L’odifreddura della settimana: Dario Fo

Dario FoL’odifreddura della settimana la vince Dario Fo, imbarazzante premio Nobel italiano (il Nobel è «un’onorificienza caduta molto in basso, evidentemente» commentò ironica Oriana Fallaci dopo l’assegnazione).

Fo è passato dall’apprezzato Mistero Buffo al sostegno del terribile dittatore comunista cinese Mao Zedong («in Cina c’è l’uomo nuovo perché c’è una filosofia nuova» disse estasiato dopo aver visitato la Cina, infilando le massime del dittatore nei suoi spettacoli teatrali), fino a ridursi a promuovere e divulgare il complottismo anti-americano sugli attentati dell’11 settembre 2001.

L’idolo comunista e anticlericale Dario Fo è stato anche definito dalla Fallaci «un vecchio giullare della repubblica di Salò», questo perché –ha spiegato la giornalista toscana e hanno mostrato documenti e testimonianze varie, sopratutto di estrema sinistra– nel 1943 Fo entrò a fare parte del battaglione “A. Mazzarini” della Guardia Nazionale Repubblicana partecipando a diverse ‘retate’ dei repubblichini contro i partigiani comunisti nella Val d’Ossola. Difensore pubblico della laicità, Fo si è sempre voluto impicciare di questioni strettamente cattoliche e lo ha fatto anche recentemente invitando la Chiesa a far sposare i preti per debellare tutti i casi di pedofilia. L’intervista è poi continuata con le sue solite sciocchezze sui Vangeli e la storicità del cristianesimo, prive di qualsiasi attendibilità.

Quella dell’abolizione del celibato per combattere la pedofilia è una tesi fallace sostenuta spesso da anticlericali e incompetenti, come il teologo sessantottino Hans Küng, viziata dall’ossessione strettamente anticattolica del laicismo occidentale. Sappiamo bene, infatti, che tassi simili o superiori di abusi sessuali avvengono anche in congregazioni religiose in cui il celibato è assente (protestanti, ebrei ecc.). Il sociologo Massimo Introvigne ha spiegato: «se si usano statistiche omogenee, cioè prodotte dagli stessi ricercatori o istituti o con gli stessi criteri, si scopre che negli Stati Uniti alcune denominazioni ai cui ministri di culto non viene richiesto il celibato (episcopaliani, avventisti) o che non hanno neppure una figura di “ministro” (mormoni) hanno percentuali di condannati e incriminati per pedofilia tra i loro ministri o educatori simili a quelle della Chiesa cattolica, e lo stesso vale per i maestri laici delle scuole pubbliche. Se l’elemento decisivo fosse il celibato, i ministri e pastori a cui è permesso sposarsi – per tacere dei maestri di scuola laici – dovrebbero avere percentuali di rischio decisamente minori rispetto alla Chiesa cattolica».

Ma sopratutto, è in ambiti familiari, scolastici e sportivi che vengono compiuti la maggior parte degli abusi su minori, in particolare da parte di soggetti non celibi. Lo psichiatra tedesco Manfred Lütz, direttore dell’ospedale psichiatrico di Colonia, ha affermato: «Alcuni dicono che c’è un legame tra pedofilia e celibato e che se si eliminasse il celibato si risolverebbero tanti problemi. Scientificamente questa teoria non ha nessun fondamento». Una relazione sugli abusi sessuali richiesta dal Parlamento italiano nel 2000 ha mostrato in modo evidente che l’80% dei casi di pedofilia avviene ad opera di un parente: genitori, nonni o zii (nel 47,3% delle violenze responsabile è il padre, nel 10,5% la madre, nell’11% entrambi, nel 9,8% gli zii, nel 9,5% i nonni, nell’8,9% i conviventi dei genitori).

Anche don Fortunato di Noto, collaboratore con il Ministero dell’Interno e fondatore dell’Associazione Meter, noto per la sua lotta contro la pedofilia e la tutela dell’infanzia in Italia e nel mondo, ha spiegato che «la pedofilia esiste tra i preti come tra i papà, le mamme, i nonni, gli avvocati, gli ingegneri, i professori, i maestri, gli educatori e forse anche tra i preti sposati». In particolare, ha continuato, dai dati emerge che «gli abusi sessuali a danno dei bambini si consumano per il 75% tra le mura domestiche, da uomini sposati e donne sposate». Sul sito web di Psicologi-Italia.it si legge che «è stato accertato che la maggioranza delle esperienze di abuso e violenza si verificano in famiglia, nello specifico gli autori possono essere un genitore, uno zio, un nonno o un amico stretto di famiglia».

