Gli studi di genere smentiti dalla scienza: si nasce e si rimane uomini o donne
- Ultimissime
- 28 Apr 2016
Secondo gli “studi di genere”, l’identità di genere sarebbe una componente distinta dall’identità sessuale e potrebbe anche non coincidere con essa (producendo maschi-donne e femmine-uomini), poiché le differenze tra uomo e donna sarebbero soltanto una costruzione sociale, dovuta a stereotipi di genere, per l’appunto. Su questa base teorica, nata negli anni ’70, viene legittimato il “cambio di sesso” di chi vive una incoerenza tra il “sentirsi” uomo (o donna) -cioè il “genere”-, e l’essere nata biologicamente come donna (o uomo), cioè il “sesso”.
Tutto falso, lo dimostra oggi la scienza moderna. Le differenze tra uomo e donna sono biologiche e genetiche, non certo dovute all’influsso sociale o dall’educazione ricevuta. Chi afferma di aver “cambiato sesso” ha semplicemente amputato parti anatomiche del corpo o ne ha aggiunte altre con la chirurgia estetica, dopo essersi bombardato di ormoni. A livello neuro-fisiologico rimane come è nato, nella sua originale identità sessuale.
«I dati scientifici», ha spiegato Antonio Federico, ordinario di Neurologia presso l’Università di Siena, «evidenziano chiare e nette differenze tra il cervello femminile e quello maschile, differenze che sono genetiche, ormonali e strutturali anatomo-fisiologiche, con importanti conseguenze sulle funzioni cerebrali e anche su alcune malattie». Oltre all’aspetto anatomico, «in situazioni complesse è avvantaggiata la donna, perché il cervello femminile è meno “rigido” e portato, quindi, ad analizzare uno spettro più ampio di dati e possibilità; al contrario, il cervello maschile è favorito in situazioni semplici e collaudate».
Lo ha confermato pochi giorni fa il neurochirurgo Giulio Maira: «L’uomo possiede un cervello che segue schemi basati di più sulla razionalità, mentre nella donna sono più di tipo intuitivo. Ciò fa sì che le donne siano più brave nel multitasking, più empatiche e con migliori abilità sociali. Gli uomini, invece, eccellono nelle attività motorie e sono più capaci ad analizzare lo spazio». Esistono dunque comportamenti e qualità tipiche degli uomini e della donna perché vi sono differenti ed immodificabili impostazioni a livello cerebrale, i quali «influiscono sulle diversità di comportamento e di percezione del mondo», hanno spiegato i ricercatori dell’Università di Cambridge.
Non può dunque esistere alcuna “identità di genere” separata e/o in contraddizione con “l’identità sessuale”, chi sostiene di avere un’identità differente da quella indicata dalla sua struttura neuro-anatomo-fisiologica ha semplicemente un disturbo di percezione di sé, che la medicina moderna chiama “disforia di genere” o “disturbo dell’identità di genere” (DIG), ovvero «il forte e persistente desiderio di identificarsi con il sesso opposto, piuttosto che con il dato biologico o anatomico». I cosiddetti “studi di genere”, dunque, sono confutati fin dalla partenza: «La genetica e la biologia neoevoluzionista contemporanee hanno concorso a rimettere in gioco il corpo», si legge sul Dizionario di filosofia dell’Enciclopedia Treccani. «Per tali vie il sesso sembra riacquistare incidenza sul genere, attutendo la spinta propulsiva degli studi di genere».
La redazione
78 commenti a Gli studi di genere smentiti dalla scienza: si nasce e si rimane uomini o donne
Immagino gia’ le risposte.
“Non abbiamo mai detto che non esistano differenze tra uomini e donne, ma che ci sono tante diversità da caso a caso e che alcuni individui di sesso biologico femminile esibiscono comportamenti maschili e viceversa… le diversità sono preziose e vanno tutelate e non osteggiate da modelli imposti dalla societa’!”.
Anche se, ovviamente, gli studi presentati da questo articolo sono importanti e vanno ribaditi a chi afferma che tutte le differenze tra uomo e donna sono costruite artificialmente dalla societa’.
io immagino già le obiezioni a queste risposte..
