Il miracolo di Lanciano e le analisi scientifiche

Tra tutti i miracoli eucaristici, quello di Lanciano (Abruzzo), avvenuto nel 700 circa, è il più antico e documentato. L’unico, nel suo genere, ad essere stato autenticato senza riserve dalla comunità scientifica (compresa la commissione dell’Organizzazione mondiale della Sanità), a seguito di rigorose ed accurate analisi di laboratorio.

La vicenda.
Il prodigio in questione accadde a Lanciano (Abruzzo), nella piccola Chiesa dei Santi Legonziano e Domiziano tra il 730 e il 750, durante la celebrazione della Santa Messa presieduta da un monaco basiliano. Egli, subito dopo la transustanziazione, dubitò che le specie eucaristiche si fossero realmente trasformate nella carne e nel sangue di Cristo, quando, improvvisamente, sotto gli occhi dell’attonito frate e dell’intera assemblea dei fedeli, la particola e il vino mutarono in un pezzo di carne e in sangue. Quest’ultimo si coagulò in breve tempo e prese la forma di cinque sassolini di color giallo-marrone (su EdicolaWeb si può trovare una descrizione più dettagliata).



Analisi scientifiche.
1) Dopo alcune analisi sommarie effettuate nel corso dei secoli, nel 1970 le reliquie poterono essere studiate da un esperto di fama internazionale, il Prof. Odoardo Linoli, docente in Anatomia e Istologia Patologica ed in Chimica e Microscopia Clinica, nonché Primario Direttore del Laboratorio di Analisi Cliniche e di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Arezzo. Linoli, coadiuvato dal Prof. Bertelli dell’Università degli Studi di Siena, dopo i doverosi prelevamenti, il 18/9/70 eseguì le analisi in laboratorio e rese pubblici i risultati il 4/3/71 in una relazione dal titolo “Ricerche istologiche, immunologiche e biologiche sulla Carne e sul Sangue del Miracolo Eucaristico di Lanciano” (le conclusioni sono visionabili anche sull’enciclopedia Wikipedia1 e Wikipedia2. Egli stabilì che:

2) I due campioni prelevati dall’ ostia-carne erano costituiti da fibre muscolari striate non parellele (come quelle muscolari scheletriche). Questo e altri indizi certificarono che l’elemento esaminato era, come la tradizione popolare e religiosa aveva da sempre ritenuto, un pezzo di “carne” costituito da tessuto muscolare striato del miocardio (il cuore).

3) I campioni prelevati dal coagulo di sangue erano costituiti da fibrina. Grazie a diversi test (Teichmann, Takayama e Stone & Burke) e analisi cromatografiche venne certificata la presenza di emoglobina. Le parti coagulate erano quindi effettivamente costituite da sangue coagulato.

4) Grazie al test immunoistochimico della Reazione di Precipitazione Zonale di Uhlenhuth, si stabilì che, sia il frammento di miocardio che il sangue, appartenevano certamente alla specie umana. Il test immunoematologico della reazione detta di “assorbimento-eluizione”, stabilì invece che entrambi appartenevano al gruppo sanguigno AB, lo stesso ritrovato sulle impronte anatomiche anteriore e posteriore del corpo dell’uomo della Sindone.

5) Le analisi istologica e chimico-fisica dei campioni prelevati dalle reliquie non hanno rilevato alcuna presenza di sali e composti conservanti, comunemente impiegati nell’antichità per il processo di mummificazione. Inoltre, al contrario dei corpi mummificati, il frammento di miocardio è stato lasciato allo stato naturale per secoli, esposto a forti escursioni termiche, ad agenti fisici atmosferici e biochimici e, nonostante questo, non si nota nessun accenno di decomposizione e le proteine di cui sono costituite le reliquie si sono mantenute completamente integre.

6) Il Prof. Linoli ha escluso categoricamente la possibilità che le reliquie siano un falso architettato nel passato, in quanto ciò avrebbe presupposto la conoscenza di nozioni anatomiche umane molto più avanzate di quelle diffuse tra i medici del tempo, le quali avrebbero consentito di rimuovere il cuore di un cadavere e di dissezionarlo al fine di ottenere un frammento di tessuto miocardico perfettamente omogeneo e continuo. Inoltre, nel volgere di un brevissimo arco di tempo, esso avrebbe subito necessariamente una grave e visibile alterazione per deliquescenza o putrefazione.

7) Nel 1973 il Consiglio superiore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, O.M.S./O.N.U. nominò una commissione scientifica per verificare le conclusioni del medico italiano. I lavori durarono 15 mesi con un totale di 500 esami. Le ricerche furono le medesime di quelle effettuate dal prof. Linoli, con altri complementi. La conclusione di tutte le reazioni e di tutte le ricerche confermarono ciò che già era stato dichiarato e pubblicato in Italia.

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