Leader abortista accusata per un falso allarme bomba. Voleva incolpare i pro-life

La direttrice di una struttura abortista americana, Linda Mansueto, dovrà affrontare una causa federale per aver intenzionalmente darto “informazioni false e fuorvianti” alle autorità, dichiarando un falso allarme bomba presso la sua clinica. La Mansueto ha dichairato di aver sentito un tichettio proveniente da un pacchetto sospetto. Ma dopo che l’edificio è stato evacuato, gli artificieri della polizia non hanno ritrovato alcun pacchetto, nè alcun ordigno esplosivo. Secondo i funzionari la leader abortista potrebbero affrontare fino a cinque anni di carcere. Il repubblicano Mike Ritze ha riferito all’Associated Press (AP) che l’allarme bomba era parte di un tentativo di dipingere gli avversari pro-life come soggetti pericolosi: «O lo ha fatto per danneggiare l’opposizione o ha tentato di distogliere l’attenzione dall’industria dell’aborto». Effettivamente senza argomenti ragionevoli, l’unica alternativa per far prevalere la propria ideologia è quella di screditare in qualunque modo gli avversari. Infatti, come riporta Tony Lauinger, vice president del National Right to Life Committee, prima della rivelazione del “falso allarme”, i sospetti erano immediatamente ricarduti sugli attivisti pro-life americani.

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