La Bibbia rimane il libro più venduto al mondo

BibbiaRecentemente pubblicata, la classifica dei 10 libri più venduti al mondo.

James Chapman, autore della catalogazione si è basato sui milioni di copie vendute negli ultimi 50 anni. Il primato di 3,9 miliardi di copie vendute nell’ultimo mezzo secolo va alla Sacra Bibbia; segue al secondo posto Citazioni del presidente Mao Tse-Tung, con 800 milioni di copie vendute; medaglia di bronzo per Harry Potter, di J. K. Rowling, con 400 milioni.

A cascata poi arrivano: Il Signore degli anelli, di J.R.R. Tolkien, con 103 milioni; L’alchimista, di Paulo Coelho, con 65 milioni e Il Codice da Vinci, di Dan. Brown, con 57 milioni. 43 milioni invece per The Twilight saga, di Sthepanie Meyer.

Al terz’ultimo posto Via col vento, di Margaret Mitchell, con 3.3 milioni. In penultima postazione c’è Pensa e arricchisci te stesso, di Napoleon Hill, con 30 milioni. Con 27 milioni anche Il diario di Anna Frank, di Anna Frank, rientra nella top ten. La ricerca non presentando le fonti di studio adoperate nella classificazione non può avere valore statistico ma suscita comunque un certo interesse ed induce a riflessioni serie circa la copiosa vendita di taluni generi letterari.

L’Uelci (Unione editori e librai cattolici italiani) ha presentato recentemente i risultati di un’indagine affidata all’Ipsos sugli italiani e la lettura di libri religiosi. Su un campione di 2.000 persone è risultato che il 13,7% della popolazione italiana  legge almeno un libro religioso all’anno (di cui il 15% sono giovani, 18-30 anni).

Livia Carandente

44 commenti a La Bibbia rimane il libro più venduto al mondo

  • lorenzo ha detto:

    Il più venduto.
    Il più studianto.
    Il più incompreso.
    Il più odiato.

  • Eigub Etted ha detto:

    Se la bibbia fosse “un” libro, la bibbia sono tanti libri e non tutti, chissà quanti saranno stati “persi” o scartati.

    • lorenzo ha detto:

      La Bibbia non è “un libro”, è “il Libro”.

    • Piero ha detto:

      oddio!!! O_O

    • Penultimo ha detto:

      Dunque?Quanti libri sono stati persi o scartati su infinite altre tematiche?
      Prova a vedere se capisci che quella che hai scritto è un’ argomentazione ab ignorantiam sia per la bibbia sia per altri libri.

      Chissà quanti libri sono stati persi sulla biografia di Giulio Cesare,e dunque significa che quelli esistenti sono incorretti?O perfavore privatemi.

      • Eigub Etted ha detto:

        Chi ha selezionato questi libri?

        • Penultimo ha detto:

          Lo sapevo,quanto siete tediosi,”quelli che li hanno scritti”.

        • Piero ha detto:

          no non puo’ essere caduto cosi’ in basso non puo’!!!
          abbiamo a che fare con bambini dell’asilo…

        • EquesFidus ha detto:

          La Chiesa cattolica, che prosegue nel solco della Traditio che ha portato a scriverli. Gli altri sono o gnostici o tardi, e pertanto non meritevoli di considerazioni.

          • Penultimo ha detto:

            Gli altri sono “o gnostici o tardi”
            Le solite fallacie se questa locuzione è razionale e logica allora questa è LOGICA:

            O è 1 O è NUMERO.

            PROVA COSI:

            Gli altri sono gnostici (STUDIERAI LO GNOSTICI ANZICHE IPOTIZZARE AMENITA’) dunque sono tardi.Ovvero i vangeli gnostici sono quelli temporalmente più tardi e pertanto non meritoveli di considerazioni.

    • DSaeba ha detto:

      Sarebbe interessante sapere cosa intendi con quel “persi” tra virgolette.

      • Penultimo ha detto:

        “persi”

        Vedrai vedrai che si iniziarà con le congetture alla Dan Brown.E si arrivera dritti agòli apocrifi gnostici per dire:e quali dei due sono più veri?

        Quelli che non fanno “il gioco delle tre carte”

      • EquesFidus ha detto:

        Sicuramente intende “distrutti dalla Chiesa bigotta ed oscurantista”, il che lascia ad intendere che abbiamo a che fare con uno a cui piacciono i complotti più che la storia, e che ignora come il Canone venne composto.

  • AndreaII ha detto:

    Accidenti!

    Il corano non e’ fra i primi 10??

  • Sophie ha detto:

    Io leggo la Bibbia alla velocità di mia nonna, non sto neanche a metà. -.-

    • EquesFidus ha detto:

      Carissima, il punto non è leggere la Bibbia, il punto è intenderla. Pertanto, se anche la leggi lentamente ma la studi alla luce del Magisterium e della Traditio, magari usando anche l’ispirazione dei santi che dedicarono la vita a tale sacro studio, allora compi sicuramente un’opera buona.