Il più grande studio statistico americano realizzato nel contesto degli abusi sessuali sui minori da parte dei preti cattolici dal 1950 al 2010, realizzato dal John Jay College of Criminal Justice di New York ha mostrato chiaramente l’insostenibilità del celibato come causa della pedofilia, puntando invece l’attenzione sul contesto sociale della “rivoluzione” del 1968, che ha portato «un aumento della devianza nella società di quel tempo, come l’uso della droga e il crimine», e sulla formazione dei preti. Il celibato, dicono, «sempre presente nella Chiesa cattolica dall’undicesimo secolo non può essere considerata una causa per l’aumento e il successivo declino degli abusi dagli anni sessanta a tutti gli anni ottanta». Anche il dossier realizzato dal Telefono Azzurro parla chiaro: «Passa così l’idea, nell’opinione pubblica, che si tratti di un fenomeno circoscritto a determinati ambiti che di volta in volta finiscono alla ribalta della cronaca (come la scuola o la Chiesa), o specifiche realtà di degrado sociale; mentre i dati ci dicono chiaramente che si tratta di un fenomeno pervasivo, che purtroppo è presente in tutti i contesti nei quali siano presenti bambini». Rispetto ai dati in possesso dalla Onlus, il 30% degli abusi sessuali su minori è compiuto dal padre; il 9% dall’insegnante; il 7% dalla madre; il 6% dal convivente; il 5% dal nonno/a; mentre solo lo 0,9% è dal sacerdote. Il celibato, come è evidentemente, non c’entra assolutamente nulla, anzi a guardare questi dati sembra che agisca da deterrente.

Il voto di castità è fastidioso, è incomprensibile e non riesce ad essere incasellato dagli attori del mondo edonista-secolarizzato, perciò viene aggredito e denigrato come una repressione dalle conseguenze letali. Ma l’unica perversione è quella anticattolica di Dario Fo e degli anticlericali in generale, e dietro ad essa c’è quanto ha perfettamente delineato Vittorio Messori su Il Corriere della Sera: «Chi si sdegna per le malefatte di un prete, più che per quelle di chiunque altro, è perché lo lega a un ideale eccelso che è stato tradito. Chi considera più gravi le colpe “romane”, rispetto a ogni altra, è perché vengono da una Chiesa da cui ben altro si aspettava. Molte invettive anticlericali sono in realtà proteste deluse. È scomodo, per i cattolici, che il bersaglio privilegiato sia sempre e solo “il Vaticano”. Ma chi denuncia indignato le bassezze, è perché misura l’altezza del messaggio che da lì viene annunciato al mondo e che, credenti o no che si sia, non si vorrebbe infangato».

46 commenti a L’odifreddura della settimana: Dario Fo

  • Penultimo ha detto:

    Nememno un briciolo di razionalità è solo retorica giudiziaria:

    La pedofilia in india esiste?Si
    Cosa c’entra l’indiuismo sulla questione.

    Ci sono casi di pedofilia tra i laici o gli atei?si
    Cosa c’entra la democrazia o le convinzioni atee sulla questione.

    Postulano false cause di una retorica incredibile.

    • Penultimo ha detto:

      “in Cina c’è l’uomo nuovo perché c’è una filosofia nuova”

      http://it.wikipedia.org/wiki/Laogai

      Laogai=Gulag cambia qualcosa?I soliti dittatori e i servi buffoni a seguito.
      La filosofia di certi idioti che si compiaciono della figura del buffone grotesco non cambia mai.Ma come si fà a sostenere certe posizioni patologicamente ideologiche.

      • LawFirstpope ha detto:

        La dittatura è terribile, ma se serve a instaurare i principi del comunismo allora va benissimo e improvvisamente i tiranni diventano “grandi statisti” (non importa poi che la popolazione faccia la fame o meno).
        Mi viene in mente don Gallo che dedica la Messa alla morte di Chavez….

        • Penultimo ha detto:

          Già secondo alcuni questa era una massima di Stalin altri a Hitler:

          “Cento morti sono una tragedia. Un milione sono una statistica”

          Come se l’odio conoscesse differenze,l’odio assassina chi non la pensa come lui.

        • Lugh ha detto:

          Io non so chi caxxo ha permesso al Gallo Cedrone di prendere i voti. Se quello è diventato prete a Diliberto lo fanno papa.

          • Emanuele ha detto:

            Sì, poi non si capisce perchè con Padre Pio furono così peudenti e severi e a Gallo (ed altri) fanno fare quello che vuole…

  • manuzzo ha detto:

    Dove sono i troll? magari qualcuno del M5S, visto che loro tanto idolatrano dario fo…. hanno proprio il fiuto per cercarsi i dittatori, a quanto se ne deduce da come la pensa dario fo della dittatura in Cina. Sulla pagliacciata del celibato beh… è facile immaginare come un ateo imbestialito come fo non riesca a stare due giorni senza effettuare un atto autoerotico…

    Inoltre un’altra riflessione che mi viene: ai gay il “diritto” (o meglio: il capriccio) di sposarsi perché sono uguali a noi. Ai preti “l’obbligo” perché sono dei mostri. MA QUANTO SONO DEMOCRATICI GLI ATEI, L’ATEISMO È LA RELIGIONE DELLA LIBERTÀ, DEI DIRITTI UMANI, DEL RISPETTO PER GLI ALTRI (ovviamente, purché sei ateo, altrimenti devi fare quello che diciamo noi). Davvero quando certi atei parlano non mi ricordano manco Hitler, ma Mengele!

    • StevenY2J ha detto:

      Io non considero i preti come dei “mostri” (tutt’altro), ma ritengo giusto che anche a loro sia offerto il “diritto” (non certo l’obbligo, ci mancherebbe) si sposarsi.

      Il discorso della pedofilia non c’entra un fico secco (esiste in tutti i settori e i livelli della società, spesso in misura anche molto maggiore) ma non trovo giusto che un prete o una suora debbano rinunciare per tutta la vita ad una famiglia, se la desiderano.

