Cristianesimo, Islam e le crociate: due pesi e due misure

CrociateCome è già stato fatto notare in questo sito, davanti alla libertà d’espressione i media utilizzano ipocritamente due pesi e due misure rispetto al cristianesimo e all’islam richiamandosi al diritto di esprimere pubblicamente le proprie opinioni quando opere d’arte o vignette blasfeme offendono la sensibilità cristiana, ma condannando le provocazioni al sentimento religioso quando invece si attacca la religione islamica.

L’ultimo caso riguarda forse quello del regista Renzo Martinelli che, basandosi sulle teorie dello storico Bernard Lewis il quale afferma che la rabbia dell’estremismo islamico risale fin dalla sconfitta subita a Vienna dagli ottomani nel 1683, ha prodotto un film su Marco D’Aviano, il frate che contribuì alla fondamentale vittoria delle forze cristiane: il film è stato criticato perché “antislamico,” e “leghista”. Sarebbe interessante sapere se i detrattori abbiamo giudicato razzista anche i film che attaccano i cristiani (si pensi ad esempio alle “Crociate” di Ridley Scott).

Tra l’altro simile disparità di trattamento si poteva ravvisare fino a qualche tempo prima anche in ambito storico specialmente per quel che riguarda le crociate. Infatti le crociate sono entrare nell’immaginario collettivo diventando lo stereotipo del fanatismo e dell’intolleranza religiosa ossia uno dei più gravi crimini di cui la Chiesa Cattolica si sia mai macchiata. Non di rado si contrapponeva un cristianesimo medievale intollerante ad un islam aperto e liberale verso le altre culture. Eppure le crociate non sono state certamente le prime guerre sante e i massacri che ne seguirono furono ben poca cosa rispetto ad altri massacri, operati da re, duchi e sultani dell’epoca (J. Rummel, Stati assassini, p. 57).

Quando gli arabi si espansero, riuscendo a costruire nel giro di un secolo un impero che andava dalla Spagna all’India, lo fecero per motivi religiosi: lo storico Evangelos Chrysos nel suo “Impero bizantino 565-1025” ricorda che il trattato di pace stipulato con i bizantini nel 678 fu giudicato sovversivo dagli arabi perché per la prima volta fece maturare nella loro dottrina la possibilità di concludere un accordo con gli infedeli e di riconoscerne l’esistenza politica. Ma anche dopo di esso, l’aggressione araba continuò nell’VIII secolo sotto forma di incursioni militari avente il preciso obbiettivo e dovere religioso di attaccare l’impero ogni anno indipendentemente dall’effettiva preparazione alla guerra e dalla capacità dei bizantini di contrattaccare. La situazione non dovette modificarsi neppure quando agli arabi si succedettero i turchi: questi incalzarono i bizantini a tal punto che, come riferisce il cronista Bernoldo di Costanza, l’imperatore Alessio Comneno inviò ambasciatori al papa per chiedere aiuto contro gli invasori. (cfr. M. Hesemann, Contro la Chiesa, Torino 2009 p. 148).

Riguardo alla tolleranza islamica nei confronti delle altre religioni, è stato più volte affermato che, mentre la Chiesa Cattolica perseguitò con ferocia ebrei ed eretici, i musulmani dimostrarono invece un notevole rispetto verso i popoli assoggettati consentendoli di praticare la loro fede senza interferenze. In realtà, i cristiani nelle terre islamiche erano sottoposti a diverse restrizioni religiose: essi diventavano dei “dhimmi” (“protetti”) e veniva consentito loro di praticare la loro religione ma solo in privato, ed era perciò fatto loro divieto di suonare le campane, costruire nuovi edifici di culto, fare processioni, esporre icone o croci e tentare di convertire un musulmano alla loro religione. Inoltre erano soggetti anche a varie discriminazioni giuridiche: dovevano pagare tasse più alte, non potevano testimoniare contro un musulmano in tribunale, non potevano servire nell’esercito, né aspirare a importanti posizioni politiche e dovevano indossare abiti distintivi. Ovviamente, tali discriminazioni variavano in meglio o in peggio in base al periodo o al luogo in cui venivano applicate, ma in tutte le epoche il dhimmi era considerato un cittadino di seconda categoria. Non bisogna stupirsi se questo sistema diede un rapido impulso alle conversioni: un cristiano che si fosse convertito, sarebbe entrato nella comunità islamica migliorando così la sua condizione sociale; per contro un musulmano che fosse diventato cristiano sarebbe stato condannato a morte come apostata. Nonostante questo episodi di martirio o persecuzione non furono rari ed erano provocati da una mancata osservanza della “dhimma” o dall’avvento di sovrani poco tolleranti o da scoppi d’ira popolare che sfociavano spesso in pogrom (cfr. Bat Ye’or, Il declino della cristianità sotto l’islam, Torino 2009).

