Adozioni gay, risposta a Dacia Maraini
- Ultimissime
- 20 Feb 2013
Dopo Roberto Saviano, ritorna in scena un’altra storica avversaria del diritto naturale, la tuttologa 75enne Dacia Maraini. Anche lei ha tentato in modo maldestro un endorsment all’agenda LGBT, anche lei -come Saviano- sprovvista di un argomento serio e razionale a sostegno, tanto che è arrivata perfino a prendere in giro, inconsapevolmente, la Costituzione italiana, che per il laicismo dovrebbe invece rappresentare una sorta di regolamento divino.
La Maraini, anticlericale di lungo corso, ha sempre voluto assumere posizioni in contrasto con i cattolici, arrivando puntualmente ad affermare un’infinità di sciocchezze. Ad esempio nel suo libro Un clandestino a bordo (Rizzoli, Milano 1996, p. 14), difendendo l’aborto è arrivata a sostenere che il bambino non ancora nato sarebbe un «intruso che vuole accampare diritti», un «prepotente che pretende di vivere» a spese della madre.
Nel suo nuovo articolo sul Corriere della Sera ha affermato che «due uomini o due donne che abbiano fra loro rapporti omosessuali, sono capaci di nutrire, curare e fare crescere un bambino o una bambina senza portarli alla depravazione e al suicidio, come teorizza qualcuno». Ancora una volta si vorrebbe convincere sull’adozione gay basando il ragionamento sul sentimento, come se bastasse essere capaci di crescere un bambino senza portarlo alla depravazione e al suicidio per essere genitori adottivi. Questo è il livello degli argomenti della società colta italiana?
Occorre sottolineare ancora una volta che «non è qui in discussione la capacità di cura che possono avere le coppie omogenitoriali», come ha spiegato lo psicoterapeuta Domenico Simeone. «Di fatto», ha continuato il filosofo Adriano Pessina, «ci sono bambini equilibrati che sono stati allevati da famiglie poligamiche, o che sono cresciuti in orfanotrofio. Il problema resta un altro: qual è il contesto ideale nel quale pensare lo sviluppo della persona?». Senza contare che decine di studi scientifici contraddicono l’opinione della Maraini sulla presunta bontà nel crescere con due genitori, di cui uno finge di fare quello che non è. Anzi, attualmente non ve n’è nessuno valido scientificamente che sostenga il contrario, come ha dimostrato quest’estate Loren Marks, della Louisiana State University.
“Argomento nuove famiglie”: la Maraini ha fortunatamente evitato di usare a suo sostegno “l’argomento dell’orfanotrofio”, usato invece incautamente da Saviano, optando per sottolineare come il concetto di famiglia sarebbe cambiato nel corso della storia, nuove tipologie si sono succedute: dalla famiglia contadina a quella industriale, e così via. Per questo dovremmo accettare i nuovi cambiamenti, e dunque le famiglie gay. E’ un altro argomento chiave dei militanti LGBT, ma anch’esso difettoso: nessuna di queste tipologie di famiglie ha mai preteso di stravolgere la struttura naturale della famiglia, sempre fondata da uomo e donna con la prole (anche se contadina o industriale), al contrario di quello che pretendono fare le unioni omosessuali. Come ha spiegato la storica Lucetta Scaraffia, professore ordinario presso La Sapienza di Roma, «il matrimonio non è solo un contratto come tanti altri che può funzionare o meno, ma è il legame istituzionale alla base di una famiglia, è l’istituzione nata per proteggere e garantire la filiazione, stabilita in modo da determinare i diritti e i doveri che passano fra le generazioni. Dal momento che una coppia omosessuale non prevede la filiazione, è una realtà diversa».
In ogni caso a questo classico argomento ha risposto perfettamente Marta Cartabia, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Milano Bicocca, confutandone le fondamenta: «Qualcuno potrebbe obiettare che non esiste un concetto universale di famiglia, perché l’istituto familiare è cambiato nel corso della storia: la famiglia patriarcale, la famiglia matriarcale, la famiglia allargata e così via. In questa obiezione c’è del vero: vi sono aspetti della famiglia che sono stati profondamente influenzati da fattori culturali, economici, sociali. Tuttavia non è difficile individuare un nucleo invariabile nel concetto di famiglia, dato dall’unione di un uomo e di una donna in vista della procreazione. Possono cambiare le forme e le dimensioni, i rapporti interni, il ruolo dei coniugi e molti altri aspetti ancora. Ma vi è un dato costante nel tempo e nello spazio che ci permette di ricondurre all’idea di famiglia esperienze pur molto diverse fra loro. È a questo nucleo costante nel tempo e nello spazio che la Costituzione rinvia quando usa l’espressione società naturale».