      Il celibato può essere utile per quei sacerdoti che decidono di condurre una vita incompatibile con le responsabilità che una famiglia comporta, come i missionari, che si trasferiscono in Africa o in altri Paesi del cosiddetto “terzo mondo”.

      Per un sacerdote come quello del mio paese, che conduce una vita “regolare” e, tutto sommato, non molto diversa da quella di altre persone, se pur con grandi responsabilità (come un medico o un giudice), non comprendo perché gli debba essere negata in radice la possibilità di avere moglie e figli.

      • Daphnos ha detto:

        Domanda legittima, ma… sigh =( . Io non ce la faccio più. Qualcuno faccia la parte del cattivissimo castratore di corpi in mia vece…

      • manuzzo ha detto:

        Allora, provo a dare a StevenY2J un motivo prettamente pratico senza dover castrare ancora nessuno (se poi si dovrà farlo, farò anche il lavoro sporco 🙂 ).
        Bene StevenY2J, veniamo a noi. Il prete che segue il mio movimento ha
        1) regolare messa al mattino
        2) lui sta finendo anche l’università, quindi deve battere la tesi
        3) ha gli incontri con i maggiori
        4) Le confessioni
        5) Lavoro di organizzazione (essendo il più giovane nel convento tocca a lui)
        6) Inoltre, chicca delle chicche: deve seguire tre gruppi di giovani, ognuno a 40 KM dall’altro in media (con il traffico cittadino: 1 h d’auto). I gruppi sono divisi (ognuno) in: bambini, giovanissimi, adolecenti.
        7) Deve incontrarsi con i coordinatori dei gruppi citati, 3 volte al mese sui 3 gruppi
        8) Non voglio aggiungere occasioni speciali (funerali, battesimi, festività tipo Pasqua o Natale)
        Mi dice dove troverebbe una moglie che gli dice “fai i fatti tuoi, qui penso a tutto io” per i soli 400 euro al mese (gli alimenti e i rimborsi per gli spostamenti) che gli spettano dalla parrocchia?

        Mi permetto anche di aggiungere un altro motivo: l’ereditarietà può creare grossi conflitti d’interesse. Già grazie al nepotismo di qualche personaggio storico si sono alimentate parecchie leggende nere sul Vaticano, non ce ne servono altre a livello parrocchiale ora! (che poi tanto leggende non sarebbero).

        Ovviamente i motivi non si fermano qui. Ce ne sono di più profondi. Però come detto all’inizio agganciandomi alla battuta di Daphnos, non voglio ancora castrare nessuno.
        Mi permetto inoltre di riferire che quoto la domanda, decisamente legittima.

        • StevenY2J ha detto:

          Grazie per la risposta, anche se il verbo “castrare” mi piace un po’ poco. Se non si ha voglia di interloquire, si può tranquillamente evitare di rispondere al commento 🙂

          Comunque, gli impegni che ha elencato (chiaro che un sacerdote ne ha molti) non sono però più di quelli di un medico o di un giudice o di un avvocato o di un poliziotto o di un vigile del fuoco.
          Insomma, tutte le persone con delle responsabilità imponenti, ovvero quelle che svolgono dei lavori che rasentano il confine con la “missione di vite” hanno difficoltà a conciliare lavoro e famiglia. Eppure, per i medici o per i giudici non esiste alcun divieto di sposarsi e/o obbligo di celibato.

          • Nemo ha detto:

            La differenza è che un prete non è un medico, un avvocato o un pompiere.

            Chi sceglie la strada (vocazione) del sacerdozio sa che il suo primo dovere è quello di dedicarsi agli altri, alla comunità, al gregge.

            Se hai una famiglia invece il tuo primo dovere è verso di essa.

            Perché, come ci spiegava il nostro parroco, è inutile fare del bene verso degli sconosciuti se questo ci porta a “trascurare” chi ci sta vicino.

            Nessuno ci obbliga a sposarci, così come nessuno ci obbliga a diventare preti. Ma, nel momento in cui si decide per il sacerdozio/matrimonio allora si va incontro a responsabilità ben precise, a priorità non negoziabili.

            La vita sacerdotale è una missione, e chi prende questa strada sa cosa lo aspetta.

          • lorenzo ha detto:

            Cristo è lo sposo.
            Il sacerdote è “figura” di Cristo.
            Il sacerdote è sposato.

            • StevenY2J ha detto:

              D’accordo, ma si tratta di ragioni puramente teologiche.
              Diciamo la verità, un sacerdote ha grandi responsabilità ed il dovere di dedicarsi alla comunità ma un medico (bravo) ha lo stesso dovere, un giudice (bravo) ha lo stesso dovere. Il tempo da dedicare alla famiglia rimane comunque poco per tutte queste categorie di persone. Eppure medici e giudici una famiglia (almeno per la sera, per i pasti insieme…) l’hanno. Un sacerdote no.
              Finito il “lavoro” (alla sera un sacerdote “stacca” come tutti, salvo le emergenze che, però, hanno anche medici e giudici), un sacerdote torna a casa e si trova (fisicamente intendo, lasciamo perdere per un attimo le preghiere)tutto solo, al massimo con la perpetua.

