Caso Biancofiore, etero e omo contro la lobby gay
- Ultimissime
- 06 Mag 2013
«Non faccio parte di quella schiera di froci riconosciuti e autorizzati a parlare in pubblico a nome della categoria», a dirlo è l’attore omosessuale Nino Spirlì. Ha voluto prendere posizione dopo le vicende legate a Michaela Biancofiore, a cui hanno tolto le deleghe come sottosegretario alle Pari Opportunità a causa di alcune affermazioni scomode all’omosessualisticamente corretto.
Ha ad esempio espresso la sua opinione (simile a quella di tanti politici di destra, sinistra e centro, nonché della gran parte degli italiani) sui transessuali: «A livello di persone non vedo differenza, ma non credo sia normale che un uomo vada con un trans. Come donna non riesco ad accettarlo». Occorre ricordare che sono le associazioni di psicologi (da qualche anno politicamente gay-friendly) a considerare “non normali” gli stessi transessuali, in quanto affetti dal disturbo dell’identità di genere (DIG), patologia catalogata fra i disturbi mentali del DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). La normalità, nonostante oggi faccia paura ricordarlo, è la complementarità dei sessi, come ha deciso la natura umana.
Un’altra frase della Biancofiore incriminata è questa: «Purtroppo qualcuno nasce con una natura diversa, tra l’altro una natura che non ti fa avere una vita facile. Sono persone che considero al pari di me. Non c’è solo l’eterosessualità, ma anche una sessualità diversa, che oggi, purtroppo, è estremamente comune». L’onorevole del PDL sembra in questo dare ragione al leader omosessuale Franco Grillini il quale sostiene che omosessuali si nasce e non si diventa, inoltre sottolinea la vita non facile degli omosessuali. Perché la lobby gay si è arrabbiata? Forse per il “purtroppo”? Polemiche anche per questa frase: «Gli italiani sono tendenzialmente contrari ai matrimoni gay perché noi restiamo un popolo profondamente cattolico. Detto questo, ho il massimo rispetto per tutte le forme di amore». Ancora una volta non si capisce cosa vi sia di discriminatorio in questa frase, forse non corrisponde alla realtà perché molti cattolici ormai sono totalmente in opposizione al cattolicesimo che professano, ma non si nota alcuna nota omofobica nella frase.
Infine c’è un’ultima frase della Biancofiore che è contestata: «Mi piacerebbe per una volta che anche le associazioni gay, invece di autoghettizzarsi e sprecare parole per offendere chi non conoscono, magari condannassero i tanti femminicidi delle ultime ore. Difendono solo il loro interesse di parte». Non ha senso chiedere agli omosessuali di concentrarsi sui femminicidi, tuttavia è vero che la lobby gay si ghettizza da sola con queste crociate ad personam, lo dicono gli stessi omosessuali liberi pensatori, come appunto Spirlì: «non faccio parte di quella schiera di froci riconosciuti e autorizzati a parlare in pubblico a nome della categoria». Sotto accusa è certamente l’Arcigay, che pesca nel retroterra comunista dell’Arci e su cui Il Giornale ha fatto una piccola inchiesta in questi giorni (ripresa da Dagospia). Alessandro Cecchi Paone, storico gay non allineato, ha spiegato: «Direi che è una rete solida e anche remunerativa, un business. Non a caso animatori e ballerine sfilano nel corteo del Gay Pride. La mitica lobby non riesce a portare a casa alcun risultato, proprio perché è impantanata negli schemi delle contrapposizioni politiche».
Ma non è certo un’opinione isolata: Nathalie de Williencourt, lesbica e leader di Homovox, ha affermato qualche tempo fa: «si ascoltano sempre le lobby LGBT, parlano sempre loro nei media, ma molti omosessuali non fanno parte di questo movimento. La maggior parte degli omosessuali sono amareggiati dal fatto che questa lobby parli a loro nome, perché non abbiamo votato per loro».
Ruggero Guarini ha giudicato «faziosa e assurda l’accusa di bigottismo omofobico che il terrorismo gay suole muovere a quanti si oppongono a questo progetto». Anche l’intellettuale italiano Ernesto Galli della Loggia è stato vittima di questo “terrorismo gay” mediatico, e ha risposto in modo chiaro: c’è una «sgradevole impressione che al fine di ottenere con successo, le legittime, sacrosante campagne del movimento gay, più che di convincere il pubblico cerchino solo di chiudere la bocca a chi la pensa diversamente». L’editorialista di “Spiked online”, Brendan O’Neill lo ha affermato chiaramente: «Il matrimonio gay è diventato una sorta di arma per dimostrare chi è megliore, chi è evoluto. Sostenere il matrimonio gay è diventata una sorta di guerra culturale, un modo di distinguersi dalla folla ignorante. Essere contro il matrimonio gay può ora essere visto quasi come un atto di ribellione politica, contro una élite lontana che teme e detesta chi non è come lei»
Benedetto Ippolito, filosofo presso l’Università degli Studi “Roma Tre” ha preso a sua volta posizione sul caso Biancofiore: «La famiglia è un rapporto stabile tra un uomo e una donna, all’interno del quale si produce biologicamente nuova vita. È, quindi, il diritto primo dei nascituri ad avere un padre e una madre ad impedire alle coppie omosessuali di essere famiglia e adottare figli, non la cattiveria della Biancofiore». Per questo «le disapprovazioni, mosse apertamente dalle associazioni gay, non paiono convincenti» e «l’accusa alla Biancofiore è, pertanto, ipocrita e retorica, perché accusa qualcuno di sostenere quanto la Costituzione asserisce e quanto la dottrina sociale della Chiesa insegna da sempre».
