Lo psicoanalista Umberto Silva: «il cristianesimo è più vivo che mai»

Umberto Silva è un noto scrittore e psicoanalista italiano. In un articolo su Il Foglio spiega perché si sbaglia quando si parla di scristianizzazione dell’Europa. Innazitutto parla di chi voleva far fuori Cristo e si è fatto fuori da solo: «lo stesso Nietzsche ha avuto modo di sperimentarlo: il suo genio perse forza proprio quando osò sfidare Cristo, finendo nel delirio. Pazzia cercare di uccidere in un colpo solo il Padre, il Figlio e lo Spirito; cosa rimane poi? Gesù Cristo, naturalmente, Lui mai si dilegua, Lui sempre generoso. Difficile spuntarla con Uno così».

Siamo davvero sicuri di stare assistendo alla secolarizzazione del cristianesimo, oppure silenziosamente il Secolo si sta cristianizzando? Continua il professore: «laddove meno lo si aspetta Cristo risorge. Solo l’occhio pigro e mortifero si accontenta di Satana, della fatuità con cui il principe del mondo lo intrattiene. Osiamo guardare in faccia il Figlio, accogliendolo in tutta la sua violenza, perché è Cristo, più vivo che mai, carico di doni e di interrogativi. Lui è “l’ospite inquietante”, non quel nichilismo di cui parlano Nietzsche e i suoi discepoli. Il Figlio mina le certezze, porta un pensiero che mai ci darà pace. Il nichilismo viceversa non inquieta affatto, è rassicurante, dice che tutto è accaduto e nulla più accadrà, invita a tirare a campare, assecondando la voglia di morte eterna, mors tua vita mea e così via sogghignando».

Un messagio agli anticristiani: «Non sforzatevi troppo, signori, la chiesa può morire, Cristo no. “E’ solo un mito”, sorridono gli snob, fingendo d’ignorare che niente è più reale, corpo e sangue, di un mito. Come la lancia di Parsifal la verità di Cristo trapassa i secoli superbi e sciocchi dove gli eventi clamorosi giacciono in putredine. Anche se tra cent’anni nessuno più si ricordasse di Gesù, Lui continuerà a risorgere in ciascuna parola, immagine, opera, in ciascun moto del cuore».

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