      • EquesFidus ha detto:

        Saltata l’ultima parte: “Ti faccio pertanto i miei auguri per un buono e sereno studio biblico, e ti avverto però che con la Bibbia non si finisce mai d’imparare. :)”

      • Matyt ha detto:

        Attenzione però ad intenderla nel modo giusto… non farti mica venire idee strane in testa.

        Tipo, che sia lecito mangiare crostacei o fare il risotto alla milanese col burro.

    • Emanuele ha detto:

      cara Sophie,

      buona lettura… Tieni però conto che quelle che leggi sono parole vive perché sono parole del Dio Vivente. Sono parole scritte apposta per te… Forse non tutte saranno chiare oggi, ma domani lo saranno.

      La Bibbia è un libro vivo, parla ai nostri cuori ogni giorno in modo diverso. Prova questo “esperimento”: leggi un passo significativo, tipo un salmo, una parabola, le parole di un profeta… poi rileggile dopo qualche mese. Vedrai che, incredibilmente, ti suoneranno in modo diverso, si adatteranno alla tua vita seguendone gli sviluppi.

      Ricordiamo, la Bibbia sono le parole di Gesù e senza le sue Parole e il suo Corpo si va poco lontano…

      • Sophie ha detto:

        Grazie per il consiglio. Io spero però che presto gli insegnanti di religione comincino a spiegare la Bibbia all’ora di religione… 🙂

  • Licurgo ha detto:

    Cari amici, da esterno alle religioni (come ormai molti abditudinari del blog sapranno, sono filosoficamente teista ma non aderente a religioni specifiche) vorrei porre un quesito.
    In quasi tutte le case dell’Italia e della parte cattolica di Europa c’è la Bibbia…ma il quesito reale -peraltro di tantissimi classici- è quante persone, oltre a possederla, la leggano anzichè tenerla sullo scaffale per consuetudine.
    Per quel che so (me lo disse anni fa un amico credente), mentre per i protestanti la mancata lettura della Bibbia costituirebbe un problema, per i cattolici non è nemmeno così drammatico, visto che (e non so se sbaglio e chiedo a voi più esperti) secondo la Chiesa, per conoscere Cristo non è necessario conoscere la Bibbia, ma lo è meglio seguire la liturgia, il catechismo e tutta la formazione che andrebbe fatta nelle parrocchie.
    Beh, io penso che la Bibbia sia molto venduta ma non troppo letta soprattutto nel mondo cattolico (intendendo in questo senso il mondo cattolico come i tanti fedeli tra la gente comune), soprattutto in quello dei Paesi del cosidetto ‘primo mondo’,ma non credo che, per il mondo cattolico, questo costituisca un problema.
    Dunque credo che, per quel che riguarda il cattolicesimo, il fatto di quanto sia venduta la Bibbia non sia troppo rilevante, o che lo sia molto meno sulla partecipazione della gente all’attività parrocchiale di base e di formazione (il prete dovrebbe, oltre ad amministrare i Sacramenti, essere quello che ‘volgarizza’ l’esegesi biblica).
    Non so come sia la situazione, in Italia e fuori, in questo senso, ma penso che forse questo sia il versante di ricerca da intraprendere per un cattolico.
    Scusate se sembro saccente a mettere il naso in casa d’altri, ma è semplice desiderio di capire, chiamiamola modesta curiosità intellettuale.

    • EquesFidus ha detto:

      Diciamo che la questione è scindibile in due parti: può esistere la Chiesa cattolica senza Scritture? E poi, è bene o male che sia letta e conosciuta la Sacra Scrittura, ovverosia agiscono bene (o perlomeno non male) coloro che la leggono?
      Alla prima domanda è facile rispondere: la Chiesa è esistita prima della Scrittura, pertanto anche se (ipoteticamente) quest’ultima dovesse sparire continuerebbe a farlo. Come, potresti chiedere? Come è possibile sapere cosa Gesù il Cristo disse e fece se non è presente un testo di riferimento? Ciò è possibile grazie alla Traditio: la Traditio, infatti, ha prodotto la Bibbia, la spiega e la compenetra. Figurarsi, per arrivare a stabilire un canone bisogna arrivare al IV secolo dopo Cristo. Pertanto, il vero problema è per i protestanti, che basano tutto invece sulla Sola Scriptura: avendo eliminato Traditio (che l’ha creata) e Magisterium (che l’ha spiegata), infatti, non possono che (per definizione) basarsi soltanto sulla Bibbia.
      Riguardo alla seconda, invece, dato che in realtà anche lo studio biblico sia non solo permesso ma anche incoraggiato (e non da ieri, basti vedere Benedetto XV e le promesse di indulgenza di inizio’900), è un bene ed un dato di fatto compierlo in maniera seria e con criterio; purtroppo, molti non si accorgono che la Scriptura, assieme alla Traditio, è alla base del Magisterium e, pertanto, fondamentale per capire come mai la Chiesa agisce e qual’è l’insegnamento di Gesù il Cristo e perché Lui si sia incarnato e morto in croce per i nostri peccati. Tuttavia, lo studio biblico, come dimostra la questione protestante, se compiuto senza tener presente la Traditio ed il Magisterium può portare a notevoli storture dottrinali, scismi ed eresie. Pertanto, certamente leggere (o meglio, ascoltare, dato che la Bibbia prima che esser letta deve essere proclamata ed ascoltata) e studiare la Bibbia è una buona cosa, se fatta ovviamente alla luce del Magisterium e della Traditio. Ma la Chiesa, che infatti conosce bene il valore di tale santo studio, offre a tutti i fedeli (non solo a coloro capaci di leggere; sembra una cosa di poco conto, ma in diversi Paesi ciò è determinante) la lettura della Scriptura ed un commento (l’omelia) già durante la Messa.