58 commenti a Caso Biancofiore, etero e omo contro la lobby gay
dichiarazioni a caso contro dichiarazioni a caso
Omosessuali si nasce ? Ma mi faccia il piacere !
io, modestamente, lo nacqui
…..nascesti male, allora!
😀
Ma come fai a saperlo? a tre anni o a sei anni non credo si possa sapere se uno è omosessuale. Anch’io penso che l’omosessualità non possa essere congenita ma dipenda da molteplici fattori o esperienze avute durante le varie fasi della crescita.
Se non é una battuta sarebbe interessante sapere in base a cosa si sente di fare una affermazione così “definitiva”; chiedo fin da ora venia della richiesta, se giudicata “scorretta”, visto che si parla della sua persona.
Chiunque potrebbe venire a scrivermelo . Comunque staresti dicendo che esisterebbe un gene gay (?).Quindi credi di essere forzato ? Io sono etero ma per natura e per complementarietà dei sessi non riesco a non farmi piacere una persona del mio stesso sesso , ma non escludo la possibilità che un giorno di questi mi possa piacere , in fondo si tratta di attrazione sessuale e sò questo sull’omosessualità : dipenderebbe dal fatto che nel corso dell’infanzia alcune situazioni, esperienze e iniziative sono state premiate, disincentivate o punite. Schematizzando vi sono quattro diverse possibilità:
Ostilità verso la madre: negli omosessuali maschi, a causa del loro timore-odio verso al madre -che viene sentita come troppo severa, dominante o punitiva- diventa difficile costruire una sorta di “ponte” tra la figura materna e le altre figure femminili in generale. Le figure di sesso femminile possono essere rifiutate o temute, cosicché la pulsione erotica viene convogliata verso il sesso maschile. Nell’omosessualità femminile la mancanza di empatia o il risentimento verso la madre ostacolerebbero l’accettazione di un ruolo femminile nei confronti dei maschi.
Forte legame affettivo con la madre: un legame affettivo troppo intenso con la madre blocca la maturazione emotiva, sociale e sessuale. Così per i maschi l’unica figura femminile apprezzabile diventa la madre, mentre le femmine vedono solo nelle donne la possibilità di un legame affettivo. Alcune vicende -la guerra, il divorzio dei genitori, ma soprattutto la cosiddetta assenza affettiva del padre- possono esasperare un legame affettivo madre-figlio. In sostanza, in questo caso, l’omosessualità dipenderebbe dall’impossibilità di uscire dal primo rapporto d’amore cioè dal mantenimento di un esclusivo e inalterato legame con la madre.
Ostilità verso il padre: nei maschi ciò ostacolerebbe l’assunzione di un ruolo maschile, in quanto essi non si riconoscerebbero nel proprio padre, cioè in una figura che nell’infanzia essi hanno rifiutato. Nelle femmine un forte rifiuto od ostilità verso la figura paterna può essere alla base di una successiva ostilità verso i maschi anche a causa di violenze subite dagli stessi.
Carenze della figura paterna: la presenza di un padre debole (ad es. per la forte dominanza della madre) o la sua assenza (ad es. per un divorzio) può far sì che i maschi non lo prendano a modello e sviluppino degli atteggiamenti passivi.
Queste ‘mancanze affettive’ faciliteranno il ripiegarsi in se stessi o a rivolgersi verso i propri simili, ossia verso persone del proprio sesso. Naturalmente questo proviene da esperienze fatte nella vita e che difficilmente portano un bambino ad amare un altro bambino del proprio sesso , anche perché non avrebbe neanche sviluppato i propri organi dediti alla riproduzione ,infatti le uniche emozioni degli infanti sono rivolte a chi li aiuta a sopravvivere .
Ora non ti voglio chiedere cosa ne pensi ,ho solo voluto dare una spiegazione psicosociale di quello che so e che ho studiato e ne mi interessa sapere se lo sei veramente o no (siamo tutti esseri viventi) quindi ciao .
non ho certo detto che esiste un gene gay. io non so perchè lo sono, ma lo sono.
le casistiche che hai compilato sui rapporti genitori-figli coprono il 95 per 100 delle famiglie, quindi mi pare strano, a questo punto che esistano così pochi gay (scherzo, ovviamente).
guarda, non te lo so spiegare, ma mi sono reso conto abbastanza presto che nei miei rapporti con le ragazze, a parte un disinteresse di fondo mascherato dagli ormoni giovanili, c’era qualcosa che non andava. io mi innamoro degli uomini, e inoltre mi sembra una cosa così naturale che non capisco bene come ci si possa innamorare di qualcuno del sesso opposto. o meglio, lo capisco benissimo, ma perchè sovrappongo il mio vissuto emotivo a quello degli altri.
credo sia lo stesso meccanismo che usi tu quando ti immagini un rapporto affettivo gay.