Proprio sulla Costituzione è caduta la Maraini, la quale ha affermato: «qualcuno si acciglia e ripete testardamente che la famiglia è fatta “per natura” di un padre, una madre, un marito e dei figli». Questo “qualcuno”, occorre ricordarlo alla nostra amica laicista, è proprio la Costituzione italiana, quando parla di «società naturale fondata sul matrimonio». Ha spiegato infatti la prof.ssa Cartabia: la Costituzione riconosce «un dato che precede logicamente e storicamente il diritto, a un concetto generalmente condiviso di famiglia, che fa riferimento all’unione di un uomo e di una donna in vista della nascita dei figli. Non è un caso che nel testo della Costituzione italiana subito dopo l’articolo 29 vengano gli articoli 30 e 31 che immediatamente ricollegano la famiglia alla procreazione e alla educazione dei figli […] È a questo nucleo costante nel tempo e nello spazio che la Costituzione rinvia quando usa l’espressione società naturale. Invocare un’interpretazione evolutiva della Costituzione per far rientrare nella tutela dell’art. 29 nuove forme di convivenza non mi pare corretto. Il valore più importante del richiamo alla famiglia come società “naturale” è che esso indica che la famiglia non è creata artificialmente dallo Stato o dall’ordinamento giuridico. Il diritto e la legge ci offrono una disciplina per regolare i rapporti familiari, ma non è loro compito creare la famiglia. La Costituzione non crea la famiglia, ma la riconosce, la tutela, la sostiene, la regola, la disciplina. La famiglia preesiste allo Stato, al diritto e alla Costituzione, perciò si dice che è una società naturale»
La Maraini, infine, si è dimostrata anche incompetente sulla famiglia naturale, oltre che sulla Costituzione, sostenendo una vulgata purtroppo radicata la quale ritiene che «proprio da quando la stabilità viene imposta come un dovere, la famiglia tradizionale è diventata un luogo pericoloso per donne e bambini». Quante volte abbiamo sentito questa affermazione? Peccato che gli studi mostrano proprio l’opposto, ovviamente, cioè che le donne sposate subiscono minor violenze di quelle conviventi o single. Le persone sposate stabilmente, inoltre, presentano una migliore salute mentale e fisica dei loro coetanei non sposati e hanno meno probabilità di sviluppare malattie croniche rispetto alle persone vedove o divorziate, secondo un recentissimo studio pubblicato sul Journal of Family Psychology.
L’editorialista de Il Corriere si lamentava in un’intervista di non essere riuscita ad essere «considerata un modello delle nuove generazioni». Vorremmo tranquillizzarla: riusciremo comunque a sopravvivere!
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25 commenti a Adozioni gay, risposta a Dacia Maraini
dacia maraini? una scrittrice di amori difficili e di aborti facili. (Giuseppe Berto)
“un prepotente che vuole vivere a spese della madre”. Veramente è questa tuttologa che mi sa che pretende di vivere a spese dei precari sfruttando un’immeritata pensione (immeritata per via delle leggi che c’erano prima, non fraintendiamo)
Massima stima per la prof.ssa Cartabia, che è anche giudice della Corte costituzionale: ce ne vorrebbero di giuristi così!
Dacia Maraini, per dirne una, negli anni 70 – insieme con tutta l’intellettualita’ – liquidava senza pieta’ il concepito sentenziando che non e’ nient’altro che un “grumo fetale” e oggi, senza aver cambiato idea, tuona dalle colonne del Corriere della Sera contro chi tratta gli animali come se fossero fatti di materia insensibile, cioe’ – aggiungo io – come se fossero bambini nel seno delle madri”
da “Il genocidio censurato” – A. Socci, pag 31
Ma la pagano persino per dei commenti così superficiali e dozzinali?!
No perché secondo me quello della Maraini non si può definire un articolo.
Una volta esistevano i Giornalisti, con la distinta G maiuscola, invece oggi ci imbattiamo in opinionisti della domenica che sparano a 0 su persone o fatti senza raziocinio e spacciandolo per realtà. Insomma si può avere una cronaca degna di questo nome?