Taluni scrittori occidentali hanno portato l’ipotesi che lo scontro attuale tra l’Occidente e alcuni settori dell’islam integralista sia dovuto alla rabbia per i soprusi che hanno subito i musulmani sotto le crociate. Questa tesi è alquanto bizzarra dato che gli stessi scrittori musulmani dell’epoca mostrarono uno scarso interesse per le crociate. Ciò era dovuto in parte al fatto che molti di questi consideravano una minaccia peggiore all’unità islamica l’avvento della dinastia fatimide in Egitto che era sciita ismaelita (lo stesso Saladino verrà celebrato non tanto per le sue vittorie contro i crociati, ma per aver conquistato l’Egitto). Bisogna aggiungere inoltre che, nonostante quello che afferma certa pubblicistica, la maggioranza delle guerre medievali non aveva un dogma religioso e sia i cristiani che i musulmani combatterono contro i loro correligionari altrettanto ferocemente che contro gli “infedeli” e questo accadde anche ai tempi delle crociate: all’epoca infatti alcuni stati islamici giunsero a stipulare trattati di amicizia con gli stati cristiani e altri si spinsero addirittura a chiedere un’alleanza contro i loro correligionari. Questa situazione si modificherà però quando il cavaliere Reinaldo de Châtilon, violando un patto stipulato nel 1182, cominciò ad attaccare le carovane di pellegrini dirette verso la Mecca e iniziò ad infestare il mar Rosso con le sue scorrerie giungendo a minacciare i porti della Mecca e di Medina. Quest’atto segnò un profondo shock nel mondo musulmano (paragonabile allo shock subito dai cristiani quando gli arabi giunsero ad attaccare Roma) e ciò scatenò una “controcrociata” diretta da Saladino anche se in seguito i rapporti si normalizzeranno di nuovo (B. Lewis, Il medio oriente, Milano 1996 pp. 226-227).

Se si considera che tra le cause delle crociate vi era anche la rabbia per le uccisioni e gli assalti contro i pellegrini diretti a Gerusalemme, si può dedurre che il comportamento cristiano dell’epoca non era differente da quello musulmano. Eppure taluni “storici” hanno contrapposto un Occidente barbaro contro un Oriente più sofisticato e civile. Molti portano come esempio per la propria tesi il comportamento del Saladino: si paragonava la conquista di Gerusalemme nel 1099 nella quale i cristiani massacrarono parecchie persone a quella islamica del 1187 nella quale invece i musulmani acconsentirono a risparmiare gli abitanti. In realtà, il massacro operato dai cristiani a Gerusalemme fu terribile, ma è importante ricordare che nei codici di guerra del tempo, esso veniva considerato legittimo perché la città aveva rifiutato d’arrendersi e dovette essere presa d’assalto, causando molte vittime tra gli assalitori (anche le vittorie musulmane in circostanze simili sfociavano in enormi carneficine). Quando invece Saladino prese Gerusalemme, stipulò una resa con i cristiani offrendo una condotta pacifica in cambio della consegna della città e accettò di lasciare andare gli abitanti in cambio di un riscatto (chi non pagava veniva fatto schiavo). In moltissimi altri casi, però Saladino fu poco cavalleresco: dopo la battaglia di Hattin, per esempio, partecipò personalmente all’uccisione di alcuni cavalieri catturati, poi si sedette e si godette lo spettacolo dell’esecuzione degli altri. Come disse il segretario di Saladino, Imad ad-Din: “[Saladino] ordinò che fossero decapitati, anziché imprigionati. Era con lui un’intera comitiva di studiosi e sufi e un certo numero di devoti e di asceti; ognuno di essi chiese [ed ottenne] il permesso di ucciderne uno.” (R. Stark, Il trionfo del cristianesimo, Torino 2012 pp. 300-305).