“sono preziose e vanno tutelate” non va per forza insieme “a non vanno osteggiate”, ci si può limitare a non osteggiarle
io dico infatti una cosa diversa: che non vanno incoraggiate (altrimenti si condiziona violentemente la natura e si perde di vista la natura) e non vanno osteggiate (altrimenti si condiziona violentemente …) affermando cose non vere (o vere ma non certe come se fossero certe, imponendo solo con la forza in vari modi il proprio punto di vista)
quello che dico non vale all’interno della religione in cui uno crede ovviamente, il cattolico le deve osteggiare le diversità ma non deve imporre la sua religione agli altri, per cui io non sto con chi per esempio vuole imporre ai cattolici di non osteggiare l’omosessualità nell’ambito della fede religiosa
se le vogliono osteggiare anche nella società però devono, rispettando la libertà religiosa, limitarsi ad usare argomenti condivisibili da tutti, usare argomenti non religiosi, che non dipendano cioè solo dalla fede: se c’è onestà intellettuale chi mai avrà da ridire qualcosa? per cui, se ci sono obiezioni, non è detto che siano disoneste. Si deve valutare l’insieme dei discorsi che si fanno, non una parte
Giusto. Per esempio, ricordando che essere maschio e femmina sono categorie fondative dell’essere umano.
«… si intravedono i fantasmi di cui il pensiero mitico, su tutti i continenti e in tutte le tradizioni, ci aveva liberati: l’indifferenziazione sessuale, l’individualità assoluta […] mentre i miti degli uomini, nella loro saggezza, avevano insegnato in senso inverso che la nascita dell’umanità passava attraverso la scoperta della differenza: quella dei sessi, quella degli altri, quella della morte… »
http://gisrael.blogspot.co.uk/2012/12/si-puo-dire-no-ai-matrimoni-gay-senza.html
Camicetta rosa con fiocco rosa è maschile e femminile?
Non farci perdere tempo in queste banalità.
I cromosomi sono xx o xy?
esiste una prova che il preferire camicetta rosa con fiocco rosa, l’usare lo smalto per le unghie e tutti i comportamenti tipicamente femminili siano causalmente determinati dai cromosomi xx se non come mito eziologico riferito a un dato statistico che va invece interpretato anche socialmente e culturalmente, visto che sono comportamenti perfettamente replicabili anche dagli uomini (maschi)?
Vestirsi in un determinato modo è cultura sociale.
Desiderare sessualmente il sesso opposto è natura biologicoevolutiva.
Confondere cultura sociale e natura biologicoevolutiva è, nella più benevola delle ipotesi, colpevole ignoranza.
se qualche anno fa uno metteva l’orecchino veniva preso a pietrate oggi succede ancora con i pantaloni rosa, effettivamente c’è da chiedersi se la pagliuzza di chi lancia le pietre non sia poi tanto grande visto che non sbaglia mai mira
la verità di cui non ho colpa è che il comportamento della natura biologica noi lo conosciamo a posteriori non a priori, per cui non ha senso tirar fuori norme dalla natura
ma se sei evoluzionista avrai molti argomenti contro il cavalluccio marino, il quale ha deciso di contravvenure alla natura biologicoevolutiva che con le sue leggi invariabili aveva decretato agli albori del tempo che non si dovesse accettare in natura un abominio come la gravidanza maschile
Che a portare l’orecchino sia l’uomo, la donna o entrambi, è solo cultura sociale: i conformisti si adeguano alle mode, gli anticonformisti, convinti di inventare nuove mode, riciclano solo quelle passate.
La natura, biologica e non, ha stabilito che chi non ne rispetti le leggi, fosse anche per incolpevole ignoranza, paghi pegno.
Le leggi di natura hanno stabilito per la famiglia dei Syngnathidae la gravidanza maschile e per la razza umana la gravidanza femminile: se non sei d’accordo lamentati con la natura.
anche chi mangia troppi zuccheri paga pegno ma il suo andare contro natura non è attribuito alla sua errata conformazione psichica, errato è soltanto il suo comportamento
che andare all’inferno sia la conseguenza di determinati comportamenti non è un tema scientifico, questo vorrei che capissi…non hai altri argomenti per dissuadere le persone a temere l’inferno che dire loro che il loro comportamento è contronatura? dovresti impegnarti maggiormente a dimostrare l’esistenza di Dio, che è un tema meno impervio dell’esistenza di leggi di natura vincolanti per la morale, essendo la morale che vincola le leggi di natura ai suoi fini. A meno che tu non sia uno psicologo evoluzionista che vede in ogni norma morale un trucco della natura per ottenere un fine evolutivo che è come dire che la morale non ha senso, perché il senso che gli attribuiamo (non da scienziati evoluzionisti) non esiste.
le leggi di natura non stabiliscono nulla ma si evolvono in relazione all’ambiente e noi, se facciamo scienza, stiamo a guardare, altrimenti facciamo morale che però è un’altra cosa
@ hic et nunc
La valutazione delle conseguenze di un determinato comportamento dipende o no dalla “conformazione psichica”?
