Marie Stopes, Hitler e la pubblicità dell’aborto in televisione
- Ultimissime
- 26 Mag 2010
Qualcuno si indigna quando si collegano gli attivisti per l’aborto al nazismo. Ma le accuse sembrano tutt’altro che infondate. La rete lobbysta Marie Stopes International gestisce in Gran Bretagna 8 cliniche per aborti e ha fatto partire recentemente una campagna pubblicitaria pro-aborto in TV, aggirando il divieto dichiarandosi non profit nonostante il fatto che effettui servizi privati a pagamento (oltre ai costi per la consultazione telefonica e del consulto personale, al contrario delle associazioni pro-life che sono assolutamente gratuite). Il Daily Mail nel 2008 aveva però fatto notare che Marie Stopes era una “fanatica che ammirava le opinioni naziste sulla razza e sull’eugenetica. Non solo, ma era un’appassionata di Adolf Hitler, al quale mandò una lettera d’amore e un libro di poesie. Inoltre su Wkipedia si legge che l’anticlericale Stopes diseredò il figlio Harry per il fatto di aver sposato una donna miope, ovvero un «essere geneticamente difettoso». Nel 1935 partecipò al Congresso Internazionale per la Popolazione Scienza di Berlino, tenutasi sotto la nazista regime. Più di una volta venne accusata di essere anti-semita da altri pionieri del controllo del movimento di nascita, come Havelock Ellis. Prima di morire lasciò i suoi beni alla Eugenic Society. Il Telegraph del 28 agosto 2008 porta un titolo significativo: «A Marie Stopes si perdona il suo razzismo eugenetico perché era anti-life».
L’avvocato bioeticista Gianfranco Amato ha dichiarato a Il Sussidiario che “in Italia ad un’organizzazione come Marie Stopes International non sarebbe mai stato erogato un solo euro di fondi pubblici e sarebbe stata bandita dalla televisione di Stato, per il solo fatto del nome che porta. Marie Stopes è stata una delle più deliranti figure nel campo dell’eugenetica del XX secolo. Essa ha invocato la sterilizzazione «dei soggetti totalmente inadeguati alla riproduzione» e ha teorizzato il concetto di «purificazione della razza».
Innumerevoli cliniche pro-aborto sono intitolate senza vergogna a questa signora, ritenuta tra l’altro la paladina inglese dell’aborto e dei cosiddetti movimenti “pro-choice” (o anti-life). Nessuna presa di distanza è mai avvenuta e questo la dice lunga sull’aberrante ideologia degli abortisti e della cultura della morte.
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