si rivolta nella tomba ogni volta che viene nominato in nome dell’ateismo.
            Sai com’è, dire che Bruno era ateo equivale a dire che Copernico sosteneva la tesi di Tolomeo.

        • AndreaPanico ha detto:

          Secondo alcune teorie , la Bibblioteca di alessandria, e’ stata distrutta almeno in una buona , sfortunata parte , da Giulio Cesare ovvero , tra il 25 A.C. e il 20 A.C.
          Quindi non dare la colpa a noi.

        • Lucy ha detto:

          Iena mi dimostri che Ipazia è esistita veramente per favore?

    • MattiaPalmieri ha detto:

      Ipazia? Ma è esistita veramente? E le prove?

  • Giovanni ha detto:

    Non ho letto l’articolo (e mi scuso) non perché non meriti, anzi, ma perché vorrei – forse con un poco di presunzione – portare la mia esperienza. Da tempo vivo e condivido le dimensioni di povertà del Sud del Mondo. Sono centinaia di milioni di persone che, spesso, debbono affidarsi ad altri per sopravvivere. Non ho mai incontrato un ateo, tra chi si occupa di questi fratelli preziosi, se non nel 1969 in Burundi: un volontario francese gentilissimo che si chiamava Ivo e che, guarda caso, lavorava con i Missionari.
    Questo è tutto.

    • Francesco Santoni ha detto:

      L’ateo moderno è infatti ben rappresentato dalla figura che Ortega y Gasset definiva “signorino soddisfatto”: “Questo personaggio, che adesso bazzica in ogni parte e dovunque impone la sua intima barbarie, è, in effetti, il bimbo viziato della storia umana. Il bimbo viziato è l’erede che si comporta esclusivamente come erede. Oggi l’eredità è la civiltà – le comodità, la sicurezza, insomma, i vantaggi della civiltà. Come abbiamo visto, soltanto dentro l’agiatezza vitale che essa ha fabbricato nel mondo può sorgere un uomo costituito da quell’insieme di caratteristiche, ispirato da quel temperamento. E’ una delle tante deformazioni che il lusso produce nella materia umana. Saremmo tentati di credere illusoriamente che una vita nata in un mondo comodo sarebbe migliore, sarebbe più vita e di qualità superiore rispetto a quella che consiste precisamente nel lottare con la scarsità. Però non è così: e per ragioni assai rigorose e arcifondamentali che qui non è il caso di enunciare. Adesso, invece di queste ragioni, basterà ricordare il fatto sempre ripetuto che costituisce la tragedia di tutta l’aristocrazia ereditaria. L’aristocratico eredita, cioè, trova attribuite alla sua persona alcune condizioni di vita che egli non ha creato, e perciò che non si producono organicamente congiunte alla sua esistenza personale e particolare. Si trova fin dalla nascita installato, immediatamente e senza sapere come, nel mezzo della sua ricchezza e delle sue prerogative. Egli non ha, intrinsecamente, nulla a che vedere con esse, perché non derivano da lui. Sono la gigantesca coperta di un’altra persona, di un altro essere vivente, il suo antenato. E deve vivere come erede, vale a dire, deve usare la coperta di un’altra vita. E allora? Che vita si accinge a vivere l’aristocratico ereditario, la sua o quella del primo avo? Né l’una né l’altra. E’ condannato a rappresentare l’altro, e, pertanto, a non essere né l’altro né se stesso. La sua vita perde, inesorabilmente, d’autenticità, e si tramuta in pura rappresentazione o finzione di un’altra vita. La sovrabbondanza di mezzi che è obbligato a maneggiare non gli lascia vivere il suo personale destino, atrofizza la sua esistenza. Ogni vita è la lotta, lo sforzo per essere se stessa. La difficoltà in cui mi imbatto per realizzare la mia vita sono, precisamente, quelle che destano e mettono in movimento le mie attività, le mie capacità. Se il mio corpo non mi pesasse, io non potrei camminare. Se l’atmosfera non mi opprimesse, io sentirei il mio corpo come una cosa vaga, spumosa, fantasmatica. Così nell'”aristocratico” ereditario, tutta la sua personalità va svanendo, per mancanza d’uso e di sforzo vitale. I1 risultato è quella specifica insipienza delle vecchie nobiltà che non somiglia a nulla, e che, a rigore, nessuno ha descritto ancora nel suo interno e tragico meccanismo – l’interno e tragico meccanismo che conduce ogni aristocrazia ereditaria alla sua irrimediabile degenerazione.

      E questo sia detto soltanto per contrastare la nostra ingenua tendenza a credere che la sovrabbondanza dei mezzi favorisca la vita. Tutto il contrario.”

    • MattiaPalmieri ha detto:

      Caro Giovanni, l’esperienza personale vale più di mille articoli!!! Gli atei non si occupano di queste cose e non se ne sono mai occupati. Se lo fanno è per poter dire: “avete visto? anche noi facciamo le missioni non è prerogativa di voi cristiani”. Invece gli invasatei, che non sono gli atei di cui ho grande rispetto, essendo in gran parte social-darwinisti non possono aiutare i deboli perché in questo modo si ostacolerebbe la selezione naturale. Ora si capisce l’odio verso i santi e madre teresa di calcutta?

      • Giovanni ha detto:

        Caro Mattia, che dire? Grazie mille della tua gentilezza, anch’io tendo a considerare l’esperienza personale importante. Tornando all’argomento principale (cristianesimo versus ateismo),il mio piccolo pensiero è chi non ha non può dare e chi non vuole ricevere non può ricevere.
        Questo atteggiamento comporta, oggettivamente, senza alcun giudizio o, peggio, pre-giudizio, una scarsa attitudine, dell’ateo, a guardarsi intorno seriamente ed a rendersi conto di dove sorge il sole. Mi spiace per loro, davvero, anche perché non ho mai sentito dire, appunto da un ateo: sono felice. Qualche cristiano l’ho sentito. Sono oggettivamente tristi perché sono soli.Io prego per loro tutti i giorni (prego anche per i fratelli nella fede, ovvio).

        • Lucy ha detto:

          “chi non ha non può dare e chi non vuole ricevere non può ricevere”. Come non essere d’accordo con te? In realtà alcuni atei (che noi abbiamo imparato a chiamare “invasatei”) e non gli atei in generale di cui comunque ho una certa stima, non solo ci ossessionano col fatto che loro sono più felici ma addirittura lo scrivono sugli autobus e sui manifesti pubblicitare. Che è proprio il modo in cui agirebbe una persona tremendamente sola e triste se volesse convincere di essere felice. Chi è lieto nel cuore lo si vede e non ha bisogno di dire “siamo tanti e siamo tutti, tutti molto, ma molto felici”. Sbaglio?