Il fatto che accada non significa che sia bene che accada…c’è chi si innamora della propria madre, chi del proprio figlio, chi dei figli degli altri, chi del suo animale (in Oriente sopratutto)…insomma evitiamo l’equazione “accade = naturale”.
La scelta della natura è la complementarietà dei sessi, il resto è disordine affettivo rispetto alla natura umana vissuto da una percentuale minuscola della popolazione (1-2% secondo i sondaggi). Accade? Si accade, ma questo non significa nulla.
le casistiche che hai compilato sui rapporti genitori-figli coprono il 95 per 100 delle famiglie, quindi mi pare strano, a questo punto che esistano così pochi gay (scherzo, ovviamente).
Perché banalizzare? Le teorie delle relazioni oggettuali, dell’analisi delle dinamiche e delle strutture familiari, del recupero della relazione con la figura paterna ecc…, derivano in letteratura da ricerche e lavori eseguiti in ambito psichiatrico e psicologico nel secolo scorso e sono diventate possibili riferimenti per interpretare l’insorgenza dell’orientamento omosessuale.
e inoltre mi sembra una cosa così naturale che non capisco bene come ci si possa innamorare di qualcuno del sesso opposto. o meglio, lo capisco benissimo, ma perchè sovrappongo il mio vissuto emotivo a quello degli altri.
Buon per te. Per altre persone la cosa é un po’ più complessa.
Dimmi se può interessarti questa lettura: http://cogitoetvolo.it/omosessualittra-qsceltaq-e-sofferenza/
Si tratta di uno psicologo che si è trovato per caso ad analizzare vite di omosessuali, che ne hanno poi tratto molto giovamento. A volte le spiegazioni più lineari e basate su dati concreti sfrondano da tanta falsa ideologia.
Io sono etero ma per natura e per complementarietà dei sessi non riesco a non farmi piacere una persona del mio stesso sesso…
“Non riesco a non farmi piacere” quindi sente piacere per una persona del suo stesso sesso? 🙂
No volevo dire ‘non riesco a farmi piacere’ !Mi sono scordato che la doppia negazione è un’affermazione ç_ç …non so scrivere :S .Per favore non capite male a causa della mia deficenza nello scrivere ._.” …
No però mi incuriosisce sta cosa. Cioè, se per esempio io faccio il padre, e sto fuori tutto il giorno, c’è la possibilità di far crescere un figlio gay (mettendo che io ne abbia uno)? beh… dovrò cercare un impiego che mi dia abbastanza tempo libero allora, se è davvero così
No non è questo . Non far finta di non aver capito . Il figlio (in questo caso maschio) se vede che la figura maschile ‘dominante’ della propria famiglia è poco autorevole magari anche per una madre molto aggressiva e quindi il figlio tende appunto a rifiutare la figura del padre . Mica se non lo vede mai non sa che ha un padre autorevole ,l’importante è far affezionare il figlio al padre come una figura appunto maschile e autorevole (mi sembra di essermi ripetuto) . Hai capito o vuoi che te lo spiego in un modo ancora più semplice o.O ?
E’ una idiozia.
Mio padre non ha brillato per presenza, ma sono perfettamente etero.
Non spacciamo vaccate pseudosociologiche come la verità imposta dall’alto.
Se tu invece di sparare vaccate ideologiche prive di ogni riscontro, volessi approfondire a partire da un’esperienza pratica, vissuta da un terapeuta che ha avuto in cura mezzo arcigay di Roma: http://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/scheda.jsp?bid=IT\ICCU\BVE459616;
http://cogitoetvolo.it/omosessualittra-qsceltaq-e-sofferenza/
Matyt io infatti non ho detto questo ! Se poi vuoi prendere ‘fischi per fiashi’ o fare ‘l’indiano’ sò fatti tuoi ma di sicuro quello che ho detto non sono idiozie ma studi non buttati li a caso che a quanto pare (me lo aspettavo) alcuni non hanno o non vogliono capire (volere è potere) . In pratica ho detto che c’è bisogno di una madre non troppo aggressiva o ‘maschiona’ se mi passi il termine per far si che non si imponga troppo sulla figura del padre ,se poi questo padre mettiamo caso che va in guerra c’è ancora più bisogno di una madre che sappia dare importanza alla figura del padre pur non destabilizzando la propria . In pratica tra la figura della madre e del padre non deve esserci asimmetria pur rispettando i diversi ruoli di maschio e di femmina che il figlio prenderà come esempio .
