Papa Francesco giudica, e fa bene

Papa francescoIl giudizio di Papa Francesco è chiaro, lo ha ripetuto più volte: «Il matrimonio è fra un uomo e una donna». Francesco giudica perché il giudizio della realtà rende liberi pensatori, altrimenti si rimane pecoroni, come lo è Barack Obama che ha preferito cambiare idea in merito per ricevere sostegno, politico ed economico, dalla lobby Lgbt.

La recente intervista del Papa al “Corriere della Sera” rivela molte cose interessanti, come ad esempio la grande incompetenza della maggioranza di vaticanisti, da Marco Politi in giù, che per un anno hanno descritto il Pontefice come superdivo contro gli ostacoli della Curia romana, un Pontefice solo e isolato, che strizza l’occhio al marxismo e lentamente scardina la posizione sulla bioetica della Chiesa.

Nulla di tutto questo: «Il Papa non è solo nel suo lavoro perché è accompagnato e consigliato da tanti. E sarebbe un uomo solo se decidesse senza sentire o facendo finta di sentire», innanzitutto. E poi: «Dipingere il Papa come una sorta di superman, una specie di star, mi pare offensivo. Il Papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale». I vaticanisti amano fare gossip sulle diatribe tra cardinali, Francesco spiazza tutti: «Mi sarei preoccupato se nel Concistoro non vi fosse stata una discussione intensa, non sarebbe servito a nulla. I cardinali sapevano che potevano dire quello che volevano, e hanno presentato molti punti di vista distinti, che arricchiscono. I confronti fraterni e aperti fanno crescere il pensiero teologico e pastorale. Di questo non ho timore, anzi lo cerco».

Molto interessante quanto parla dei “valori non negoziabili” spiegando: «Non ho mai compreso l’espressione valori non negoziabili. I valori sono valori e basta, non posso dire che tra le dita di una mano ve ne sia una meno utile di un’altra», che equivale a dire che i valori sono tutti non negoziabili, mostrandosi ben più radicale di Benedetto XVI. Dopo aver nettamente rifiutato il matrimonio omosessuale, Francesco ha anche spiegato che sulle unioni civili «bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà», anche perché la quasi totalità delle controversie si risolverebbe con aggiustamenti del codice civile.

Il Pontefice non ha nemmeno voluto cedere sulla questione pedofilia, usata a man bassa da laicisti e anticlericali che ora fingono di essere amici di Francesco: «La Chiesa su questa strada ha fatto tanto. Forse più di tutti. Le statistiche sul fenomeno della violenza dei bambini sono impressionanti, ma mostrano anche con chiarezza che la grande maggioranza degli abusi avviene in ambiente familiare e di vicinato. La Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica ad essersi mossa con trasparenza e responsabilità. Nessun altro ha fatto di più. Eppure la Chiesa è la sola ad essere attaccata».

La redazione

22 commenti a Papa Francesco giudica, e fa bene

  • Andrea Mondinelli ha detto:

    Mi dispiace, ma equiparare i valori non negoziabili alle dite della mano è un errore da matita blu. Non si possono scambiare valori con i principi!
    Principio vuol dire fondamento e criterio. Il principio è l’elemento che regge e illumina un certo ambito. Il principio tiene insieme le cose e le indirizza, le orienta al loro fine. Ne consegue che il principio non può essere un elemento della serie, nemmeno il primo. Essere un principio non vuol dire stare cronologicamente all’inizio, come il primo gennaio sta al principio dell’anno. Il principio ha un primato: viene prima, ove l’avverbio prima non è solo temporale.
    Cos’è, invece un valore? Una cosa ha valore quando è apprezzabile. Ora, la vita o la famiglia o la libertà di educazione – per citare i principali tra i principi non negoziabili – sono certamente dei valori, sono degni di apprezzamento e di promozione. Come tanti altri aspetti della vita umana e sociale, del resto. Come l’arte, la solidarietà, la conoscenza, la salute, la buona cucina.
    Come si vede essere un valore non vuol dire anche essere un principio. La casa in proprietà è un valore ma non è un principio ordinatore della vita sociale. Ciò non toglie che un valore possa essere anche un principio. La vita umana, per esempio, è un valore ma è anche un principio, in quanto è in grado di illuminare con la sua luce l’intera vita sociale e politica. Se si offusca il rispetto della vita non si offusca solo un valore, ma anche altri valori ed altri aspetti della vita che quel principio illumina.
    Abbiamo allora stabilito cosa voglia dire la parola principio. Vediamo adesso cosa voglia dire l’espressione “non negoziabile”. Se si tratta di principi, ossia se sono qualcosa che viene prima e che fonda, essi non dipendono da quanto viene dopo ed hanno valore di assolutezza, non sono disponibili. Non sono negoziabili perché assoluti e sono assoluti perché sono dei principi. Se fossero relativi non potrebbero essere principi, non starebbero prima, sarebbero uno dei tanti elementi della serie. O si nega l’esistenza di principi, oppure se si ammette la loro esistenza essi devono essere assoluti ossia non negoziabili.
    I principi non negoziabili, quindi, sono tali in quanto precedono la società. E da dove derivano? Essi sono non negoziabili perché radicati nella natura umana. Proprio perché fanno un tutt’uno con la natura umana, non possono essere presi a certe dosi, un po’ sì e un po’ no: o si prendono o si lasciano. Questa è vita umana o non lo è. Questa è famiglia o non lo è. I principi non negoziabili demarcano l’umano dal non umano e quindi sono criterio per una convivenza umana.