Anche se l’inferno nell’aldilà non è un tema scientifico, l’inferno nell’aldiquà lo è: vivere con l’inferno dentro non è solo un modo di dire.
Le leggi di natura non si evolvono: stabiliscono cosa sia l’evoluzione ma non si evolvono.
una quota dipende dalla conformazione, se questa ostacola quella necessaria al ragionamento… lo si decide con il ragionamento o assumendo per fede quale sia conformazione migliore?
stai giudicando l’interiorità di altre persone senza conoscerle… io ne conosco omosessuali e non mi sembra che tu possa generalizzare in questo modo, se l’inferno è il senso di colpa forse conosciamo quale sia la causa
non si evolvono stabiliscono quando sono in vigore
quando essere fedele al partner e quando tradirlo, quando dormire e quando stare svegli: et et
poi ognuno per sé decide quando la legge è madre o matrigna se gli porta bene o male e sceglie si o no: aut aut
@ hic et nunc
Io la vedo così: la retta conformazione cerebrale può essere deviata, volontariamente o involontariamente, da problematiche socioculturali.
Se ritieni che l’inferno interiore abbia cause esterne sei fuori strada.
Considerare la natura madre o matrigna non muta le sue leggi
io non dico che tutti sono sani di mente alla nascita ma che le differenze tra le persone non sono tutte psicogenetiche e che eventuali possibili “deviazioni” “della retta conformazione cerebrale” (questo è comunque riduzionismo) di origine psicogenetica potrebbero anche essere identificate come tali (come deviazioni) sulla base di criteri socioculturali essi stessi potenzialmente problematici e che non si possa nemmeno escludere che siano potenzialmente proprio quei criteri ad avere come supporter una genia di deviati di varia natura
cause “internalizzate” nemmeno?
a mutare e l’azione di queste leggi perciò è come se mutassero le leggi, invece le leggi che decidi che non mutano certamente quelle non mutano
@ hic et nunc
Un albero può crescere storto per adattarsi all’ambiente, per incuria o per volontà altrui: qualsiasi ne sia causa è pur sempre un albero “storto”.
L’internalizzazione dell'”inferno”, se avvenire in contrasto con la volontà, non attecchisce.
Mi citi una sola legge di natura che muta perché lo decidi tu?
Io non credo sia giusto giocare con l’unghiolina, per cercare di occultare il fatto che l’attenzione e la cura del proprio aspetto, in tutte le culture e in tutte le epoche, siano di gran lunga caratteristiche prevalenti del sesso femminile.
Poi la modalita’ con la quale questa attenzione si esplica, dipende dalla cultura, nessuno lo nega.
E allora si puo’ far entrare in campo la questione dell’unghiolina, della camicetta rosa etc.etc.
Ma forse esiste una diabolica, globale e millenaria congiura, per instillare sin nella kulla gli stereotipi di genere.
Viva la liberta’ !!!
non si può nemmeno mettere sullo stesso piano la storia evolutiva dell’umanità con quella culturale, ciò che è funzionale biologicamente e ciò che è funzionale socialmente. E ovvio che in migliaia di anni in cui la società è rimasta immutata si siano cristallizzate delle abitudini cioè appunto la cultura profonda, la società è cambiata solo negli ultimi secoli o decenni, e in modo tale da rendere le differenze tra maschio e femmina meno funzionali socialmente e guarda caso subito è venuta meno la cultura dell’identità sessuale, percepita pertanto come cultura. Non sto dicendo che questa cultura di oggi sia migliore di quella precedente ma se uno è convinto che quella precedente sia migliore deve affermare delle differenze più radicali e non disturbare l’identità “di genere” per farle sentire in sé quel disturbo che è la società a non la obbligarla più a sentire. La cultura della differenza sessuale dovrebbe rimarcare le differenze un po’ più seriamente, per esempio definendo la donna “maestra della finitezza”, cominciando con il togliere di mezzo la barbarie sessista delle quote rosa…
Si..la prova e’ negli studi..nella testa Che differisce e indirizza i gusti secondo il genere di appartenenza e gli ormoni di appartenenza..