In pratica se il figlio in questo caso maschio non accetta la figura del padre ,per svariate possibilità che ho spiegato e che non a forza centrano con la presenza o l’assenza di un padre ,sarà portato a quasi amare quella della madre e quà entriamo nella teoria del complesso d’edipo (non credo ci sia bisogno di spiegartelo) e in pratica dipenderebbe da un imperfetto superamento di questo e, quindi, dal rifiuto del proprio ruolo sessuale maschile o femminile ,in questo caso (repetita iuvant) maschile .
Credo di essermi espresso nel miglior modo possibile prof. non è che un 7 o per azzardare un otto me lo merito ?
L’assenza del padre come genesi dell’omosessualità è una teoria molto stabile sostenuta dalla scuola freudiana. Ovviamente occorre che vi sia una predisposizione dunque l’obiezione di Matyt è (come al solito!) priva di senso.
Onestamente, persino a me che sono non cattolico, la questione pare una strumentalizzazione abbastanza becera.
I motivi per cui la Biancofiore è impresentabile e indegna persino di un sottosegretariato di infimo ordine, sono altri (essenzialmente legati alla sua totale assenza di volontà propria, ma questo è un’altro discorso).
A questo punto dovresti chiederti: come mai siamo arrivati al punto in cui essere tacciati di omofobia è peggio che dirsi ebrei nella Germania degli anni 30?
Ottima comunicazione da una parte, affiancata ad una pessima comunicazione dall’altra. (E penso che questo, anche per cattolici hardcore come voi, sia piuttosto evidente)
Su questo, non c’è il minimo dubbio.
Io l’ho detto tante volte fino alla nausea.
Basta guardare il pressapochismo e l’incompetenza di come hanno gestito la faccenda pedofilia: la % di pedofili nel clero è molto inferiore a quella dei laici, eppure sono stati capaci di entrare nell’immaginario collettivo come un covo di pedofilia, che è una balla mostruosa.
E poi le cellule staminali: le embrionali hanno dimostrato di essere piene di problemi e difficoltà, quelle adulte e ombelicali sono quelle promettenti.
Il Nobel al giapponese avrebbe dovuto essere una conferma che la Chiesa nel campo delle staminali ha puntato sul cavallo giusto, aveva visto giusto, e i radicali hanno perso scientificamente la battaglia per le staminali, concentrando il loro interesse solo sulle embrionali.
Bene, pur avendo vinto le posizioni della Chiesa sulle staminali, nell’inconscio collettivo la Chiesa si oppone alla ricerca sulle staminali, il che è falso, perché sulle staminali fallimentari ha detto no per la distruzione degli embrioni, ma su quelle promettenti e che finora hanno dimostrato di essere valide, ha sempre detto si sin dalla prima ora.
E questi sono solo due esempi, se ne possono fare fino a domattina.
Ma io mi chiedo: se io prendo un incarico e dichiaro di essere in gradi di poterlo svolgere, e alla prova dei fatti risulto essere un incapace, sarò bravissimo in altre cose, ma in quella sono un disastro, secondo voi quanto ci mettono a darmi il benservito?
A volte ho la vaga impressione che Ratzinger sia stato lasciato solo abbandonato tra un branco di lupi senza aiuto, senza supporto.
E per ultimo, Twitter.
Ma chi è che ha avuto quella pensata da premio Nobel?
E non vado oltre.
Altro sassolino dalla scarpa, che mi è venuto in mente adesso:
poco tempo fa a Bologna c’è stato un concerto di Marilyn Manson, noto satanista per sua stessa ammissione (era uno dei “colonnelli” di La Vey).
Un sacerdote bolognese (e giovane pure, di questo mi stupisco!) organizza una veglia di raccoglimento e preghiera con le chitarre e i gruppi giovanili.
Ottima idea, applausi!
Però si mette a fare un sermone (da quello che riportano i giornali, io non ero presente dunque prendo quello che ha detto la stampa senza verificare di persona) che invalida tutta l’iniziativa che ha avuto.
Come avrei gestito io:
dati sicuri, certi: il cantante in questione è satanista per sua ammissione.
Ha fatto dei video molto espliciti su satanismo, aborti, droga (the dope show), sfigurazione di immagini sacre.
Ce n’è a bizzeffe per fare una filippica da infiammare la folla con pochi dati certi, inoppugnabili, basta lavorare bene con le parole ed aizzare un incendio.
Lui si è messo a tirare fuori una sfilza di cantanti molti dei quali tutto puoi pensare fuorché si tratti di satanisti, perché adesso fanno il back-masking e tirano fuori che anche Jingle Bells all’inverso è una litania satanica.
Addirittura Battiato…può essere satanista un Battiato secondo voi?
Tiziano Ferro (che non mi piace), ma mi pare sia un cantante melodico popolare.
Ma io mi domando e dico: hai davanti Manson, il più satanista dei satanisti.
Nessuno può affermare il contrario su di lui.