    • gladio ha detto:

      Vedi , caro Andera, una delle responsabilità di un Papa ( ma non solo di un Papa) è quella di predicare il Vangelo ed i valori in esso contenuti.

      Ora , una predicazione efficace, che colga cioè nel segno, deve avere il pregio di essere capita da tutti, snche dalle persone più semplici e meno colte.

      Pertanto la tua dissertazione sulla differenza fra valori e principi sarà anche aprezzabile sul piano culturale, filosofico, ecc… ecc.. ma ha un difetto:
      é di difficile comprensione per molti. Risultato? Del tutto inefficace.
      Al contrario la semplice equiparazione fra la preziosità dei valori e le dita di una mano ( anche la persona più ingenua e meno colta sa aprezzare il valore di una mano) sarà anche un errore da ” matita blu ” come tu asserisci ma il concetto si fionda nella mente di chiunque rapidamente e senza sforzo, pertanto: messaggio giunto a destinazione, missione compiuta.

      • Dario ha detto:

        Giusto. Per fare un esempio (ma se ne potrebbero fare molti altri) questo era anche il pensiero di Albino Luciani, che come patriarca di Venezia (ma poi anche da papa) si vide criticato perchè le sue omelie erano semplici come quelle di un parrocco, quindi non ‘degne’ di un cardinale.
        Ma lui, che certo aveva una cultura profonda e volendo sapeva parlare in modo complesso, rispondeva: “Le nuvole alte non mandano pioggia, e se chi mi ascolta, torna a casa con l’idea, mi va bene così”.

      • Andrea ha detto:

        Carissimi amici,
        capisco benissimo quello che intendete. Reputo, però, che la chiarezza di un contenuto possa benissimo essere espressa in termini semplici senza necessariamente cadere nell’errore. La differenza tra valori e principi è più semplice di quanto non si pensi. Il linguaggio da me usato nel post possedeva il livello adeguato al sito di UCCR. La difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale, che affonda le sue radici nella legge morale naturale, è il principio da cui scaturisce il valore stesso della vita umana.
        Il problema che qualsiasi linguaggio non deve tradire mai il contenuto del messaggio. Altrimenti si può arrivare a scrivere una frase che cozza contro il principio di non contraddizione tipo:
        “A volte, ascoltando un linguaggio completamente ortodosso, quello che i fedeli ricevono, a causa del linguaggio che essi utilizzano e comprendono, è qualcosa che non corrisponde al vero Vangelo di Gesù Cristo. Con la santa intenzione di comunicare loro la verità su Dio e sull’essere umano, in alcune occasioni diamo loro un falso dio o un ideale umano che non è veramente cristiano”…

        • Danilo ha detto:

          Andrea io sono d’accordo,che altrimenti si incorre in veri e propri paralogismi sofistici e contraddizioni.Ma succede anche perché è difficilissimo esprimersi nel dialogo informale con qualcuno (pensa se dovessi parlare a milioni di persone che ti ascoltano in un tempo ristretto) in un linguaggio totalmente perfetto e formale o teologico (che avanti richiede già un certa preparazione che non tutti possiamo avere,ma che sicuramente e giusto coltivare perché richiede tempo),d’ accordassimo poi che la sovrastruttura linguistica si dovrebbe adagiare a un contenuto linguistico e che quindi non deve mai tradire il contenuto sostanziale del linguaggio,o il messaggio comunicativo.