La questione Che sia la cultura ad averne imposto i costumi e’ una trovata assurda.
Ogni cultura Che si rispetti presenta stessi stereotipi di genere uguali senza Che essi siano mai stati insegnati o inculcati.
Le bambine sono attratti da giochi prettamente femminili per vari motivi tra i Quali e’ stata scoperta una predominanza di coni oculari Che indirizzano le bambine a prefetire giochi circolari( bambole, pentole) rispetto a quello orizzontali e lineari.
Ossia le bambine sono attratte da linearita’ curvilinee e morbide, mentre i bimbi maschi, per la predominanza di bastoncelli oculari, tendono a preferire costruzioni e macchinine.
Questa e’ stata una scoperta recente scientifica.
Io ho due bimbi di 3 e 2 anni. Nella cameretta Hanno sia giochi femminili che maschili a disposizione, eppure selezionano senza Che nessuno gliel’abbia mai insegnato.
Se il maschietto usa la bambola non e’ per dargli la pappa ma per sbatterla al muro, cosi’ mia figlia Che oltre a stancarsi subito delle macchinine Che le incutono curiosita’, si diverte a farle parlare tra loro…
Osservandoli e’ fantastico notare che seppur giocano con giochi non del loro genere ne varia la modalita’ si stancano subito e riprendono i loro giochi di appartenenza giocandoci per ore.
Eppure io, non ho mai inculcato nulla.
nessuno nega le differenze sessuali ma che dei comportamenti le siano confacenti in modo univoco. Se tuo figlio gioca con le bambole rimproveralo pure ma non dirgli che se lo fa va contro natura. Puoi dirgli che deve abituarsi a fare le cose dei maschi perché la società gli chiede di essere un maschio e non una femmina. Oggi però non è più così, la società non chiede nulla del genere. Per l’orientamento sessuale non so quanto basta l’educazione (o quanta educazione basta) per decidere da che parte stare
Ma Hice..
Quello Che voglio Dire, e’ che non occorre Dire nulla.
Fanno tutto in modo naturale.
Il problema infatti e’ quando le ideologie vogliono scardinare la naturalita’ attribuendo ad essa questioni legati solo alla cultura imposta.
E cioe’ il maschile e il femminile non esistono perche’ non e’ il nostro corpo a determinarlo ma noi stessi.
Per Cui diranno Che:
Il corpo biologico non definisce il genere.
Che il genere e’ mutabile non predefinito ma costruito dai parametri sociali.
Ergo:
per scarcinare la dualita’ maschio femmina si Parte dal considerare Che di naturale e innato non c’e’ nulla.
Che i Bambini giocano con le macchine per la cultura patriarcale e maschilista Che costringe a formare le bambine come bambine, giocando alle bambole e pentole.
Per questo negli asili ultimamente ci sono progetti sul Gender Che impongono lo scardinamento di questa certezza, creando forte confusione e imponendosi Sulla volonta’ dei Bambini e Sulla loro liberta’.
hai visto TOMBOY? aspetto la tua recensione!
🙂
propaganda LGBT hice.
è il tempo, la moda, ne stanno uscendo un botto di sto genere…E’ L’ERA DEL GENDER WORLD
ce stanno a rintronà!
passa passa…
La camicetta rosa non fa’ l’uomo ne’ la Donna.
Forse il fatto Che piaccia piu’ alle donne lo rende un indumento femminile.
Per quanto mi riguarda un uomo puo’ essere vestito anche tutto di rosa.
La perdita del prof. Israel è stata gravissima per la cultura italiana e per l’Italia. Questo detto senza che fossi sempre d’accordo con lui su tutto (su questo, però, sì)
Assolutamente.
Ma basta co sta storia che i cattolici perseguitano (osteggiano) i gay. Ma chi ve se incula! Beh forse ho sbagliato metafora!
Ironia a parte… il vero cristiano è quello che non giudica e ama il suo prossimo indipendentemente da tutto, quindi vi prego basta con la storiella che noi vi attacchiamo, il papa ce l’ha con voi e la chiesa vi odia. Non è così.