Hai materiale più che sufficiente a far divampare un incendio, e invece, si perde con cantanti minori, melodici, popolari, allontanando l’attenzione dal capo dei satanisti dichiarati.
E sei pure nella città di Dimitri (va be’ che quello è protetto politicamente), ma se hai l’arte della parola riesci a scatenare su di lui senza nemmeno menzionarlo, dunque senza essere passibile di querela.
Con Manson hai aborto, droga, insozzamento di immagini religiose, il tutto ben evidenziato in spezzoni dei suoi video; ma non bastano come capi d’accusa per far divampare un’esplosione il cui effetto può essere molto persistente, dipende da come giochi con le parole.
Perché se la si sa usare, la parola può essere un’arma micidiale.
E’ riuscito (sempre se i giornali hanno riportato giusto) a distogliere l’attenzione dal criminale grosso e deviarla su eventuali minori poco probabili.
cattolici hardcore 😀
Capisco l’invidia per avere qualcosa da amare nella vita aldilà del proprio ombelico, ma chiamaci pure cattolici coerenti 😉
Ma, il pensiero che qualcuno possa aver conosciuto il cattolicesimo molto bene, e proprio per questo abbia esplicitamente deciso di non abbracciarlo come propria religione ti è proprio impossibile?
E, per quanto riguarda la definizione di “cattolici coerenti”, dipende cosa si intende per coerenza:
Se è aderenza alla tradizione, quella della San Pio X mi sembrano molto più coerenti di molti di voi.
Se è “ortodossia”, ci sono gli ortodossi.
Se è vicinanza al messaggio di Gesù, mi pare che molti cattolici “adulti” siano più coerenti.
Se è coerenza filosofica, l’unico che può fregiarsi di “coerenza” su questo blog è a-theos.
Quindi, basta mettersi d’accordo sulle definizioni.
Sì, perché se uno trova una perla, scambiandola per sterco, quello che non va non dipende dalla perla… Il solo fatto che tu abbia compreso il “messaggio” di Gesù come meglio praticato dai cattolici “adulti”, la dice lunga sulla confusione che alberga nella tua visione delle cose.
Continuando la metafora…
E se a me le perle non piacessero, e preferissi, chessò, gli zaffiri?
E’ sintomo di chiusura mentale (nonchè una posizione osteggiata da tutti e tre gli ultimi papi…) quella di pensare che l’unico oggetto di valore siano le perle.
Per tornare seri:
Se si dovesse riassumere il messaggio evangelico in una frase, sarebbe “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.
Ecco, mi pare che molti cattolici “hardcore” abbiano il medesimo modus operandi di molti di quegli ideologi che vogliono in tutti i modi contrastare.
Nonostante le aperture estreme post-concilio V.II nessuno degli ultimi tre papi si è neanche sognato di negare la superiorità (in perfezione e verità) del Cattolicesimo rispetto a qualsiasi altra religione esistente! Non pretendo tu ti converta per merito mio, ma almeno informati prima di dire certe corbellerie.
Quanto alla tua sintesi del Cattolicesimo, non è possibile commentarla, poiché, come chiunque comprenderebbe, estrapolare una sentenza, ponendola come sufficientemente rappresentativa di 2000 anni di filosofia e teologia cattoliche, fa solo ridere.
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_25051995_ut-unum-sint_it.html
Poi ciascuno, ovviamente, interpreta come meglio crede.
La sintesi, come tutte le sintesi, è parziale.
Mi sembra che però la frase sia piuttosto rappresentativa.
Matyt…ho sempre più l’impressione che tu sia un laicista feticista del cattolicesimo. Ti prego, smentiscimi.
Premetto che non sto ne voglio accusare nessuno, ma fare una semplice riflessione.
Io sinceramente non ho una (chiamiamola) presunzione tale da dire di “conoscere bene il cattolicesimo”, poiché da quello che ho compreso, anche proprio nelle recenti letture di San Paolo sentite in queste ultime domeniche (parlo del rito ambrosiano), non bisogna “mai sentirsi arrivati” e bisogna sempre avere quella “sana inquietudine” come afferma Sant’Agostino.
Per il resto c’è veramente bisogno di “mettersi d’accordo” con le definizioni:
lei definisce aderenza alla tradizione “quella della San Pio X”; dipende da quella che è la sua concezione di aderenza alla tradizione che, si badi bene, non significa fissità, ma aderenza alla Rivelazione, che è pur sempre nella storia.
Definisce ortodossia quella degli ortodossi? Mi sembra che si prenda il termine “ortodosso” in una accezione alquanto limitante, poiché come esiste un cattolico ortodosso al messaggio della Chiesa Cattolica esistono comunisti ortodossi al messaggio di Marx; non vedo perché considerare ortodossia solo quella della confessione ortodossa, altrimenti chi sarebbero allora gli eterodossi?
Dichiara che più vicini al messaggio di Gesù sono i “cattolici adulti” (come non mi piace questa definizione…); sinceramente io, in base a quelle pochissime e rarissime informazioni che ho su di loro, non mi pare che alcune loro posizioni siano vicine al messaggio di Gesù.