      • Licurgo ha detto:

        Grazie.
        Certamente non intendevo dire che il cattolicesimo non incentivi o non debba incentivare lo studio biblico, e sapevo qualcosa della Traditio che lei invece mi ha chiarito molto bene.
        Ma pensavo proprio ai credenti analfabeti o semianalfabeti che esistono ancora in parti del mondo, nonchè, anche da noi, alle persone meno versate per la lettura attenta e meditata, su cui mi ha illuminato.

      • lorenzo ha detto:

        La Chiesa è successiva alla Scrittura: Cristo non risponde forse alle tentazioni nel deserto citando la Scrittura?
        E’ però innegabile che compimento della Scrittura è Cristo stesso e, di conseguenza, i Suo Corpo Mistitico che è la Chiesa.

        • EquesFidus ha detto:

          No: Cristo è successivo al Vecchio Testamento (ovviamente), ma non alla Scriptura in toto. I Vangeli sono stati scritti in seno alla nascente Chiesa anni dopola sua morte, come pure tutto il Nuovo Testamento del resto. Detto questo, è chiaro che la Chiesa, per un certo periodo di tempo, è esistita senza che vi fossero Vangeli o simili, i quali sono nati successivamente.

      • Bichara ha detto:

        Apprezzabile intervento limpido e conciso, c’è da rammentare, inoltre, che la scriptura sia della massima importanza se si crede che cristo non sia più vivo e presente sia nella storia personale di ognuno che di quella collettiva e proprio per questo Dio è disponibile in egual misura anche per gli analfabeti ,perchè Dio, credo, vuole essere amato col cuore , in primo luogo, e conosciuto se è possibile attraverso la mente in misura minore.
        Le pitture nelle chiese orientali servivano proprio per chi è analfabeta (la quasi totalità della popolazione) perche riescano a VEDERE invece di leggere le sacre scritture.
        I protestanti ,come lei ha scritto, purtroppo, zoppicano su una gamba, quella della scrittura e ignorano la tradizione malgrado che credano come tutti i cristiani, la chiesa santa..non ho mai capito come! Negano l’intercessione di Maria malgrado il primo miracolo a Cana (non neccessario e non nei piani di Gesù)anche questo è incomprensibile!

    • Sophie ha detto:

      “Beh, io penso che la Bibbia sia molto venduta ma non troppo letta soprattutto nel mondo cattolico (intendendo in questo senso il mondo cattolico come i tanti fedeli tra la gente comune), soprattutto in quello dei Paesi del cosidetto ‘primo mondo’,ma non credo che, per il mondo cattolico, questo costituisca un problema.”

      No invece è un problema, è necessario leggerla perchè dalla Bibbia si capisce pure qual è il carattere di Gesù, frainteso da troppi. Dalla Bibbia si evince che il Padre Eterno non è solo paterno ma sa essere anche severo quando occorre (come è un papà appunto) e se lo è lui, lo era anche il Cristo in quanto seconda persona della Trinità.

    • Daphnos ha detto:

      Caro Licurgo, provo ad abbozzare una risposta.

      Credo che l’intento, palese o nascosto, dei redattori del sito, in questo caso, non sia quello di mostrare quanto la Bibbia abbia evangelizzato il mondo negli ultimi 50 anni, ma proprio quello che hai detto tu (ritenendolo un aspetto non positivo), cioè che la Bibbia si dimostra proprio dal punto di vista culturale estremamente viva e attuale. L’aspetto esclusivamente culturale del cristianesimo, anche se slegato dalla pratica, è comunque di grande interesse per questo sito, che per esempio approva la presenza del crocifisso in alcuni ambienti pubblici, o i riferimenti alle radici cristiane d’Europa (casi, appunto, solo culturali e non dottrinali).

