Come si spiega il successo mediatico del cristianesimo?

NoahPerché l’editoria religiosa è l’unica che non è crollata? Se il libro più tradotto, più venduto e probabilmente più letto dell’umanità è la Bibbia, se due miliardi di persone recentemente hanno seguito la canonizzazione dei Papi santi in televisione, come si spiega il successo puntuale della serie televisiva Don Matteo o de “La Bibbia”, seguita da cinque milioni di italiani (e da 100milioni negli USA), di Suor Cristina al programma “The Voice”, il successo del film hollywoodiano “Noah” e di tanti altri programmi televisivi, opere d’arte, brani musicali ispirati alla Bibbia e al Vangelo?

Una risposta interessante arriva da “Famiglia Cristiana”: «come ci hanno insegnato la parabole evangeliche, nelle storie della Bibbia c’è il tentativo di dare forma alle grandi domande dell’uomo e di seguire un cammino», la storia della Salvezza dell’uomo.

Ciò che gli uomini di ogni tempo cercano nella Bibbia è un senso al loro esistere, una speranza oltre il dolore, un ideale per cui valga la pena spendersi: per questo il cinema, la Tv, i libri tornano incessantemente ad essa.

D’accordo, si precisa sul settimanale dei paolini, «nei produttori hollywoodiani si può immaginare anche la furbizia di chi sa che, toccando una certa materia, può arrivare al cuore e alla mente della gente. Ma ciò è possibile unicamente perché la sete di una Parola che si innalzi sul rumore di fondo dei nostri giorni non si estingue mai».

La redazione

17 commenti a Come si spiega il successo mediatico del cristianesimo?

  • Sophie ha detto:

    Noah è uno scomplore…

      • Sophie ha detto:

        Fa schifissimo ahahahahah! 😀

        • Marco S. ha detto:

          Premetto che non ho visto il film, ma in effetti mi pare che la critica tenda a porlo, piu’ che nel genere “religioso”, in quello “fantasy”, poiché caratterizzato dall’ambientazione mitica e dal titanismo dei personaggi.

          In questa interpretazione, la “Genesi” non mi pare del tutto “incolpevole”, se pensiamo al passaggio di Genesi 6 in cui si parla dell’esistenza di giganti, nel mondo prediluviano.

          Certo non mi pare sia nulla del personaggio biblico di Noe’, nell’energumeno che nella locandina del film brandisce un’accetta, non si sa bene se per tagliare la legna per l’arca e se per spaccare le teste dei cattivi.

          • priscilla ha detto:

            riguardo al polpettone holivudista ecco una lettura non proprio entusiasta : http://www.losai.eu/il-noah-di-aronofsky-e-un-satanista-alcuni-particolari-inquietanti/

            • D-Dema ha detto:

              Io il film l’ho visto e, sinceramente, non penso che abbia fatto lo stesso l’articolista. Dio, nel film (e viene detto esplicitamente), non ha mai chiesto a Noè di uccidere le due gemelle. Semmai viene messo di fronte ad una scelta: da una parte l’estinzione della specie umana (Dio gliel’avrebbe permesso), dall’altra l’amore (viene detto proprio così: Noè ha scelto l’amore). Nessuna ribellione a Dio da parte sua. Noè sceglie l’amore, come probabilmente Dio voleva, avendo fatto nascere due gemelle (già una sarebbe stato difficile).
              Resta comunque stupefacente che su un sito cattolico (quello da te linkato, non questo dove stiamo scrivendo) “Dio” venga scritto ripetutamente con la “D” minuscola.
              Ci sarebbe anche altro da dire, in realtà (come ho detto, non penso proprio che l’articolista abbia visto il film). Resta il fatto che il film, comunque, non è assolutamente una trasposizione di quanto scritto nella Bibbia.

              • priscilla ha detto:

                Non so se quello linkato si possa definire cattolico, in genere si propone di allertare contro la disinformazione e la superficialità con cui spesso le notizie vengono date dai media; in questo caso l’articolista, più che commentar di suo, riporta le opinioni di un teologo critico del film e del supporto ad esso da parte di alcuni esponenti del clero cristiano. Il punto è questo: una trasposizione dei testi biblici che non è coerente con lo spirito delle sacre scritture è traviante.

                • D-Dema ha detto:

                  Beh, se propone di allertare contro la disinformazione e poi riporta le opinioni (un po’ liberamente in realtà: ho letto l’articolo di Mattson e mi sembra di cogliere una qualche libera interpretazione di esso, ma forse sbaglio) di qualcuno che non ha visto il film e che dice cose false su di esso, si fa un autogol piuttosto grosso.
                  A me premeva solamente mostrare questo fatto. Che poi il messaggio trasmetto sia “traviante” o meno, non mi pronuncio (e non mi sono pronunciato), anche perché non conosco tutte queste faccende sul simbolismo e sullo gnosticismo. Di certo non è cristiano conservare la pelle del serpente come una reliquia.
                  Comunque sì, errore mio, il sito non si definisce cattolico, però mi sembra piuttosto vicino al Cristianesimo tradizionalista.

            • Marco S. ha detto:

              Link interessante, grazie.

  • salvatore campagna ha detto:

    il successo mediatico del cristianesimo si spiega perchè da un senso concreto alla nostra esistenza,una speranza alla nostra sofferenza,una dignità alla nostra persona.

  • Menelik ha detto:

    E’ talmente tanto il successo mediatico che hanno fatto di tutto per bloccare la distribuzione di Cristiada.
    Evidentemente lo temevano.
    Ho letto su Tempi che in Francia pare venga trasmesso nelle sale cinematografiche.

  • qwerty ha detto:

    forse i cristiani non guardano molto la tv tranne quando vi sono programmi a tema religioso

  • Marco ha detto:

    E come si spiega il successo mediatico della pornografia? Non è che ha utenti comuni al cristianesimo? Noooooo !!!

    • htagliato ha detto:

      Il desiderio di dare un Senso al proprio esistere è radicato nell’Uomo tanto quanto quello di alimentarsi e di accoppiarsi sessualmente. Pensa alla poetica di Leopardi: l’Uomo cerca sia il Piacere, sia un Senso.

    • Jack ha detto:

      htagliato ha spiegato ottimamente: anche la pulsione sessuale è una domanda di senso, di qualcosa di più che ancora non si ha e che di certo non la si ottiene con l’effimero orgasmo. Per alcuni, forse anche per te, infatti la pornografia e il sesso sono una forma di religione o comunque l’unico motivo per cui si riesce ancora a vivere.