Nel nome di un presunto rispetto al multiculturalismo è nato un razzismo alla rovescia che vede nelle altre culture dei fari di civiltà, mentre al contrario nella propria solo barbarie e intolleranza. Questo atteggiamento però non servirà certo ad instaurare un reciproco rispetto, ma al contrario potrà solo esacerbare gli animi di chi prospetta una “guerra di civiltà”.

Mattia Ferrari

19 commenti a Cristianesimo, Islam e le crociate: due pesi e due misure

  • Simone ha detto:

    Riguardo al nuovo film di Martinelli, i suoi critici probabilmente avrebbero preferito che quei 10 milioni fossero stati spesi per 10 noiosissime pellicole intimiste e pseudo-intellettuali che affollano il nostro cinema.

    • Daphnos ha detto:

      Mentre contemporaneamente ci si domanda perché il cinema italiano abbia smarrito la sua immagine nel mondo… non che Martinelli sia questo artista trascendentale, ma ricoprire di lodi certi registucoli nostrani spacciandoli per fenomeni, solo perché mandano nelle sale film politici (della parte giusta, ovviamente), non paga, cari signori…

  • Giuseppe ha detto:

    Il problema non sta in quello che dice Martinelli, il problema è che i film di Martinelli, cinematograficamente parlando, fanno schifo!

  • Lugh ha detto:

    “ma al contrario potrà solo esacerbare gli animi di chi prospetta una “guerra di civiltà”.”

    Non a caso si tratta della stessa gente che da oltre un secolo incita alle insurrezioni armate e difende sommosse, terrorismo e criminalità.

  • luca ha detto:

    Riguardo la tolleranza religiosa è un diritto recente che risale all’età moderna: i primi a teorizzarlo sono i teologi protestanti o cattolici sui generis come Erasmo da Rotterdam.
    Nel Medioevo tale idea non era presente né nel mondo islamico. né nel mondo cristiano. Per ogni riferimento a tal proposito consiglio la celebre Storia della tolleranza, ed. Morcelliana.

    • manuzzo ha detto:

      Eppure io mi domando: ma se è vero che i cristiano erano così cattivi, come avranno fatto le comunità ebraiche a sopravvivere in Europa (prima del XX sec., intendo)? Per ora mi rimane un mistero. Ben accette le delucidazioni.

      • Lorenz ha detto:

        Bhe, prima di tutto va detto che i cristiani non erano poi così “cattivi” come spesso la solita pubblicistica vuole far credere; fermo restando che gli ebrei, per precise motivazioni (accusa di deicidio, pratica dell’usura, perseveranza nei loro costumi considerati peccaminosi), vennero discrimanati (ed in alcuni casi anche uccisi, basti pensare alla rivolta dei cosacchi del Don del 1648-1649): impossibilità di ricoprire certe cariche, impossibilità di effettuare certi studi, beni sequestrati, a partire dal 1516 ed in alcune città rinchiusi nei ghetti, nell’est europa colpiti dai pogrom…

        Per il resto credo che diverse comunità ebraiche siano riuscite a sopravvivere in Europa poiché gli ebrei non vennero sistematicamente perseguitati ed uccisi, o almeno non fino al XX secolo col nazismo, senza contare che in paesi come l’Olanda o la città di Livorno essi erano pienamente tollerati.

    • enrico ha detto:

      @ Luca

      “cattolici sui generis come Erasmo da Rotterdam”

      e perchè mai sui generis.

      • Lorenz ha detto:

        Scusi Luca se rispondo per la seconda volta ad una domanda originariamente rivolta a lei.