Altro che eliminare i partiti, io bloccherei ogni finanziamento pubblico a questi personaggi (loro parassiti, altro che l’embrione) che tirano a campare con queste insulse opinioni da bar formattate invece per un italiano medio senza riferimenti.
questo dimostra il livello a cui sono giunti i “grandi” (si fa per dire) giornali italiani, che ospitano i più deliranti punti di vista di personaggi che per ragionare usano organi adibiti ad altre funzioni. Il Corriere è questo, un concentrato di omosessualismo e laicismo, come Repubblica.
bravissima Dacia , parole sante !
Più che altro ragionamento banale, ottimamente confutato. D’altra parte la Dacia non è esperta di nulla, per questo fa breccia facilmente sulla massa.
Beata lei che parla grazie a sua madre che non l’ha abortita. E quant’è fregna questa donna che parla dopo essere nata… (scusate la parolaccia). Voglio vedere altrimenti miss aborto che faceva e con chi parlava dentro al cestino!
…ma, se invece avesse abortito in quella circostanza…(scherzo ovviamente!).
Si coglieva comunque l’ironia,sta tranquillo… 😉
La prof.ssa Cartabia ha affermato uno degli elementi dell’ABC del giurista: la famiglia preesiste al diritto. “Ubi societas ibi ius”, dicevano gli antichi, e non ci può essere società (e quindi diritto) senza famiglia. La famiglia preesiste alla società e, conseguentemente, al diritto, per cui diventa una forzatura logica ed empirica invertire i dati al punto da voler fare dire ad una legge cosa è famiglia e cosa non lo è.
Un altro grande giurista (A.C. Jemolo) arrivava a dire che “la famiglia è un’isola che il mare del diritto può limitarsi solo a lambire” e dalla mia umile esperienza di avvocato familiarista non posso non sottoscrivere tale massima.
Dacia Maraini sostiene, sulla scia di filosofi illuministi che lo praticavano con i figli, che l’incesto non è contro natura. Se l’incesto non è contro natura, è ovvio che una simile mente, a maggior ragione, ritiene secondo natura i matrimoni gay e le adozioni fatte da persone dello stesso sesso. Simili personaggi che evidentemente hanno perso il lume della ragione scrivono sul principale quotidiano italiano. Questo dimostra il livello raggiunto dal Corriere della Sera.
la classica animalara di me**a che si preoccupa solo dei cuccioli animali
I concetti esposti dalla laicista Maraini nel corso degli anni denotano un progressivo e costante riposizionamento dei limiti etici. Siamo di fronte ad una deriva relativista, senza una benchè minima forma elementare di cautela, basata sul più becero egoismo e sul progressivo abbandono di ogni minimo senso di umanità e pietà. Cosa riserverà il futuro?
Ma come, questa qua prima dice che il feto è uno stronzo di abusivo prepotente che occupa l’utero della madre, che pretende di vivere (e magari ti nasconde pure le chiavi di casa) e poi difende le adozioni gay?
Secondo me vuole gliela vuol solo far pagare, a quel feto fetente.
Ops, mi sono incasinato sull’ultima riga.
Forse è una punizione per i sopravvissuti!
L’editorialista de Il Corriere si lamentava in un’intervista di non essere riuscita ad essere «considerata un modello delle nuove generazioni»
Sarà mica perché se dipendesse da lei le nuove generazioni non esisterebbero proprio?
…non mi metto neanche a leggere…soltanto il titolo mi fa rabbrividire!!….non capisco in che mondo viviamo,non ci sono piu’ regole,l’etica…il rispetto della natura stessa…..mi viene il voltastomaco ogni volta che leggo notizie simili,figli ai gay,la sig. Russo incinta,ma che crediamo?? che al mondo tutto è lecito?? una volta le donne di figli ne facevano una “carretta” e adesso?? inutile dire sempre che è colpa dello stress dell’infertilità,I FIGLI LI VOGLIONO QUANDO NON E’ PIU’ “STAGIONE”,a 55 anni una dovrebbe fare la nonna e parlo io che a 21 anni son diventata mamma senza problemi,a 25 ne volevo un altro e…in 2 mesi l’ho messo in cantiere,oggi ho 40 anni suonati e….mi sembra contro natura pretendere di rimanere incinta(anche perchè spererei di diventare nonna prima dei 45 anni:-))…eppoi eppoi….alle coppie gay UN ADOZIONE???????? MA DOVE VOGLIAMO FINIRE??? la famiglia è mamma e papà,le coppie “diverse” possono vivere le loro vite come meglio vogliono,però NON E’ GIUSTO CHE QUELLA SIA CLASSIFICATA “FAMIGLIA”…E’ INNATURALE E NON E’ GIUSTO CHE UN BAMBINO INDIFESO SIA OBBLIGATO A VIVIRE IN UNA SITUAZIONE COSI’ EGOISTICA,UN BAMBINO HA BISOGNO DI 2 FIGURE,LO VEDO IO CHE HO UN MASCHIO E UNA FEMMINA,COME SI PUO’ IMPORRE UNA COSA COSI’…RIVOLTANTE,CONTRONATURA….nella terra c’è la vita perchè esiste il SOLE E LA LUNA,SENZA LA LUNA E IL SOLE LA TERRA NON ESISTEREBBE…..andare contro natura non è una bella cosa,ci si rivolterà contro,ne sono certa!! barbara(ne moralista ne perbenista solo natur)
nè perbenista nè moralista…solo un utilizzo a sproposito del termine “contro natura”.