Infatti molto importante ciò che dice Antonio Federico ed il neurochirurgo Giulio Maira. Del resto, studi scientifici a parte, è da lobotomizzati non rendersi conto delle profonde differenze esistenti tra uomo e donna. Parecchio fazioso invece è l’articolo di uccr. L’articolo dice”Non può dunque esistere alcuna “identità di genere” separata e/o in contraddizione con “l’identità sessuale”…falso!!! il neurosessismo in questione nulla dice riguardo l’identità di genere! e definire la disforia di genere di cui si ignora COMPLETAMENTE l’eziologia come “semplicemente un disturbo di percezione di sé” è assurdo! in conclusione un articolo inutile è sconclusionato.
Tutti nascono con un sesso biologico.
Il genere (la consapevolezza e la percezione di sé come maschio o femmina) è un concetto sociologico e psicologico, non un concetto biologico oggettivo.
La convinzione di una persona di essere ciò che non è rappresenta, nel migliore dei casi, un segnale di pensieri confusi.
???
Cosa non ti è chiaro?
ti rispondo qui ad un tuo commento sotto.
ok lorenzo, ma se parli del mondo lgbt per come viene comunemente inteso e come se chiedessi chiarimenti riguardo, faccio per dire, il popolo americano.
Non ho capito e quindi non so cosa rispondere.
Nessuno mette in dubbio che esistano persone che sentono di avere un’identità sessuale in contrasto, parziale o totale, con quella biologica. Nessuno mette in dubbio neppure che siano persone a pari titolo di tutte le altre e che meritino lo steso rispetto e amore fraterno delle altre. La questione è: questa loro percezione o convinzione è una delle molte possibili varianti naturali, per cui esiste un genere per ciascuna di queste varianti, o si tratta di una qualche forma di disturbo? se la risposta è la seconda, di nuovo, nessuno qui presume di essere in grado di indicare la via per risolverlo. Questo non è un blog di psicologi o di sessuologi, né tanto meno di psichiatri o neurologi. Ma certamente possiamo supporre che convincere queste persone che sono nel giusto e che è la loro natura di essere così, come fa la cultura mainstream, non le aiuti. Nel senso che, almeno alla lunga, non le rende più felici.
La mia migliore amica è lesbica e paradossalmente credo sarebbe pienamente d’accordo con questo articolo.
Ovvio poi che il disturbo dell’identità di genere porta a livello psicologico sofferenze che se non vissute in prima persona sono difficili da comprendere, ma quello è un altro discorso.
http://www.tempi.it/boom-bambini-transgender-inghilterra-medici-allarme-cura-moda#.VyMRNsNH7IY
http://voxnews.info/2016/03/19/pediatri-lanciano-allarme-il-gender-e-pericoloso-per-i-bambini/
L’ideologia non fa sconti.
Ogni tempo ha la sua moda e come ogni Guerra Che si rispetti, si lascia alle spalle le sue macerie.
Ottimo, Sara!
Mi permetto di aggiungere un’osservazione dell’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio: il 22 giugno 2010 scrisse una lettera alle carmelitane di Buenos Aires dicendo che dietro l’ideologia che genera le leggi sul matrimonio omosessuale «c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra. Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una “mossa” del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio».
Viva Cristo Re
Si Andrea.
Questa e’ gia’ una lettura di alto e altro livello, Che mi trova perfettamente d’accordo.
Ma coi razionali bisogna parlare razionale;-)
http://osservatoriogender.famigliadomani.it/boom-di-bambini-transgender-per-lamerican-college-of-pediatricians-e-abuso-di-minori/
E’ chiaro che il genere non è il sesso e che le due cose distinte danno origine a differenti formulazioni dell’identità. La costruzione sociale di cui parla l’articolo riferendosi alla teoria degli anni settanta è effettivamente in atto quando si pone il genere ed il sesso come combacianti, cosa che avviene normalmente quando si parla di uomo e donna. A ben vedere le distinzioni di genere e sesso sono invece chiarissime nel Vangelo quando si parla di angeli (figli di dio) e di figli dell’uomo definendoli diversamente. Purtroppo queste qualità della tradizione ebraica non sono state recepite dal cristianesimo che si limita solo a fare distinzioni di sesso.
…ed ecco che spunta chi immancabilmente si mette a parlare del sesso degli angeli 😛
D’altra parte la teoria gender è talmente campata in aria che si fa presto a passare da un argomento all’altro 😉
…:-)…
Devi prendertela con la biologia, non col cristianesimo…
Premetto di essere un cattolico, e cerco, per quanto possibile, di essere razionale.