        Io credo che Luca abbia definito così Erasmo, perchè tale famoso umanista, anche se rimase sempre fedele al cattolicesimo, di fatto criticò alcuni aspetti esteriori della fede, considerandoli come “superstiziosi”, e rifiutò alcuni aspetti teologici (egli anzi criticava duramente i teologi perchè, secondo lui, discutevano di argomenti non fondamentali per la fede) il che lo avvicinava, o quanto meno spianò la strada, a quello che sarà il pensiero di Lutero o, per certi aspetti, il vago deismo illuminista.
        Erasmo si pone quindi, almeno per certi aspetti, potremmo dire a metà tra il cristianesimo cattolico e quello protestante, e quindi Luca lo ha definito come un cattolico sui generis.

    • EquesFidus ha detto:

      Che Hollande ed i suoi alleati siano dei laicisti che combattono il Cristo e coloro che sono della Sua schiera, dichiaratamente anticlericali ed anticristiani (e che, difatto, promulgano leggi chiaramente tali), non credo sia una sorpresa.

  • beppina ha detto:

    Cosa risponde a chi ha definito il suo film «leghista»?

    «Che se chiedi a dieci leghisti chi sia Marco D’Aviano, otto non lo sanno. Che il mio film non è contro nessuno, è solo una carica suonata all’Occidente. L’islam fa il suo mestiere, che è l’islamizzazione. Noi, invece abbiamo smarrito le radici dei nostri valori. In 90.000 parole del testo della Costituzione Europea non c’è una sola volta la parola “cristiano”. Da quel giudeo crocifisso è nato tutto: il Rinascimento, la parità tra uomo e donna, la libertà».

    • MarcoF ha detto:

      Il film di Martinelli sono andato a vederlo il giorno dopo l’uscita, per paura che venisse ritirato.
      Un film che sicuramente merita di essere visto, anche se la multisala dove sono andato lo trasmetteva in orari un po’ “fuori mano” (19.45 e 22.25) e infatti in sala saremo stati non più di dieci persone.

      Sono d’accordo che gli effetti speciali siano alquanto scadenti, ma quello che mi chiedo è: si va per vedere la storia della battaglia di Vienna e la figura del beato Marco d’Aviano o si va per vedere qualche effetto speciale “Hollywood-style”?

      Se avete risposto la seconda, beh…… sceglietevi un qualsiasi altro un film d’azione americano e sarete accontentati, avete soltanto l’imbarazzo della scelta!! 😉 😉

      • Leonardo ha detto:

        Se vuoi parlare alle masse, portando contenuti, devi almeno curare la confezione del tuo prodotto.
        Se vuoi parlare ad una nicchia, scrivi un libro.
        Il film “le crociate” ha avtosuccesso prima che per la storia per gli effetti e le scene di battaglia. Che hanno veicolato un contenuto forse non richiesto e non cercato dal pubblico ma che comunque è stato trasmesso.
        Oggi la comunicazione funziona così.
        Con in più una certezza, se cacci i soldi, il botteghino ti ripaga.

    • Mariasole ha detto:

      ..ma infatti l’Europa vuole tornare alla dittatura precristiana, e dato che col cristianesimo non può farlo, lo farà alleata all’islam

  • Livio ha detto:

    ho visto il film e mi è piaciuto tanto. Considerato poi che il budget non è certo paragonabile a quello di un blockbuster americano, non si può che fare un plauso al regista Martinelli per la realizzazione.
    Racconta una storia che io personalmente conosco da tempi recenti, ho cosi scoperto Marco D’Aviano e sto cercando una bibliografia su di lui. Incredibile come sia passato sotto silenzio un fatto simile sui libri di storia scolastici, e come mancasse unità tra quegli reami europei che si fregiavano del titolo di cristiani ma che al dunque non fecero nulla per arginare l’avanzata di Mustafa. A quanto pare dobbiamo molto alla Polonia e al suo re comandante Sobiesky il mantenimento a un certo punto della storia delle radici cristiane.