              Senza contare che, eliminando l’obbligo di celibato, si avrebbe sicuramente un aumento delle vocazioni e, soprattutto, si potrebbero acquisire ottime persone che, attualmente, non s’impegnano su questa strada proprio per non rimanere praticamente soli.
              Ripeto, la pedofilia non c’entra un tubo, ma eliminare l’obbligo del celibato secondo me potrebbe avere riflessi molto positivi per la chiesa.

              • domenico ha detto:

                giusto per avere un metro di paragone abbiamo i dati statistici che si riferiscono ai pastori protestanti americani che possono sposarsi; come si può facilmente leggere l’essere sposati aumenta i problemi e non ne risolve alcuno ma anzi ad essi si aggiunge il tradimento della moglie e il pastore comunque si sente solo, senza un amico e stressato.

                http://www.pastoralcareinc.com/statistics/
                http://www.pastorburnout.com/pastor-burnout-statistics.html

                Questa è la fine che vorrebbero far fare ai preti cattolici… altro che aiutarli!

              • giovanni ha detto:

                Dimentichi una cosa fondamentale: la vocazione non puoi guardarla e leggerla senza gli occhi della fede.
                Non si tratta di un impiego, di una professione, di una attività. la vocazione alla vita consacrata o al sacerdozio ha la stessa dignità di quella al matrimonio, ma nessuno si sogna di dire che fare il marito/moglie è una professione.
                La vocazione alla vita sacerdotale ha una ragione teologica profondissima e non la si può liquidare con un paio di battute (mi si passi il termine) “da bar”.
                Il matrimonio per i sacerdoti non aumenterebbe affatto le vocazioni, perché Dio non chiama ad un posto di lavoro offrendo determinate condizioni che potrebbero rendere più “allettante l’offerta”. Chi ha la vocazione alla vita sacerdotale la sente, punto e basta. Poi può tapparsi le orecchie e distrarsi, fare finta di nulla e stordirsi ma non la abbraccerà perché gli sarà possibile sposarsi.
                Hai mai provato a parlare con un giovane sacerdote di questo argomento? Fallo. 😉

              • beppina ha detto:

                Il sacerdozio non é un lavoro (non hanno senso i confronti…). Inoltre ho dei dubbi a pensare che il potersi sposare aumenterebbe le vocazioni. Come diceva Ghandi il celibato dei sacerdoti é uno degli aspetti di massima stabilizzazione della Chiesa.

                Quello che spero dalla Chiesa invece é l’aumento di visibilità per l’altra metà del mondo, ad esempio con la nomina delle prime donne cardinali.

              • Max ha detto:

                Mi fa piacere che si comprenda come non vi sia una connessione tra celibato ecclesiastico e pedofilia.
                Per il celibato in se’, non e’ una regola immutabile, ed e’ possibile che in futuro cambiera’. Vedremo.

                Comunque anche un laico come Sergio Romano ammette che esistono delle ragioni… ragionevoli per il celibato ecclesiastico:
                “Le ragioni «terrene» del celibato ecclesiastico ”

                http://www.corriere.it/solferino/romano/07-01-06/01.spm

                Peraltro, non gli si puo’ imputare grandissima simpatia per la Chiesa e le sue pratiche. Per esempio, alla fine dell’articolo citato afferma di non essere a favore del divieto di sacerdozio alle donne.

              • lorenzo ha detto:

                Se le ragioni del celibato ecclesiastico rimanessero teologiche, il tuo ragionamento potrebbe, e sottolineo potrebbe, anche reggere: il cattolicesimo non è però una “religione” fondata sulla teologia, ma sull’incontro personale con la persona di Gesù Cristo.

                • StevenY2J ha detto:

                  Rispettabilissime le vostre opinioni, io ho espresso solo il mio punto di vista che ritengo valido. Continuo a pensare che eliminare il celibato per i sacerdoti sarebbe anzitutto possibile, senza violare alcun dogma (ma solo una secolare tradizione storica) e senza ricadute negative per la chiesa.

                  Per quanto rigurda le “statistiche” citate da Domenico, faccio notare solo che le “statistiche” devono essere anche “attendibili”.
                  I siti in questione sono siti di società e gruppi che “aiutano” e fanno counseling (supporto legale, amministrativo…) ai pastori protestanti.
                  E’ normale, quindi, che mettano in evidenza gli aspetti negativi e stressanti del loro ministero. Tuttavia, non vengono citate ricerche scientifici o studi statistici ma vengono sparati solo dati a caso con un generico (e non linkato) riferimento alle fonti.
                  Soprattutto, non si fa il confronto fra i problemi e “lo stress” dei pastori protestanti sposati e i problemi e lo stress analoghi dei sacerdoti cattolici celibi. Il coadiutore del mio paese, per esempio, é stato ed é tuttora assistito da uno psicoterapeuta.
                  Quindi, le statistiche citate hanno valore zero. Sono pubblicate on line da società che si occupano di offrire servizi assistenziali ai pastors (immagino, a pagamento).
                  E’ un po’ come se, per valutare la convenienza e la frequenza dell’istituto del divorzio, si andassero a leggere le statistiche pubblicate su un sito di avvocati divorzisti o per valutare il tasso di incidenti in casa si guardasse il sito di una compagnia di assicurazione: tirano l’acqua al loro mulino.
                  Se si vogliono citare dei dati, siano almeno imparziali e seri.

