Il filosofo Severino: «l’ultimo libro di Richard Dawkins? Una grande delusione»
- Ultimissime
- 01 Giu 2010
Questa volta non possiamo che essere d’accordo con Emanuele Severino, forse uno dei filosofi italiani più conosciuti al mondo. Dopo una buona trattazione tra il rapporto di filosofia e scienza, sul Corriere della Sera, ha parlato del nuovo libro dell’instancabile paladino dell’ateismo moderno, Richard Dawkins (quello che vuole arrestare il Papa durante il viaggio in Inghilterra a fine anno, per capirci). Neodarwinista convinto (sic), intollerante e fondamentalista, ha scritto (in coincidenza con l’uscita di “Gli errori di Darwin“, scritto da due atei evoluzionisti) in “Perché Darwin aveva ragione” (Mondadori 2010): «Le prove a favore dell’evoluzione aumentano di giorno in giorno e non sono mai state più solide. Esse dimostrano come la “teoria” dell’evoluzione sia un fatto scientifico e in quanto tale incontrovertibile». In modo convincente Severino critica lo scientismo e rileva che quel che rimane oscillante e alla fine oscuro in queste pagine è proprio il concetto di «prova», di «fatto scientifico», di «incontrovertibilità». Usando principi filosofici e non scientifici, Dawkins, si serve di un linguaggio enfatico per dare risalto al suo discorso, ma, tirate le somme, risulta inoffensivo. Per non parlare di continue contraddizioni: egli dice che “solo i matematici sono in grado di dimostrare davvero qualcosa”, e poi spiega che «nel resto del libro dimostrerò che l’evoluzione è un fatto inconfutabile». Ma lui non è un matematico e non parla di matematica, quindi il suo libro non matematico non dimostra «davvero» che l’evoluzione sia un fatto inconfutabile. Severino conclude descrivendo il perché della totale delusione dal libro dell’ateologo e sottolinea, analizzando il pensiero di Dawkins, che egli ha paradossalmente proprio dimostrato che l’esistenza dell’evoluzione è soltanto «ipotesi» (per non parlare dell’ormai defunto darwinismo).
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