          Quindi diciamo si può esprimersi anche in linguaggi più naturali e semplici e meno formali,l’importante è sempre dire la verità che sia detta in un libro (che spiega tutti i passaggi) o sintetizzarlo in una riga (mantenendo un essenza),penso sia l’essenziale.

          • Andrea Mondinelli ha detto:

            Perfetto. Più devi essere chiaro e semplice, più devi “lasciare parlare lo Spirito Santo”…

            • Danilo ha detto:

              …quindi l’essere chiaro e semplice è un principio,che come dici infatti illumina anche altri aspetti della vita.

    • Salvatore ha detto:

      Chiarimenti validissimi, ma adatti per una approfondita catechesi od una conferenza, non per un discorso semplice rivolto a persone semplici, non avvezze a certe distinzioni e sottigliezze.

    • Chack ha detto:

      papa Francesco ha usato l’immagine delle dita per dire l’importanza di questi valori. non cercare doppi sensi ne controversie dove non ci sono. ne pretendere si sapere di piu di papa Francesco.
      Se quello che ti toglie il sonno è la parola “Valore”, sarebbe opportuno vedere il contesto e la demarcazione che da P. Francesco.
      Se lei avesse seguito passo a passo tutti i messaggi del papa, ogni singolo documento enciclica e esortazione, si renderebbe conto che “valore” in questo caso è usata nel massimo del suo significato e in modo totalizzante. ma evidentemente…
      Il signore ti dia Pace.
      NB il papa non ha “equiparato” i valori alle dita delle mani. ha usato “l’immagine” delle dita per far vedere che ogni singolo valore, cioè tutti i valori, non sono, ma perchè non possono, essere negoziati (trattati/modificati). “l’immagine” nella letteratura e nella espressione verbale va “attraversata” altrimenti la si offende.

  • Alex ha detto:

    Certe vostre affermazioni mi paiono un po’ stiracchiate. Sarebbe un peccato se l’apprezzabile UCCR si ammalasse di franceschite. Se Francesco si sta dimostrando ben più radicale di Benedetto (chissà perché una simile affermazione mi richiama alla mente Marco Politi) mi spiegate perché di fronte al primo il mondo si genuflette e al secondo sono stati riservati calci in faccia? Forse perché le frasi del primo si prestano a essere interpretate e quelle del secondo sono inequivocabili? Ci mancherebbe altro avesse voluto cedere sulla pedofilia quando il predecessore si è caricato della croce, ha legiferato in materia, speso sangue e lacrime e incontrato vittime.

    • Mandi ha detto:

      Se si riflette più profondamente Francesco è ben più umiliato di Benedetto XVI. Il secondo prendeva calci in faccia diretti, il primo invece viene strumentalizzato continuamente a favore dell’ideologia gay e relativista. L’attacco a Francesco è molto più sottile e subdolo, per questo più pericoloso.

      • Dario ha detto:

        Io credo che i media stiano usando con Francesco la stessa strategia usata contro Benedetto XVI, ma in senso opposto: con Ratzinger, ogni suo gesto e parola veniva demonizzato; con Bergoglio, tutte le sue azioni sono esaltate come una rottura nei confronti del magistero precedente.
        Il risultato è lo stesso: di entrambi vengono fuori immagini fuorvianti (lo stesso Francesco se ne è lamentato nell’intervista al Corriere) e il loro insegnamento viene messo da parte.

  • Danilo ha detto:

    “Franceschite” è un neologismo un tantino fuorviante,non si vede in che senso se uno asprezza il Papa sia anche “ammalato di franceschite” o se apprezza Benedetto XVI sia ammalato di “Benedite”,per carità sicuramente non esistono patologie mediche riscontrabili in merito,piuttosto spesso si riscontra la marxite acuta in alcune testate giornalistiche,la tendenza a marxizzare in funzione dei lettori,quindi del proprio proprio bacino elettorale,be da questo punto di vista,c’è chi è affetto da “odifredite”,”renzite”,”Berlusconite” ecc

    Ci mancherebbe altro avesse voluto cedere sulla pedofilia quando il predecessore si è caricato della croce, ha legiferato in materia, speso sangue e lacrime e incontrato vittime.

