I malati in stato vegetativo e di minima coscienza potranno presto comunicare

Due scienziati, Cruse e Owen, del Medical Research Council and Brain Sciences Unit di Cambridge, hanno pubblicato un articolo, ripreso da Pubmed, in cui evidenziano come i risultati degli studi di neuroimaging negli ultimi anni «hanno profondamente cambiato il nostro modo di pensare e la minima coscienza stato vegetativo». Studi di risonanza magnetica funzionale hanno dimostrato che alcune funzioni cognitive di livello elevato, come la comprensione del linguaggio e la sua sorgente, sono conservate nei pazienti con disturbi della coscienza. Metodi simili hanno anche permesso ad un paziente, considerato in stato vegetativo, di comunicare. Queste nuove tecniche, continuano gli studiosi, aprono una nuova direzione di ricerca nello sviluppo di dispositivi più sofisticati di comunicazione che possono essere utilizzati anche da pazienti in stato vegetativo. Concludono i due ricercatori: «A nostro parere tali dispositivi potrebbero presto permettere ai pazienti che non mantengano sufficienti abilità cognitive di comunicare». La scienza progredisce (in Ultimissima 10/12/10, spiegavamo ad esempio che l’ecografia 4D, la quale aiuta a mostrare il feto per quello che realmente è, sta facendo cambiare idea a molti abortisti) e fra pochi anni i laicisti, per rimanere coerenti, dovranno abbandonare e scagliarsi contro ciò che ora è il loro feticcio.

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