Massacro di Porzus del 1945: solita ideologia ateo-comunista

Dopo che Avvenire, attraverso lo storico Paolo Simoncelli, ha indicato l’insostenibilità della “relazione” per cui la strage di partigiani cattolici di Osoppo avvenuta a Porzus è stata riconosciuta come “bene di interesse culturale”, il ministero dei Beni culturali ha posto rimedio e ha chiesto che «sia revocato il provvedimento della direzione regionale del Friuli Venezia Giulia, in quanto le motivazioni storiche non appaiono condivisibili». Il massacro di Porzus, avvenuto il 7 febbraio 1945 e’ un ennesimo caso dei crimini del comunismo: l’esecuzione capitale di venti componenti della Brigata Osoppo, formazione di orientamento cattolico e laico-socialista, da parte di alcuni partigiani gappisti, partigiani alle dirette dipendenze del PCI, capeggiati dall’anticlericale Mario Toffanin. Le accuse alla Osoppo erano, tra le altre, quelle di osteggiare la collaborazione con il dittatore Josip Broz Tito e di aver dato rifugio a Elda Turchetti, una giovane accusata di essere spia per i tedeschi, rivelatasi poi innocente nel processo del 1 febbraio del 1945. Il comandante della Osoppo era Francesco De Gregori, zio del cantautore romano. I corpi furono ritrovati nel giugno del 1945 da monsignor Aldo Moretti, il partigiano “Lino”, Medaglia d’oro al valor militare e uno dei fondatori delle Divisioni Osoppo. Dopo l’esecuzione Mario Toffanin e i suoi sottoposti, stilarono una precisa relazione dei fatti. Toffanin fu inizialmente condannato a morte e poi all’ergastolo. I dirigenti del PCI sostennero che la responsabilità dell’azione era da imputarsi interamente a Toffanin, ma poi ne faciliteranno il trasferimento in Jugoslavia. Nel luglio del 1978 sarà graziato dall’ateo comunista Sandro Pertini.

Aggiornamento 3/6/10: Il Sussidiario informa che lo storico del PCI, Paolo Spriano, ha pubblicato le istruzioni che diede Palmiro Togliatti nel 19 ottobre 1944: «Noi consideriamo come un fatto positivo, di cui dobbiamo rallegrarci e che in tutti i modi dobbiamo favorire, la occupazione della regione giuliana da parte delle truppe del maresciallo Tito. I comunisti devono prendere posizione contro tutti quegli elementi italiani che si mantengono sul terreno e agiscono a favore dell’imperialismo e nazionalismo italiano e contro tutti coloro che contribuiscono in qualsiasi modo a creare discordia tra i due popoli».

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