                  • Azaria ha detto:

                    eliminare il celibato per i sacerdoti sarebbe anzitutto possibile, senza violare alcun dogma (ma solo una secolare tradizione storica)
                    Te lo confermo! Gesú non obbligó mai al celibato, ma diede il potere alla Chiesa di leggiferare a riguardo, quindi la Chiesa ha il diritto di imporre ai propri sacerdoti il celibato SENZA che questo sia stato iposto da Cristo (ció che legherete in terra sará legato nei Cieli…).

                    senza ricadute negative per la chiesa
                    Su questo non sono tanto convinto. Guardando i risultati delle vocazioni anglicane qui a Londra (ed in genere dei fedeli nelle chiese le cui guide si possono sposare) non credo che la strategia porti un grande vantaggio. Mi baso sull’osservazione di ció che giá succede.

                    • Max ha detto:

                      Infatti e’ quello che temono in molti. Togliere il celibato obbligatorio probabilmente attrarrebbe in un primo momento molte persone verso il sacerdozio, ma alla lunga i risultati potrebbero non essere favorevoli. Come appunto e’ accaduto in molte denominazioni protestanti in Europa e, se non sbaglio, anche in USA.

                  • domenico ha detto:

                    le statistiche citate vengono da un sondaggio condotto dal Fuller Institute, George Barna, and Pastoral Care Inc. su più di 1000 pastori, sondaggio voluto dalle stesse congregazioni e che quindi casomai erano interessate a minimizzare i problemi e non ad aumentarli.

                    Se vuoi qualcosa di più accademico, eccolo:
                    http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12564398

          • Emanuele ha detto:

            In effetti, alcune persone dovrebbero pensare se sia opportuno sposarsi e fare certi lavori…

            É giusto partire in missione per l’Afganistan e lasciare poi una vedova e due o tre orfani?

            É giusto che un pompiere con famiglia si metta nelle situazioni più pericolose?

            É giusto che un dottore lasci moglie e figli per mesi per dedicarsi a “medici senza frontiere”?

            É giusto che un giudice salti in aria con la propria moglie?

            No! Non è giusto. non è giusto coinvolgere altre persone, soprattutto se bambini, nelle proprie scelte di vita. Un padre ha il dovere di tutelare chi gli è vicino, prima di fare l’eroe… Si può essere eroi tutti i giorni, curando la propria famiglia…

      • Sophie ha detto:

        Se uno si vuole sposare non si fa prete, nessuno lo costringe a dare i voti. E’ una libera scelta ma come in tutte le scelte devi rinunciare a qualcosa.

        • Woody85 ha detto:

          Sono perfettamente d’accordo. Il primo commento di StevenY2J è assurdo: “ritengo giusto che anche a loro sia offerto il “diritto” (non certo l’obbligo, ci mancherebbe) si sposarsi”.

          Innanzitutto si ritorna a definire il matrimonio un “diritto”, ed è la prima sciocchezza. Poi si parla di sacerdoti come persone nate in questo modo geneticamente, quando in realtà è una libera scelta vocazionale.

          Sarebbe come dire: occorre dare il diritto alle famiglie di celebrare messa oppure occorre dare il diritto ai muratori di aggiustare i lavandini.

          Chi vuole parlare della Chiesa senza mai esserci entrato incappa in queste gaffe.

          • Sophie ha detto:

            Il problema è che sono convinti che la castità porti alla pedofilia e questa è pura ignoranza perchè più del 90% dei reati di pedofilia avvengono in famiglia o negli ambienti di palestra.

      • Emanuele ha detto:

        Caro StevenY2J,

        concordo molto con gli altri interventi che ricordano che si fa il prete per vocazione (chiamata) e non per per opportunismi vari (o almeno dobbiamo cercare di eliminare tutte le cause che potrebbero favorirli).

        Noi non abbiamo bisogno di “brave persone” come dici tu… abbiamo bisogno di pastori. Un padre o una madre restano sempre tali, indipendentemente dalle particolari condizioni di vita. Se uno ama i figli, tutta la vita è orientata al loro bene: dalle scelte lavorative, alla casa, ai viaggi, aggli hobbies, agli amici, etc.

        Un sacerdote, invece, dedica lo stesso impegno alla sua comunità ed al servizio degli altri. Abbiamo bisogno di pastori che si donano al proprio gregge come il padre si dona ai propri figli… la mediocrità (in senso buono) non basta, serve l’ottimo. Di Don Abbondio ne abbiamo avuti fin troppi e troppi danni hanno fatto alla Chiesa…

        La Chiesa Cattolica si è data delle regole, uno è libero di aderire oppure no. Ma questo vale per tutti i gruppi umani… Mettiamo da parte la fede per un attimo, quanti club, associazioni, movimenti “filtrano” i propri iscritti? Quanti hanno delle regole?

        Ad esempio, se volessi farmi francescano terziario dovrei seguire delle regole precise con voti di poverta, castità, etc. Io decido se seguirlo, nessuno me lo impone. Ma neppure posso io imporre all’Ordine di cambiare le regole perché non mi va di portare i sandali o voglio andare a donne tutte le sere…Oppure un club per fumatori, avrebbe senso lamentarsi perché mi da noia il fumo? Infine, un night… che faccio ci vado e poi mi lamento perché le ragazze sono a seno nudo?