Non voglio entrare nel merito della questione, ma quello che mi preme è fare alcune considerazioni sul metodo.
Nell’articolo pubblicato si afferma: Secondo gli “studi di genere”, l’identità di genere sarebbe una componente distinta dall’identità sessuale e potrebbe anche non coincidere con essa… Tutto falso, lo dimostra oggi la scienza moderna.
A me non interessa disquisire sul fatto se ciò sia vero o meno, o per meglio dire, se ciò sia scientificamente validato o meno, ma sul modo in cui l’articolo è stato redatto. Il verbo “dimostra” è una parola alquanto forte, e siccome si dice che sia la scienza dimostrare quell’affermazione iniziale, mi aspetterei che l’articolo sia corroborato da citazioni di studi pubblicati su riviste scientifiche rinomate a carattere internazionale che siano, fra l’altro, a supporto dell’affermazione fatta
.
Le citazioni fatte sono: La Stampa (due volte), La Repubblica (una volta) che cita a sua volta l’unico vero lavoro scientifico, reperibile sul sito http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0149763413003011 , una categoria diagnostica (disturbo dell’identità di genere) riportata sul DSM-IV-TR, e l’enciclopedia Treccani.
Se si leggono attentamente le citazioni, tutte sono concordi nell’affermare che biologicamente e strutturalmente il cervello maschile e quello femminile sembrano essere differenti. Ma se vogliamo essere veramente razionali, questo non ci permette di concludere direttamente nulla nello specifico a riguardo delle funzioni mentali relative alla percezione del sé. Anche l’articolo scientifico riportato da Repubblica, basta leggerlo per verificare, si riferisce a differenze di struttura tra il cervello maschile e quello femminile, e lo scopo dell’articolo non è quello di supportare o confutare l’affermazione iniziale, ma quello di studiare come le differenze strutturali nel cervello possano influenzare lo sviluppo di malattie psichiatriche (cioè, perché certe malattie psichiatriche abbiamo più incidenza nella popolazione maschile piuttosto che in quella femminile, o viceversa).
Inoltre, la categoria diagnostica di “disturbo dell’identità di genere” è una categoria superata. Il DSM citato nell’articolo è il DSM-IV-TR (pubblicato nel 2000) che è stato ormai superato nel 2013, quindi non pochi anni fa, con la pubblicazione del DSM 5. Nel nuovo DSM 5, il “disturbo dell’identità di genere” non è più presente, ma si parla solo di “disforia di genere”, e si sottolinea come la non-conformità di genere non è di per sé un disturbo o malattia mentale (vedere, http://www.dsm5.org/documents/gender%20dysphoria%20fact%20sheet.pdf ).
Pur ammettendo che l’affermazione iniziale sia vera, o, per meglio dire, sia scientificamente validata, dobbiamo constatare che il resto dell’articolo non supporta questa affermazione con le dovute fonti, che peraltro dovrebbero essere scientifiche per poter affermare che qualcosa lo dimostra la scienza. Mi sento di suggerire che se si vuole avere realmente un impatto nel portare avanti le proprie affermazioni, queste andrebbero supportate in maniera nettamente più congrua e solida.
Come puoi dimostrare scientificamente che non sei un alieno?
Dai, mi sembra che E stia cercando di fare un’analisi sensata. Cio’ detto, credo che anche lui riconosca che ci sono delle differenze importanti tra il cervello maschile e quello femminile. Quindi e’ ragionevole pensare che cio’ si rifletta in differenze caratteriali tra i due sessi e la percezione. Che poi questo articolo di UCCR tiri un po’ l’acqua al suo mulino mi sembra vero.
Quale sarebbe il mulino di UCCR? Forse quello delle leggi biologiche?
Non sono stato affatto chiaro.
Che “in media” il cervello dei maschi e delle femmine siano diversi, non ci piove. Ma dove sta scritto che la stessa diversità biologica generale debba essere sempre presente, in ogni caso individuale? Abbiamo milioni di donne e di uomini, i loro cervelli non sono fatti tutti con lo stampo.
Leggo ” A livello neuro-fisiologico rimane come è nato, nella sua originale identità sessuale. ” Certo che rimane la sua identita’ sessuale, ma ci sono individui biologicamente femminili che hanno tratti caratteriali maschili e si sentono tali.
