Ecco i problemi delle “coppie di fatto”

Il professor Angelo Serra è un genetista e biologo di fama internazionale, già organizzatore dell’Istituto di Genetica Umana e del Servizio di Citogenetica Clinica del Policlinico “A. Gemelli” e membro di diverse Società Scientifiche e Accademie Internazionali e Nazionali, tra cui: la New York Academy of Sciences, l’American Society of Human Genetics, la Pontificia Accademia per la Vita e la British Society of Cell Biology.

Su Zenit.it  ha presentato il libro scritto da Cristina Rolando, avvocato specializzata in diritto familiare e minorile, ricercatrice nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma e docente di Istituzioni di Diritto Privato presso la Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, intitolato Famiglia di fatto. Problema giuridico e di bioetica relazionale (Cantagalli 2008).

1) Le coppie di fatto violano il principio di uguaglianza costituzionale. La studiosa sostiene che è inammissibile equiparare la situazione del matrimonio ai “rapporti di fatto” che sono di tipo occasionale e finalizzati all’esercizio della sessualità. I “conviventi” vogliono “legarsi” e “non legarsi”, che per il diritto sarebbe un paradosso. Tutto ciò erode e distrugge il senso dell’uomo e dei suoi valori. I Contratti di Unione Solidale (CUS) trasformano la situazione di fatto in situazione di riconoscimento giuridico, violando il principio di uguaglianza costituzionale che impone di equiparare nel trattamento giuridico soltanto situazioni identiche.

2) Non c’è alcuna necessità di regolarizzare le coppie di fatto. I dati ISTAT 2006 dicono che le “coppie di fatto” in Italia costituiscono soltanto il 3,9% dei 22 milioni di nuclei familiari, ammontando cioè a 564.000 “coppie di fatto”, delle quali soltanto 10.000-15.000 potenzialmente interessate a realizzare la propria condizione. La Rolando quindi sottolinea che piuttosto occorre: «tutelare le nuove generazioni mediante l’attuazione dei diritti fondamentali previsti dalle convenzioni internazionali: nella specie, avere una famiglia e fruire di un rapporto costante, assiduo e stabile con il padre e la madre».

3) Occorre aiutare gli omosessuali ma non modificare la costituzione. Il genetista e bioetico Serra conclude dicendo: «i dati offerti dalle scienze biologiche, nel loro insieme, costituiscono un coerente complesso di osservazioni le quali indicano che nella spiegazione causale del fenomeno omosessuale non può essere esclusa una componente biologica. In realtà, l’omosessuale è un malato che non è da segregare, ma si deve cercare di curare per una correzione e modificazione possibile, anche se – al momento – ancora difficile e ardua. È solo da sottolineare che è una situazione la quale esige un grande rispetto che ne impedisca l’emarginazione».

2 commenti a Ecco i problemi delle “coppie di fatto”

  • meg ha detto:

    Non garantire la possibilità di unirsi agli omosessuali è una violazione dell’uguaglianza personale. Perché qualcuno può ufficialmente unirsi ad altri mentre loro no?

    Perché tentare di curare, correggere e modificare gli omosessuali?

  • SammyGammyOstero ha detto:

    “Non garantire la possibilità di unirsi agli omosessuali è una violazione dell’uguaglianza personale”.

    L’uguaglianza personale non esiste nel diritto della costituzione, per cui non esiste violazione.

    “Perché qualcuno può ufficialmente unirsi ad altri mentre loro no?”
    Perché si viola il principio di uguaglianza costituzionale che impone di equiparare nel trattamento giuridico soltanto situazioni identiche.

    “Perché tentare di curare, correggere e modificare gli omosessuali?”
    Devi chiederlo al genetista. Io posso rispondere: perché esistono molti altri che dicono di essere guariti e, assieme a molti psichiatri e genetisti parlano dell’omosessualità come una patologia affettiva, mentre nessun soggetto o studio ritiene l’eterosessualità una malattia, quindi si presume che sia la strada corretta e naturale dell’espressione sessuale.