Gianna Jessen, donna abortita per i diritti della donna

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Drammatica testimonianza di Gianna Jessen, una donna americana sopravvissuta all’aborto, impostole in nome dei diritti della donna. Una vicenda che sfida l’impianto strutturale della legittimazione morale dell’interruzione di gravidanza


 

La sua scioccante testimonianza è molto diffusa all’estero.

Si tratta di uno sconvolgente discorso rilasciato l’8 settembre 2008 davanti al Parlamento australiano.

L’autrice è Gianna Jessen, 24enne americana che è stata abortita perché ritenuta indegna di vivere, ed è invece miracolosamente sopravvissuta.

 

Gianna Jessen, sopravvissuta all’aborto

Sua madre, come racconta Jessen nel video, si è rivolta a Planned Parenthood in California, il più grande ente abortista del mondo, quando era al settimo mese di gravidanza. Un aborto tardivo come ne vengono fatti a migliaia.

Consiste nell’iniezione di una soluzione salina nell’utero della madre, la quale viene inghiottita dal bambino corrodendolo letteralmente, dentro e fuori. La madre partorisce così un corpo morto entro 24 ore.

Questo è quanto è capitato a Gianna Jessen, la quale è però riuscita a sopravvivere (e come lei tanti altri), probabilmente anche perché il medico abortista non era presente in quel momento.

Da quando ha conosciuto la sua storia è diventata una paladina pro-life, iniziando ad accettare inviti provenienti da ogni parte del mondo per salvare quanti più bambini possibili.

 

Una donna abortita in nome del diritto della donna

Il video di Gianna Jessen che vi mostriamo qui sotto è una potente testimonianza (i sottotitoli sono in italiano).

 

Ecco alcuni passaggi della sua testimonianza:

«Sono felice di essere viva. Sono quasi morta. Ogni giorno ringrazio Dio per la vita. Non mi considero un sottoprodotto del concepimento, un pezzo di tessuto, o un altro dei titoli dati ad un bambino nell’utero. Ho incontrato altri sopravvissuti all’aborto, sono tutti grati per la vita. Quando parlo, non parlo solo per me stessa, ma per gli altri sopravvissuti ed anche per quelli che non possono parlare. Oggi, un bambino è un bambino, quando fa comodo. È un tessuto o qualcos’altro quando non è il momento giusto. Lo slogan oggi è: “Libertà di scelta, la donna ha il diritto di scegliere“, e intanto la mia vita veniva soppressa nel nome dei diritti della donna. Tutta la vita è un dono del nostro Creatore, dobbiamo onorare il diritto alla vita. La morte non ha prevalso su di me… ed io sono così grata.»

 

Autore

La Redazione

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