Ogni caso e’ diverso, era quello che volevo evidenziare.
e se c’è disforia compulsiva che diventa disturbo dell’identità la causa non va cercata subito nelle funzioni cognitive della psiche ma nella personalità i cui disturbi possono avere anche una loro sociogenesi, secondo il vissuto di ognuno e in combinazione con le sue differenze psicologiche, che definire patologiche è quanto meno azzardato in un mondo in cui le patologie sono anche sociali. Una società malata non può essere il punto di riferimento univoco per determinare la sanità di ogni risvolto della psiche (in particolare per determinare le sociopatie!).
In una società malata i malati sono la norma…
infatti è quello che ho detto
… e di conseguenza i “malati” non sono considerati più tali!!!
“… ci sono individui biologicamente femminili che hanno tratti caratteriali maschili e si sentono tali.”
Certo che ci sono: sono rarissime anomalie genetiche delle normali coppie cromosomiche xx e xy.
Vorrei porti una domanda: il mondo lgbt è, nella sua stragrande maggioranza, composto da persone con anomalie genetiche o con problematiche psicologiche?
la tua domanda è mal posta in partenza…
Ponimi allora il giusto punto di partenza…
diciamo che le problematiche legate alla tua domanda sono diverse. come prima cosa il fatto che la tua domanda parte chiedendo del mondo lgbt. ci sono all’interno della mondo lgbt situazioni molto diverse. in più è errata la rigida dicotomia “gene e psiche”di cui parli. Poi bisognerebbe soffermarsi anche sulla questione delicata e molto complessa, di cosa si intenda per “anomalia genetica”. credimi è un casino. è impensabile ridursi a trattare tematiche del genere attraverso articoletti.
è ovvio anche che in un blog non si può dimostrare nulla dato che ogni dimostrazione avrebbe bisogno del supporto delle dimostrazioni delle basi su cui si regge, però si accettano più volentieri le obiezioni altrui quando non sono solo un portare il discorso sempre oltre, senza mai ammettere nulla di vero di quello che viene detto, senza mai contestare nel merito ciò che può essere contestato, glissando, confondendo tutto… si ascoltano volentieri obiezioni come questa “se questo fosse vero avresti ragione su questo” oppure “non avresti comunque ragione perché…” entrando nel merito del ragionamento; invece spesso si dice: quello che presupponi è falso dunque il tuo ragionamento non vale una cippa, oppure il tuo ragionamento è sbagliato dunque quello che presupponi è una cazzata…
Occhio al disturbo compulsivo insultivo..
Controlla le tue emozioni..
Haummmm
Haummmm
Haummmm
Io, per mondo lgbt, intendo quelle cultura che considera il sesso biologico solo una componente non vincolante della persona.
A parte le rarissime anomalie genetiche, tutte le cellule di una persona sono solo ed esclusivamente o xx o xy: o la psiche è in sintonia o è in distonia.
Per anomalie genetiche, ovviamente sessuali, di una persona, intendo la non presenta delle combinazioni cromosomiche xx o xy.
Non ho una laurea in psicologia o medicina, quindi alla domanda che mi fai non so rispondere. Mi pare che l’avere tratti caratteriali maschili e sentirsi tali non sia legato esclusivamente alla genetica.
Non so se ragionare per categorie – i maschi hanno sempre questi tratti caratteriali, le femmine hanno sempre questi altri – sia utile.
Le caratteristiche maschili, fisiche e psicologiche, sono dovute ai cromosomi xy.
Le caratteristiche femminili, fisiche e psicologiche, sono dovute ai cromosomi xx.
Le leggi biologiche non mutano al mutare delle culture.
Pensala come vuoi Lorenzo, ma non credo che questo atteggiamento ci aiuti.
La natura non aiuta nessuno: siamo noi uomini che dobbiamo aiutarci l’un l’altro dicendo cose stanno effettivamente le cose.
*La natura non aiuta nessuno: siamo noi uomini che dobbiamo aiutarci l’un l’altro dicendo come stanno effettivamente le cose.