        Lo stesso vale per i sacerdoti: liberamente scelgono di seguire le regole della Chiesa, nessuno le impone. E tra queste c’è il celibato.

        Se poi uno sente una particolare vocazione sia per il sacerdozio sia per il matrimonio, può sempre diventare sacerdote Ortodosso. Ormai, tra Chiesa Cattolica ed Ortodossi esiste praticamente un vero ecumenismo e le differenze dottrinali (se pur esistono) non certo riguardano la vita quotidiana né di un sacerdote né di un laico.

        P.S.
        Non è neppure vero che non ci sono problemi teologici a riguardo. Infatti, seguendo le rifressioni di Giovanni Paolo II sulla Teologia del Corpo si vede che il problema del celibato e del sacerdozio femminile sono strettamente correlati.

        Non solo, a ben guardare il Sacramento dell’Ordinazione e del Matrimonio sono sostanzialmente lo stesso sacramento, sono cioè due facce della stessa medaglia.

        Sposarsi con Cristo e con una donna è come compiere adulterio o nei confronti della propria moglie o di Cristo stesso… Problema non da poco.

      • Penultimo ha detto:

        Perchè la maggioranza ha deciso prima di farsi sacerdote quella scelta,viceversa sarebbe protestante.Eliminare il celibato?Significa occuparsi per un sacerdote delle questioni familiari più che quelle di chi crede.

        1.Sapeva benissimo chi si è scelto per “famiglia”.
        2.I sacerdoti,ma in generale spesso accade in altre religioni, spesso ricercano anche la solitudine spirituale,dunque non è che lo devi vedere come uno che si “dispera della solitudine”.
        3.Ha scelto di imitare Cristo,Cristo non si è sposato.
        4. OGNI ricerca per via induttiva è soggetta alla generalizzazione statistica.Vale la lagge: MAGGIORE è il campionamento MAGGIORE è la validità indipendentemente dalle “parti.”Potresti al più fare un sondaggio sui sacerdoti cattolici e chiederli se vogliono sposarsi,suppongo che la risposta sarà negativa,altrimenti sarebbero già protestanti che al contrario ti risponderanno che positivamente alla questione.Ma stiamo parlando di cose diverse dunque non di cose identiche.
        5.Un sacerdote non è un medico,nè è un giudice.Equiparare cose diverse sepur in similitudine non giustifica il fatto che si debba dire al giudice,vivi celibe:come al sacerdote: sposati.Mi pare anzi giusto che l’idea di famiglia debba tutelare quella del giudice in quanto non puoi avere l’idea di una “famiglia celibe.”

        Affermi li debba “negare”,negare non implica che in qualsiasi momento può fare il medico piuttosto che il sacerdote,il mio sacerdote ha fatto 30 da caposala in ospedale e poi si è fatto sacerdote.Diritto di che cosa?Se uno non reclama il diritto,o se una minoranza reclama un diritto rispetto a una maggioranza,e che diritti ha le minoranza di imporsi sulla maggioranza?Nessuna forse qualche retore se lo deve cominciare a rcordare,dal momento che lo stato si regge sulla volontà delle maggioranze non su un’imposizione forzata delle minoranze alle maggioranze,rispettabili ma non fonti di legge razionali.Ad esempio nessuno può imporre a un laico il celibato o il suo concetto di famiglia,è democratico altri invece tentano di imporlo in altre forme,molto poco democratici.

    • Daphnos ha detto:

      Idolatrano Dario Fo? Ovvio, è passato dalla loro parte, appena ha visto qualche circolino di estrema sinistra e di eterni scontenti avvicinarsi agli strilli del genio genovese. Pare che non abbia alcuna difficoltà a cambiare casacca a seconda della moda del momento. Un po’ come i calciatori, solo che a differenza di Fo loro non esultano quando segnano un gol agli ex-compagni.

      Comunque le teorie complottiste del nostro drammaturgo varesotto saranno anche ridicole, opportunistiche e clamorosamente fantasiose, ma sono un sospiro di prudenza e razionalità in confronto a quelle di alcuni affiliati al M5*, Casaleggio in primis… roba da urlo, sembra quasi un dilettante in confronto a loro. Decisamente è in buona compagnia!

  • edoardo ha detto:

    Io ho letto con molto interesse e turbamento la biografia di Fo dopo l’8 settembre 43.
    Mi ha turbato molto perché mio padre è stato fascista da bambino (classe 1921) ed ha aderito alla RSI ideologicamente, prima che come obbligo militare.
    Mio padre stravedeva per Mussolini e credeva veramente nel fascismo.
    Non ha mai smesso di essere fascista, è morto una decina d’anni fa da fascista sfegatato.
    Da bambino mi diceva che in Italia c’erano altro che preti, storti e malvestiti.
    Una volta vedemmo in una stazione ferroviaria un carro merci su una rotaia dismessa, erano i carri che trasportavano i prigionieri italiani ai campi di sterminio in Germania/Polonia. Era lì come monumento alle deportazioni dei fascinazisti. Io ero bambino, erano gli anni 60, e mi ricordo che mi arrabbiò come una belva, divenne rosso in viso e inveì dicendo che non è mai esistito l’Olocausto, che è tutta un’invenzione dei democristiani, di quelli che avevano portato i preti, i deboli e i ladri al governo.
    Ogni poco esplodeva in discorsi così, e mi turbava molto.
    L’idea che mi sono fatto delle ideologie fasci-nazi-anarcomuniste è che sono come delle tossicomanie per il cervello.
    Se una guerra si combatte tra eserciti statali normali, ci può anche essere spazio per un briciolo di umanità, ma se c’è di mezzo l’ideologia, per forza si combatte fino all’ultimo uomo.
    Mi fanno schifo le ideologie, e la gente che si lascia abbindolare da esse; finchè sono agli inizi, si può anche fare marcia indietro davanti alle crudeltà, ma poi l’ideologia modifica le menti e non si arretra davanti a nulla: di fronte ad una valanga di morti, arrivi a rifiutare la realtà e dire ai quattro venti che sono fantasie, non accetterai mai che quelli sono morti ammazzati perché si sono rifiutati di sottomettersi alla tua ideologia.
    …………
    Comunque per Dario Fo il problema non si pone, perché è stato veloce come un fulmine a cambiare bandiera.
    Togliatti quando ha fatto l’amnistia per i fascisti sapeva bene quel che faceva, non l’ha certo fatto come segno tangibile di riappacificazione, considerato anche che ha assistito ed appoggiato il massacro dei fuoriusciti italiani che si erano rifugiati in URSS durante gli anni delle purghe staliniane.
    Che schifo che fanno le ideologie !!!!!!!!!!!!!

    • LawFirstpope ha detto:

      Ora dovrai aspettarti l’intervento di qualche laicista che ti dirà che anche il Cristianesimo è ideologia 😉

    • Daphnos ha detto:

      quelli che avevano portato i preti, i deboli e i ladri al governo. Ogni poco esplodeva in discorsi così, e mi turbava molto.

      tuo padre era un ammiratore di Nietzsche?

      • edoardo ha detto:

        No, di Benito Mussolini, fin da quando era balilla.
        Si arruolò volontario nella Milizia, inquadrato nel CSIR (Corpo Spedizione Italiano Russia), prima Jugoslavia, poi Russia.
        Appena il fronte russo incominciava a dare segni di cedimento, la Milizia venne immediatamente rimpatriata, mentre i plebei italiani se la dovettero fare a piedi dal Don, o almeno ci provarono.
        E poi nella RSI.
        Praticamente ripeteva come una cantilena molti degli argomenti dei malthusiani senza sapere che erano di Malthus e dei darwinisti.
        Poi il solito cliché era Marinetti, D’Annunzio, la loro cultura era quella.
        Li hanno educati bene fin dai primi anni di scuola, e ripetevano quello che gli è stato inculcato.
        Io non faccio colpe a nessuno, perché noi non possiamo sapere come avremmo reagito.
        Facile parlare col senno di poi.
        E’ per quello che credo che il dialogo possa fare breccia nelle ideologie con grandissima difficoltà, perché il sistema filosofico-ideologico è il metro di giudizio di ogni cosa, l’alfa e l’omega dell’universo che hanno creato dal primo anno di scuola.
        Hai capito che trappola mentale?

        • Daphnos ha detto:

          Sisì, tutto chiaro… ma quello dei “deboli al governo” è un cavallo di battaglia del tanto idolatrato nichilista germanico…

        • Titti ha detto:

          Meno male, che in Italia, all’epoca del Fascio, mancava un indottrinamento capillare, come invece fù quello tedesco, con il mito di Hitler. La Cina comunista, è la concentrazione del peggio di due ideologie: comunismo e capitalismo, quest’ultimo per quel che riguarda le fabbriche in cui gli operai, in virtù (per modo di dire) del margine di guadagno, producono a bassissimo costo, anche oggetti iper-tecnologici, dove la manodopera si suicida per l’infelicità nel reggere i ritmi produttivi. Detto questo, non è che i poveri cinesi stessero meglio anche prima della rivoluzione di Mao: la povertà era la norma, le neonate, disprezzate, buttate frà i rifiuti o vendute a case chiuse per farne delle future prostitute-bambine, o concubine, la donna doveva essere sottomessa prima ai genitori, poi al marito e suocera, dopo ai figli maschi, le vedove non potevano risposarsi, per non incorrere nell’enorme biasimo della società (infatti le risposate, venivano scansate come jettatrici, visto che la superstizione cinese, voleva così), le adultere, in alcune regioni cinesi, venivano uccise, anche solo chiudendole nella casa e dando fuoco a questa. Il tutto in contrasto con i cinesi ricchi, e gli stranieri che prima del comunismo, avevano interessi commerciali nel paese, e che quindi godevano di grandi privilegi.

          • lorenzo ha detto:

            “… in Italia, all’epoca del Fascio, mancava un indottrinamento capillare…”: ho qualche dubbio storico al riguardo…

    • Penultimo ha detto:

      Non so se abbia cambiato in fondo bandiera,i fascisti erano socialisti non è che Stalin nei primi momenti della guerra fece un patto con Hitler per “caso”.D’altronde “Arbeit macht frei” non è molto diverso dall’ideologia di un Gulag o un Laogai “”rieducazione attraverso il lavoro”.Anzi stalin per deffinizione odiava gli ebrei,come odiava qualsiasi religione.In cina è la stessa cosa.