Coerenza filosofica: a me pare che ci sono anche molti altri utenti che mostrano coerenza in questo senso, però in tal caso parliamo di personali punti di vista.
Lei ha perfettamente colto il punto della questione.
Non dirò la parola che vi fa salire il sangue al cervello, ma come potete vedere, le valutazioni di merito (e dunque i giudizi…) dipendono dalle definizioni e dalle categorie di chi le fa.
Voi, per un ortodosso, siete eterodossi.
Voi, per uno della Fraternità San Pio X, siete dei pericolosi innovatori della tradizione.
Così come voi ritenete eterodossi e innovatori i “cattolici adulti”, e magari pure i seguaci della tradizione.
vabbe, sto delirando… l’ultima frase è ” e magari pure gli affezionati del concilio vaticano II”
Capisco perfettamente quello che vuole dire; ma voglio dirle anche questo:
Io, rispetto ai miei famigliari, rispetto ai miei parenti e rispetto a diversi miei conoscenti, ho quasi sicuramente un’ “indole” più tradizionalista (ad esempio a me non dispiace recitare le preghiere in latino). Ma al tempo stesso potrò essere considerato come un innovatore rispetto ad un greco-ortodosso (ad esempio rispetto al modo di fare il segno della croce: loro con le tre dita unite, noi con la mano aperta).
Tuttavia tanto io, quanto i miei famigliari, quanto i miei parenti, quanto diversi miei conoscenti, quanto i greco-ortodossi crediamo che Gesù sia il Figlio di Dio, sia morto in croce e sia risorto per la salvezza degli uomini; e questo è l’importante.
A noi “fa andare il sangue al cervello” il relativismo, fondamentalmente perché è un “orientamento” sterile e vuoto.
D’altro canto se si dovesse applicare il relativismo alla lettera si cadrebbe nel solito e ritrito -ma pur sempre valido- paradosso dello scetticismo, ovvero si dovrebbe relativizzare anche il relativismo: esso relativizza tutte le posizioni, ma si pone esso stesso come verità assoluta.
Ma proprio dal solito paradosso dello scetticismo possiamo trarre un’ulteriore riflessione: così come lo scetticismo, se preso con moderazione, prudenza ed in senso costruttivo (ovvero non che ciò che non comprendo sia falso o non esista, quanto invece è necessario che io lo comprenda od è possibile che la mia mente limitata non lo comprenda appieno) così deve essere per il relativismo: esso ha senso fino al punto in cui lo si considera nel senso dei “diversi punti di vista”, anche se ciò non significa legittimarli o tanto meno accettarli passivamente, altrimenti si cade nell’assurdo, oltre che essere fonte di degenerazione, come la nostra società sta mostrando.
In poche parole il “giusto mezzo” come sosteneva Aristotele.
Lorenz, prendo spunto da te, ma rispondo anche a Matyt: quando il grandissimo Aristotele parla del “giusto mezzo” (mesotes, ossia la medietà) si riferisce alle virtù morali o in altri ambiti, quelli delle sue analisi intorno alla “percezione” sensitiva, si riferisce al “range” percettivo dei vari sensi (che è anche qui mesotes, cioè forbice tra estremi che vanno oltre alle nostre capacità, come nell’udito o nella vista).
Ma quando Aristotele parla di verità, la mesotes non ha alcun senso. Ci sono verità a noi non accessibili, ma quelle a cui possiamo giungere non stanno in mezzo a niente, sono semplicemente l’opposto del falso.
Matyt, come ti faceva notare Lorenz (anche se a mio avviso ti concedeva troppo), o c’è alla fine verità su cui appoggiarsi per distinguere una semplice opinione superficiale da affermazioni realmente fondate, oppure si cade nel relativismo puro, che è autocontraddittorio. Dunque è possibile capire chi sta nel vero, tra coloro che pretendono di rappresentare la posizione vera all’interno del Cattolicesimo.
@Matyt
Tu saresti quello che conosce il cattolicesimo molto bene?
A me sembri soltanto uno dei tanti anticlericali da strapazzo che circolano sul web ad aggredire chi non la pensa come loro pur di dare un senso alla propria giornata.
Il tuo discorso sulla coerenza non ha senso (ortodossia = ortodossi?) e sfiora il ridicolo. Bisogna anche risponderti?
Perché c’è qualcuno in Parlamento che ne è dotato?
I grillini 😉
Bella la battuta xD…
UN TROLL! ARCIERI, PRONTI!
“legati alla sua totale assenza di volontà propria, ma questo è un’altro discorso”
E che pa**e con ‘sta storia!!!
Perchè, i grillini che devono chiedere a paparino Casaleggio e a mammà Grillo pure se possono andare in bagno?
O fanno un referendum su internet?