    In che senso allora lei reputa il contrario?Da quanto si dovrebbe presupporre-o magari stò fraintendendo io- che il secondo non si è occupato della questione?
    Ecco che allora potrebbe risultare un tantino fuorviante la discrepanza ,che ci sia:la contrapposizione mediatica di queste due figure è noto che essa sia esistente è un altro conto, in referenza palese alle questioni sollevate (pedofilia). Papa Francesco non si è occupato di pedofilia mentre Benedetto XVI si?Ma ovviamente lei dice “ci mancherebbe altro che” e quindi,come dire,se il problema manca qual’è il problema? L’unico problema è la pedofilia sia in ambito ecclesiastico che più in generale sociale.Che il primo se nè occupi e il secondo no,direi che è più un falso dilemma che un dilemma vero è proprio,mentre, il secondo,è un problema che è venuto e viene affrontato da entrambi.Purtroppo, la Chiesa non è come certi giornalisti e certi e politici che promettono e schioccano le dita risolvendo,senza nei fatti aver mai risolto niente.

    mi spiegate perché di fronte al primo il mondo si genuflette e al secondo sono stati riservati calci in faccia?

    Domanda da chiedere anche a certi giornali:

    Ma guardi il primo era talmente marxista che ha bollato dottrinalmente la teologia della liberazione come non ammissibile,il secondo invece è tanto marxista nella misura in cui l’ha ci si è scontrato in Argentina, fatti alla mano,e per il dispiacere di Repubblica.Sopratutto non mi farei prenderei dalla papite,in quanto il Papa è un funzione di un Principio Sostanziale:Gesù Cristo.

    mi spiegate perché di fronte al primo il mondo si genuflette e al secondo sono stati riservati calci in faccia?

    E questa un’interessante domanda,retorica ma pur sempre una domanda,non so, avanzo un ipotesi,perchè certi quotidiani trattano con più “reverenza” Papa Francesco e nè danno una certa immagine, e non hanno fatto lo stesso con Benedetto XVI dandone un’altra immagine,non è che per caso,dico solo per caso, il primo è più utile ai propri scopi politici il secondo lo è di meno?

    Direi che forse nessun Papa è Papa se chiede di genufletterti non lo chiede solo perchè è Papa,al contrario è il Papa che ti invita a genufletterti a quello per il quale anche lui si genuflette.

    Forse perché le frasi del primo si prestano a essere interpretate e quelle del secondo sono inequivocabili?

    Mhà non mi sembra che le parole di Marco Politi siano assiomatizzatili in un sistema formale,nè che non facciano largo uso di terminologie equivoche,ma ovviamente dubito fortemente che qualsiasi persona del mondo si esprima in linguaggio perfettamente formale in ambito giornalistico,e non è il caso quindi di avere siffatta pretesa,e può anche succedere che sia anche mal interpretata involontariamente da un giornale.

  • Sophie ha detto:

    E’ vero che Francesco vuole aprire alla comunione per i divorziati risposati?

  • Melody ha detto:

    “che equivale a dire che i valori sono tutti non negoziabili, mostrandosi ben più radicale di Benedetto XVI.”

    Penso non sia corretto. Il valore dell’ecologia, dell’accoglienza o di mille altre cose che i partiti di sinistra abbracciano, non possono essere paragonabili a quelli NON negoziabili. E’ per questo che un vero cattolico NON può votare a sinistra, perché tutti gli altri valori sbandierati NON hanno ugual valore a quelli NON negoziabili. Questa frase del Pontefice crea confusione e annulla anni di lotte. (Cmq il documento da cui sono tratti i valori non negoziabili lo spiega perfettamente, basta rileggerselo….)

  • Fabrizia ha detto:

    Che bello : ” Il giudizio della realtà rende liberi pensatori”. Mi piace proprio.

  • Chack ha detto:

    Quando leggo tutti questi messaggi e vedo che ognuno cerca di tirare fuori la frasetta, l’idea o il tema caldo e apparentemente ambiguo che li permetta dire la sua, mi dispiace moltissimo, urge uno sguardo integrale (e non letterale, letteralmente) del papa, sia nei suoi scritti sia nei suoi discorsi. Per chi ha la fede teologale è inevitabile non vedere il tutto, l’intero insieme, che dimostra la Bellezza e la benedizione che questo papa rappresenta per la chiesa di Cristo. Per chi non ha la fede in cristo, beh, puo solo, solo, solo, limitarsi a fare il critico letterario, e il piu delle volte male, perchè non conosce, perchè non lo puo conoscere l’argomento.

    • Andrea Mondinelli ha detto:

      Penso che tu volessi scrivere “Per chi ha la fede teologale è inevitabile vedere il tutto”. Detto questo, chi ha la fede in Cristo (con la maiuscola anche nei blog) non si permette di giudicare la fede dei suoi fratelli, altrimenti diventa il fariseo che nella parabola giudica il pubblicano.
      Altra cosa è la correzione fraterna…
      Ciao