      Io avevo letto in proposito “I racconti di Kolyma” di Varlam Salamov,è allucinante quello che si faceva in Russia,ma “facevano” non va bene “fanno” al presente rispetto alla cina.La propaganda è capace di uccidere il libero pensiero mai ascoltare retorica e vuoti sofismi di idotrinatori di folle professionisti.

      • edoardo ha detto:

        Ho letto anche che Dario Fo fu internato al campo di concentramento di Coltano (Pisa).
        In quel campo c’era anche mio zio, il fratello di mio padre, il quale ne uscì con un brutto esaurimento nervoso per il quale dovette fare ricorso a terapie di elettroshock, perché nel dopoguerra si faceva così.
        Si diceva che facevano questo “scherzetto”: prendevano alcuni prigionieri, li mettevano davanti ad un muro e ne fucilavano solo alcuni.
        Dopo un po’ di volte che ti fanno così i nervi ti saltano e vai di matto.
        A mio zio si diceva che avevano fatto così alcune volte e l’avevano tenuto in vita perché era molto giovane.
        Io non so se sia vero questo. Questo si diceva, tutto qua.
        A me non fanno incazzare tanto gli attori primi, fascisti o comunisti che siano.
        Uno si può trovare in mezzo a cose più grandi di lui, che lo stritolano.
        Quello che mi fa inviperire sono coloro che sbavano per le dittature e le ideologie col senno di poi, cioè dopo averle potute constatare da chi ci ha preceduto, per testimonianza diretta.
        Chi ha avuto in sorte di nascere negli anni in cui rientrava nella chiamata alle armi e non poteva tirarsi indietro, doveva per forza sparare o per obbligo o per sopravvivere.
        Ma chi è nato in pace e nella democrazia, per quanto scalcinata possa essere, e vuole una dittatura ideologica ed opera per arrivare lì trascinando gli altri, be’, quello non lo perdono, lo giudico colpevole senza attenuanti.
        Perché il male non lo fa a sé stesso, lo fa a tutti gli altri.
        Questo per come la penso.

        • Umpalumpa ha detto:

          Chapeau

        • Penultimo ha detto:

          Concordo,tuttavia bisogna appurare le differenze,un uomo è responsabile della sua vita,non può lo stato darli ordini,non può commandarlo nè obbligarlo.Succede in tempi di pace si ci si illude che non si ripeteranno questi errori,ci si illude che non sarà più così,ci si illude di un informazione libera,ci si illude infatti che noi siamo uomini più “giusti” di quelli del passato,e che con la nostra cultura non creeeremo mai più ideologie,ma non è vero.Tuttavia,io ricordo che ci sono stati del periodo persone che subito avevano capito,io invece non giustifico nessuno,nessuno deve vivere come colui in balia del pensiero degli altri,liberamente deve analizzare razionalizzare,giudicare ma più che giudicare,imparare a giudicare:

          “Me lo ha ordinato lo Stato,altri me l’hanno ordinato,Io ho solo ubbidito.”

          Chi ubbidisce all’assassinio cosciente di quello che fa è un’assassino,col senno di poi,non è rilevante,poichè o sai essere libero e imparare a ragionare per capire il momento storico e i pericoli,o comprendi che questa è libertà,saper giudicare rettamente,anche contro chi ti dà ordini iniqui,oppure non sei nemmeno un uomo,vivi da uomo ma sei uno schiavo.

          E nel momento in cui tu rendi conto della tua vita non potrai dire come gli altri:

          “Altri mi hanno ordinato di farlo,io ho eseguito gli ordini,era necessario”

          E dunque non è che vigliaccheria ingiustificabile,non sei stato capace di essere libero in te stesso,per non eseguire l’ordine piuttosto che eseguirlo.

  • Gab ha detto:

    Ora mi spiego perché uno come Fo è stato adottato da Grillo e Casaleggio.

  • Gab ha detto:

    “sul contesto sociale della “rivoluzione” del 1968, che ha portato «un aumento della devianza nella società di quel tempo, come l’uso della droga e il crimine», e sulla formazione dei preti”

    E l’idea nuova di un sacerdozio alla protestante maniera come si evince dal Vaticano II ha fatto si che tanti preti omosessuali e pedofili venissero ordinati, quando prima nella Chiesa una cosa del genere non sarebbe MAI stata ammessa. Purtroppo da questo punto di vista la Chiesa non ha saputo difendersi dalla rivoluzione del ’68 ma addirittura ne anticipa alcune delle istanze. Sottoforma di una “rivoluzione” contro se stessa.

    Come giustamente disse Benedetto XVI i mali della Chiesa sono tutti interni. Ed è solo ripristinando un linguaggio appropriato che la Chiesa saprà risanificarsi, a partire dal Trono più alto.

  • alessandro giuliani ha detto:

    Edoardo hai perfettamente ragione e la tua testimonianza è commovente, dovremo sempre stare con mille occhi aperti !

  • Franceschiello ha detto:

    “gli abusi sessuali a danno dei bambini si consumano per il 75% tra le mura domestiche”

    ma a quanto pare, a nessuno importa…

  • lorenzo ha detto:

    http://www.youtube.com/watch?v=pEAYK6-wMoQ
    “Nulla è più vile di chi fa il bravo contro Dio” (B. Pascal)