http://comeulisse.blogspot.it/2013/01/diamo-una-svolta-e-atteniamoci-ai-fatti.html
Diamo una svolta. Soprattutto informiamoci meglio, sulla questione della Sentenza della Cassazione n.601. Ragioniamo e atteniamoci agli incontrovertibili fatti storici.
Lo sanno tutti che (prego di considerare i solidi ed incontrovertibili referaggi in calce alla pagina):
Hitler non era uno stinco di Santo ed è cresciuto in una famiglia etero (ma il padre e la madre erano parenti)
Anche Stalin era cresciuto in una famiglia etero ed era lo stesso stinco di Santo di Hitler
Madre Teresa è diventata Santa, ma divenne orfana di padre (a otto anni) (1)
Karol Wojtila diventerà Santo, ma divenne orfano di madre a otto anni («Era la volontà di Dio») (2)
Rita Levi Montalcini è un premio Nobel, nata e cresciuta in una famiglia etero, ma fa eccezione (3)
Albert Einstein è un premio Nobel, nato e cresciuto in una famiglia etero, ma era chiaramente dislessico (4).
Dicono inoltre che…
Ci sono figli cresciuti ottimamente da famiglie omo (nota opinione di don Franco Barbero, della comunità di Pinerolo) (5)
Ci sono figli che stanno crescendo ottimamente in famiglie gay (attendibilissima parola di avvocato di parte, super-partes, Raffaella Richini) (6)
Ci sono figli cresciuti ottimamente in famiglie monofamiliari (c’è un genitore prevalente o collocatario, come dice la prassi del diritto di famiglia italiano – qui non ho referaggi certi, ma da talune parti si racconta che ciò sia contrario alla legge italiana in vigore, ma non so sia vero)
Ci sono fanciulli cresciuti ottimamente in casa famiglia, perché i genitori non hanno recuperato le proprie “capacità genitoriali” (incontrovertibile e infallibile parola-di-psicologa) (7)
Ci sono fanciulli cresciuti ottimamente in orfanotrofi (qui mi mancano dati, ma non faccio affidamento su Charles Dickens, perché inaffidabile a priori – e poi gli orfanotrofi ormai li hanno tolti).
Ci sono bambini cresciuti senza il piffero di un aiuto….
Addirittura Pinocchio, quando non era ancora bambino, venne regalato da Mastro Ciliegia a Geppetto. Eppure poi è diventato bambino.
Tarzan è cresciuto nella giungla.
Anche Moogly (Il libro della giungla) è stato allevato dalla pantera Bagheera, l’orso Baloo e un branco di lupi
E poi non c’è nessuno che lo chieda, ai figli, se gli piacerebbe una famiglia “normale”(vedasi referaggio n.8)…
Perciò, cari separati, prendiamo civilmente atto della sentenza della Cassazione n.601, che non si commenta, perché si commenta da sola.
Che nessun si sogni di diventar novello Ulisse, che, ramingo, giunto dopo mille disavventure alla sua Itaca, si infuriò, a torto, non poco, per aver visto i Proci usurpare beffardi i suoi affetti ed i suoi effetti.
Che non venga mai, questo Ulisse, a reclamare.
Anzi, auguriamoci che ci sia un novello Telemaco, che, dopo aver molto bramato per il ritorno dell’amato padre (“Se quello che i mortali desiderano, potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre”), pur vedendo lo sfacelo della sua casa, preda dei signori Proci, usurpatori del talamo paterno, senza tutela né difesa, non porga arco e turcasso al padre Ulisse, sì da impedirgli di compiere efferato gesto.