E’ un po’ fuori tema qui ma spero di fare comunque cosa gradita segnalando questo incoraggiante articolo sulla questione dei bagni ambigui in USA: http://www.caintv.com/excellent-target-stock-has-los
invece di delegittimare il cambio di sesso dimostrando l’inconsistenza dell’identità di genere (cosa più che logica, se fosse possibile) si cerca di affermare l’inconsistenza dell’identità di genere con l’evidente atto contro natura del cambio di sesso, un sofisma, che funziona perché non è chiaro che ciò che disturba del cambio di sesso non è detto che sia (mettiamola così) l’idea dell’identità di genere
hai ragione, ma nella discussione in questione ti riferisci a qualcosa nello specifico o parli in generale?
si usa il pugno nello stomaco del cambio di sesso (un atto contro natura) per rendere più fastidiosa l’idea che l’identità di genere non sia così legata al sesso come si vorrebbe. Io non sostengo nemmeno che non sia legata al sesso ma che non si possa decidere a priori cosa è maschile o femminile e cosa non lo è o cosa ha diritto di essere considerato maschile o femminile e cosa no in assenza di evidenze circa l’innaturalità dei c.d. atti contro natura o almeno di conseguenze innaturali o contro natura di tali atti…
se l’attrazione per persone dello stesso sesso provocasse qualche malattia potrei convenire che è uno stato patologico,
lo dico senza togliere nulla al possibile valore delle norme morali di stampo religioso, il cui compito non credo possa ridursi a curare le patologie psichiche perché se fossero questo perderebbero ogni ragion d’essere
“Se l’attrazione per l’altro sesso provocasse qualche malattia potrei convenire Che e’ uno stato patologico”
L’attrazione e’ di per se uno stato patologico quando nella realta’ si concretizza col desiderio di praticarla.
Un pedofilo, vorresti dirmi Che non e’ patologico solo fin quando esso non pratichi?.
E come fa’ a sapere cio’ Che desidera se non ha immaginato il soggetto o l’atto del desiderio?.
Il desiderio non e’ frenabile.
In un soggetto in Cui le prepulsioni istintive devono trovare sfogo e’ da idioti credere Che le stesse non si concretizzino sotto vari aspetti, fosse anche solo con l’immaginazione o la pedopornografia.
Tornando all’attrazione verso il proprio sesso.
L’attrazione in se’ non crea danno, ma di per se’ incanala il desiderio Verso pratiche innaturali, Che a loro Volta creano nei soggetti problematiche legate alla salute fisica.
Le pratiche omosessuali creano notevolissimi danni che non sto ad elencare.
Stesso sesso.
Correggo la dicitura riportata.
tralascio quello che non hai capito altrimenti non finiamo più
allora metti che due si prendano tutte le precauzioni in modo che non vi sia nessuna conseguenza sulla salute fisica che cosa resta da stigmatizzare? soltanto l’idea di pratica innaturale, che non basta da sola a definire patologica una inclinazione
che sia una “patologia morale” mi può andare anche bene, purche la morale sia valida
Io magari non avro’ capito. Ma il tuo e’ un ragionamento un po’ contorto hice.
Poni delle questioni idilliache, idealistiche, impossibili, inumane.
Ma di Chi parli?
unamuniane
condivido anche questo tuo pensiero, ma con la mia domanda mi riferivo a quel discorso che hai fatto sopra riguardo il modo di obiettare.
riguardo invece l’omosessualità…..attualmente e dico anche paradossalmente, sono stati condotti più studi che riguardano l’omosessualità(maschile, non femminile) che non l’eterosessualità. le cause di entrambi gli orientamenti nascondono ancora aspetti molto oscuri. riguardo la bisessualità invece e l’omosessualità femminile….nero assoluto! e se un omosessuale mi chiedesse le cause biologiche della mia eterosessualità, detto sinceramente me ne andrei nel pallone.
Ecco Hice.
http://www.centrosangiorgio.com/piaghe_sociali/omosessualita/pagine_articoli/lo_stile_di_vita_gay_e_sano.htm
Sara, a prescindere da ciò che c’è scritto nell’articolo che hai linkato (e che non leggerò), io eviterei di linkare materiale preso da quel sito. Ci si autodelegittima citando dei ciarlatani di tal risma. Precisiamo: sono convinto che nella gran confusione che hanno in testa ci siano anche cose buone, ma sono talmente avviluppate alle panzane che è meglio attingere a fonti più salubri 😉
A mio avviso è assai più probabile che quel sito possa far perdere la fede ad un cristiano che non che faccia ricredere un ateo
Ah.
Ok.
Ma in realta’ era per..
Va bene:-)