1. Le ho dato l’impressione di essere grillino? Lo prendo come un insulto personale piuttosto grave.
2. Il fatto che una parte politica (purtroppo) consistente lo faccia, non autorizza altri a perseverare nell’idiozia.
non è vero che i grillini fanno quello che dicono i paparini!
sulle diarie da restituire non li hanno sentiti per niente…
Ecco, pensate adesso cosa potrebbe succedere se approfittando della debolezza governativa riuscissero a far passare una legge contro l’omofobia.
Una volta su questo sito scrissi che se die gays ti chiederanno di affittargli un appartamento, e tu non glielo vuoi dare per le tue ragioni che esulano completamente dal fatto che sono gays, tipo….vanno sempre in disco, portano a casa gente e fanno casino e bevono trasformandoti l’appartamento in un puttanaio, oppure preferisci privilegiare una coppia in difficoltà economiche, quelli potranno accusarti di avere un comportamento omofobo nei loro confronti, e ti toccherebbe dargli l’appartamento (cioè lo perdi, non in affitto, ma darglielo proprio) per pagare i danni morali con tanto di ingiunzione di Equitalia Giudiziaria.
La legge sull’omofobia è per i gays occidentali esattamente quello che è la legge sulla blasfemia in Pakistan (vedi il caso di Asia Bibi).
Io vedo solo omofobofobia…
…..direi piuttosto CRISTIANOFOBIA.
L’anticristianesimo è l’ultimo antisemitismo ammesso culturalmente.
(ultimo nel senso di “ultimate”, la forma più sviluppata, più moderna).
Quello che mi dispiace è che la Biancofiore sia stata spostata ad altro incarico dopo quella polemica; sarebbe stato opportuno lasciarla alle pari opportunità, dato che le sue parole erano state equilibrate e condivisibili e non è possibile che il governo si lasci influenzare da simili permalosità delle comunità gay!
Questi “froci riconosciuti e autorizzati a parlare in pubblico” sono tanto invadenti e petulanti che fanno diventare omofobe le persone!
A loro mica dispiace, altrimenti come farebbero a giustificare la favola dell’omofobia?
Non capisco quale sia, sotto il profilo della libertà individuale, la rilevanza dell’origine genetica o meno dell’omosessualità.
Ognuno dovrebbe essere libero di esprimere la propria personalità, anche se elettiva, nei limiti del rispetto reciproco.
Ancor più contraddittorio trovo l’argomento, ostile agli omosessuali, secondo cui questa tendenza sarebbe malata, in quanto, se così fosse, andrebbe persino supportata, al pari di qualunque situazione di debolezza.
Quanto alla normalità, infine, penso che ci sia un equivoco, ossia si confonde fra la normalità civile (cioé la pacifica convivenza) e la normalità della persona (che, ovviamente, non può costituire un motivo di discriminazione).
Mi spiace sbagli totalmente su ogni punto.
1) Se omosessualità è contro-natura (la natura umana, non confondiamo con il termine “natura” nell’accezione di “insieme degli individui di fauna e flora”), è un male e fare del male a se stessi e agli altri (il partner gay e l’intera società a causa dell’esempio dato), non è assolutamente accettabile.
2) Una malattia, ovviamente, si tenta di guarirla, mica di tenerla lì o di farla progredire. L’omosessualità non è poi una malattia fisico-biologica, ma un “disturbo della personalità”, cioè della corretta maturazione psicologica (a riguardo della propria identità di genere, che non è, appunto, solo biologica, ma anche psichica).
3) Il concetto di “normalità”, va riferito alle caratteristiche della natura/essenza umana, che sono quelle e non altre = un uomo non è un topo, così come un essere-umano-maschio non è un essere-umano-femmina.
@ à-theos
1) Contro natura non significa autolesionistico e, in ogni caso, anche l’autolesionismo è lecito se consensualmente espresso. Ad esempio, indossare il cilicio costituisce certamente un comportamento contro-natura (in quanto crea una microlesione della epidermide, incompatibile con la sua naturale funzione protettiva), ma non è necessariamente un male (perché potrebbe contribuire alla realizzazione del benessere individuale) e, anche se lo fosse, rimarrebbe libero perché una persona potrebbe preferire al proprio benessere individuale un fine superiore.
2) La malattia è una caratteristica della persona e, in quanto tale, ognuno ne dispone come meglio crede. Se, poi, per malattia non intendete la lesione del benesssere individuale, bensì ciò che non serve alla società, allora la cura diventa uno strumento di oppressione e non di aiuto all’individuo.
3) L’omosessualità, infatti, non incide sull’essenza umana. Un uomo rimane un uomo ed una donna rimane una donna anche se si uniscono a persone dello stesso sesso.
Allo stesso modo in cui uno zoppo rimane una persona anche se cammina in maniera claudicante.
Sembra che non consideriate la sessualità una caratteristica come un’altra, ma un qualcosa che incida sull’essenza della persona. E questo non c’entra nulla con la scienza.
Poi, spiegami esattamente perché andare contro-natura sarebbe sinonimo di farsi del male. Tanto più in un caso, come quello dell’omosessualità, in cui il comportamento è espressione di una caratteristica della persona e, dunque, appartenente alla sua natura soggettiva.