Auguriamoci anzi che egli, ben conscio di quanto è in torto chi all’ira indulge, trattenendo l’ira del padre Ulisse, lo possa supplicare, sì dar farlo rinsavire, sussurrandogli dolci parole di conforto:
“Ahò, papà, ragiona! Nun te stare a scaldà, che è peggio! Se solo reagisci, poi te dicono che sei conflittuale, e cè tolgono pure i fine settimana alterni…”
…che squallore questa signorotta altoborghese!…pensare che è considerata una grande intellettuale e letterata!…personalmente considero il suo livello culturale/letterario prossimo allo zero assoluto(-273); essa deve la sua prezzolata notorietà e considerazione al fatto di essere schierata da sempre a sinistra…altrimenti sarebbe sconosciuta persino all’anagrafe del suo paese natio.
le emerite scempiaggini di certo presuntuoso intellettualume nostrano (e non) dimostra solo come il pensiero ideologicizzato provoca la cortocircuitazione neuronale. Risultato: non si riesce più a percepire il confine tra le tue idee e la realtà, a distinguere il nero dal bianco, il buonsenso dall’eccentricità grottesca, il BENE dal MALE. Ma non si può la “nostra” trasferire per sempre in Tibet, dove il famoso padre & tibetologo Fosco Maraini trovò isiprazione, e continuare gli studi paterni? Noi, glielo assicuriamo, non piangeremo la sua assenza.
Chiedo scusa… é un po’ OT e non parliamo della Maraini ma siamo sempre nell’orbita delle persone “colte”, “moderne” ed “illuminate”.
Seguono le 10 buone regole per una corretta e sana giustificazione dell’aborto legale:
Regola n°1: l’aborto legale risolve il problema dell’impreparazione culturale ed “elimina” l’opprimente società che ti preclude la scelta.
… quando ho scoperto di essere un’ignorantona incinta, sono andata via di testa…
Regola n°2: l’aborto legale é giustificato dalle enormi difficoltà tipiche del comune vivere (nel caso specifico ovviamente condivise coll’ex compagno repubblichino).
… non voglio dilungarmi qui, a raccontare le difficoltà in cui ci siamo trovati io e Dario…
Regola n°3: l’aborto legale é giustificato dalla mancanza di strumenti e di operatività a partorire.
…non certamente in grado di mettere al mondo un figlio…
Regola n°4: l’aborto legale é giustificato dalla presenza di persone amiche, ma inavvicinabili.
…e avessi avuto un bel rapporto di confidenza con mia madre…
Regola n°5: l’aborto legale é giustificato dalla presenza di persone amiche ma di cui é meglio, per decisione unilaterale, non chiedere aiuto.
… ho avuto paura di parlare con mia madre… paura della reazione… del dolore troppo grande che le avrei dato…
Regola n°6: l’aborto legale é giustificato perché elimina alcuni grossi problemi economici (ovviamente necessari in caso contrario).
…e la fatica per mettere insieme le trentamila lire… una cifra!
Regola n°7: l’aborto legale é giustificato dal fatto che nella clandestinità non ci si può difendere.
…non gridi e non pianga se no la mando via…
Regola n°8: l’aborto legale é giustificato perché così non si é umiliati e non si viene trattati in malo modo.
…scendendo i cinque piani ero certa che sarei caduta a terra e che sarei morta lì, sulle scale…non sapevo cosa mi avesse fatto più male, se l’intervento o l’umiliazione per come ero stata trattata… come fossi una prostituta
Regola n°9: l’aborto legale é giustificato dalla oggettiva mancanza di una sana e razionale soluzione al rischio di rimanere incinta.
… é chiaro che in una situazione simile è difficile vivere la sessualità con gioia…
Regola n°10: l’aborto legale é da dichiarare (comunque e sempre) “estrema ratio”; solo per essere “possibile” sarà anche difficilmente “usufruibile”.
…di una vera, profonda educazione sessuale, prevenzione, contraccettivi, forse l’aborto cesserebbe di esistere… e non ci sarebbero più i neonati abbandonati o sbattuti nei cassonetti dell’immondizia a morire. Noi donne tutte, siamo contro l’aborto. Vogliamo avere i nostri bambini quando è il giusto momento. L’aborto è un’esperienza tragica, dolorosa… per tutte. Il Papa non lo sa, ma noi donne sì.
Regola n°11: (la aggiungo io). Ovviamente MAI citare l’incomodo che si deve togliere di mezzo. Bontà sua… ma chi l’ha mai chiamato?
Regola n°12: (scusate, é l’ultima che aggiungo). Mai parlare di egoismo… potresti essere equivocato e si potrebbe scoprire la verità.
Regola n°13: (acc… vi giuro che é l’ultima!). Ogni tanto citare il Papa; non si sa mai…
http://www.francarame.com/it/node/743