Perdonami, non ho proprio il tempo materiale per ri-esporti quanto su questo sito viene discusso ogni volta che c’è un articolo su questa questione. Sarò dunque molto sintetico.
1) Il principio della libertà intesa come “fare quello che si vuole” è falso e contraddittorio per un milione di motivi. Negli articoli intorno a questo, trovi argomentazioni al riguardo. Nessuno ha la totale disponibilità (morale) di se stesso = suicidio non è moralmente accettabile (= male) e così i comportamenti autolesionistici, che non vanno confusi con l’esempio da te fatto, proprio per la ragione che tu stesso indichi (disciplinare, ovviamente senza infliggersi danni permanenti, il corpo, data la condizione di peccato originale in cui versiamo, è un bene per lo spirito, che altrimenti non potrebbe raggiungere il livelli di ascesi necessari al Paradiso).
2) L’omosessualità non ti toglie l’umanità, ovviamente, ma rende deviante e ferisce l’essere maschio e l’essere femmina, che sono parte dell’essenza umana individuale. L’omosessuale rimane biologicamente maschio o femmina, ma non è integro psichicamente, poiché, come detto, l’omosessualità è un disturbo psicologico della personalità, che ne rimane deviata.
3) Andare contro natura coincide con il farsi del male, perché, semplicemente, vai contro-corrente rispetto a quello che sei e così fallisci nel conseguire gli scopi che sono propri della tua natura individuale. Di conseguenza non potrai mai essere felice (e gli omosessuali onesti lo sanno benissimo).
Sono discorsi che non hanno alcuna valenza scientifica o logica sotto il profilo del diritto naturale, ma che richiamano soltanto considerazioni confessionali che, in uno Stato laico, non dovrebbero avere rilevanza giuridica. Basti pensare che, se fosse vero quello che dici Tu, la pratica omosessuale dovrebbe essere vietata o comunque solo tollerata, mentre tutti i giuristi cattolici, anche quelli che si sono espressi su queste pagine, ritengono proprio che la negazione del matrimonio omosessuale non neghi la piena libertà delle relazioni omosessuali.
Comunque:
1) se permetti, lo Stato mi deve garantire il benessere individuale e non la Salvezza. Se si può martorizzare il proprio corpo (comportamento integralmente contro-natura), allora deve essere permessa anche l’omosessualità (che risponde alla personalità o comunque alla natura soggettiva di taluni individui);
2) non ho capito perché la tendenza sessuale dovrebbe essere considerata l’essenza e non un accidente della persona, al pari della lunghezza dei capelli o del colore degli occhi. Non è vero – né scientificamente provato – che la sessualità si associ ad un progetto che deve essere realizzato per garantire la felicità della persona;
3) in realtà, chi dice che l’omosessualità è contro natura (nel senso spregiativo), intende dire che è in contrasto con gli interessi della specie, la quale strumentalizza la persona alla prosecuzione dell’umanità (e, dunque, è per definizione immorale).
In ogni caso, se ci sono omosessuali felici, che cosa facciamo? Li censuriamo per evitare che la realtà smentisca l’ideologia?
C’e’ un principio razionale insuperabile. Contro i fatti le argomentazioni filosofiche hanno valore sempre minore quando più lontano e’ dal fatto.
La normalità (inteso come comportamento medio) non può essere sotto nessun profilo nemmeno etico, un valore in se’. La finalità, naturale o spirituale, ha valore soggettivo e deve sempre essere liberamente scelta e non imposta.
La genesi dell’omosessualità e’ ancora in parte sconosciuta (sconosciuta in tutta quella maggioranza di causi in cui essa non si colloca in una immaturità sessuale rispetto la propria essenza che però non e’ unica e un trauma subìto) come afferma il CCC qualsiasi ipotesi di collocarla tra le malattie e dunque su un invalidamento della persona nella sua piena integrità e’ da considerarsi un ingiusto marchio di infamia.
Sentirsi omosessuali e non rispettare la propria natura che ci spinge alla sessualità secondo a-theos e’ un male?
Se però si richiede rispetto per la natura del proprio essere allora coerentemente bisogna riconoscere il legame omosessuale come sterile e l’idea di matrimonio come estranea alla propria natura, senza per questo rinunciare ad alcuni diritti solidaristici nel rispetto della coppia.
L’omosessualità e’ un male sociale quando promuove principi contro la verità ma la verità dice che la persona ha tutto il diritto di sviluppare il proprio cammino. Questo puntare, da parte di alcuni cattolici, solo sull’omosessualità come l’unica piaga del mondo e’ un falso ideologico.
Vedo molta poca preoccupazione da parte dei cattolici per quelli cattolici e non che nella società tolgono in tutto o in parte la (giusta) mercede agli operai che pure e’ un peccato che grida al cielo e toglie dignità all’umanità. Ah già dimenticavo che in quel caso il fatto e’ un fatto normale e quindi sicuramente accettabile 🙂