      Perciò, quanto sia effettivamente letta la Bibbia da chi la compra non è necessariamente importante. Certo, per ciò che riguarda l’uomo religioso che è in me, sapere che quel libro è poco più di un soprammobile, non mi fa fare salti di gioia; tuttavia posso sorridere al pensiero che la notizia possa non entusiasmare i gufi che vorrebbero cancellare ogni traccia di religione nel mondo, o semplicemente, come amante della letteratura, essere contento per la sua diffusione.

      Ti faccio un esempio: nell’estate del 2010 ho attraversato la Scandainvia, dormendo in numerosi alberghi. In quasi tutti i cassetti c’era la Bibbia, in versione bilingue, svedese (o norvegese) e inglese. Si dirà, è una consuetudine (oltre a essere un grande contributo al raggiungimento dei 4 miliardi di copie). Ma, oltre al fatto di essere una consuetudine a mio parere giustissima dal punto di vista culturale, quando notai la cosa il mio pensiero corse subito ai piagnistei dell’UAAR, che, come è ovvio, qualche tempo fa definiva la diffusione della Bibbia negli alberghi come contraria alla laicità: ebbene, mi domandai, se la cosa avviene puntualmente nei secolarizzatissimi paesi del Nord, additati come esempio dai censori uaarini, quale sentimento può provocare una simile richiesta di cancellazione? Io temo che sia niente di più della solita teofobia, la paura della presenza anche di un minimo richiamo esclusivamente CULTURALE al cristianesimo. Per loro, oltretutto, è una potenziale minaccia, perché sono avvenuti, ed avvengono, casi di conversione per una lettura della Bibbia in una camera d’albergo, come quello di Vittorio Messori. Quindi, questo articolo può essere anche interpretato come contraltare alle curiose richieste dell’UAAR, che il sito UCCR scimmiotta.

      Riguardo alla lettura della Bibbia da parte dei cattolici e dei protestanti. Il soggettivismo luterano -ma penso che tu lo sappia meglio di me-, ritenendo che Dio parli personalmente agli uomini attraverso la scrittura, effettivamente rende la lettura importantissima per l’evangelico. Ma il cattolico, anche se gli è richiesto di avere come riferimento il Magistero, è comunque tenuto a conoscere ciò di cui sta parlando. Tu magari non frequenti le chiese, ma posso garantirti che sono numerosi gli appelli dei sacerdoti alla lettura privata o comunitaria, alla formazione di gruppi biblici, all’ascolto della Parola. Questa cosa è del tutto ignorata dai militanti laicisti di ogni livello (anche loro non frequentano le chiese), che improvvisano lezioni di teologia accusando i credenti di non aver letto la Bibbia quando in realtà non l’hanno letto neanche loro. Sinceramente, penso che la mancanza di cultura biblica in Italia sia dovuta principalmente a due fattori: il primo, proprio il fatto (molto contestato dai fautori del laicismo) della religione interpretata esclusivamente come collante sociale, ha portato elementi come la preghiera, la frequentazione di funzioni, i sacramenti, ad essere considerati più importanti della pura erudizione; il secondo è la secolarizzazione, poiché con la diffusione della fede svincolata dalla pratica non si alimenta la curiosità circa il contenuto delle Scritture.

      Se ho mancato qualche punto, chiedi pure… anche se sono al di fuori della situazione da te descritta, avendo letto tutta la Bibbia tranne alcuni profeti minori, lacuna che colmerò presto, entro i 23 anni ( eh sì, anch’io sono un po’ saccente 😉 ).

    • Penultimo ha detto:

      Dipende anzitutto il quesito è pertinente sin dall’inizio:

      E’ ovvio che per i protestanti (dovrei capire di che confessione parli c’è ne sono tantissime e non sono identihe alcune sono più simili altre no)non penso che la lettura sia il problema,ma l’interpretazione che li si dà diventa una problema,anzi proprio le interpretazioni,non sbagliate ma senza un metodo,interpretare non significa nemmeno trovare una interpretazione esoterico cabalistica come gli gnostici,interpretare assume il connotato di comprendere,comprendere significa anche fare .Ma, per conoscere Cristo è necessaria la Bibbia ma direi che è insuficente infatti non puoi amare un libro,e solitamente si ama ciò che si comprende,ma l’atto di recarsi in chiesa non è tanto un tributo di “potestà monarchica”,ma l’atto del praticare non per leggere,ma per fare (e qua tutti contestano infatti,”non hanno fatto!” oppure “hanno fatto il male!”),in questo raramente comprendono quellono che leggono sulla pratica,domandarsi sul fare e non fare degli altri è di una ipocrisia enorme,domandarsi se fai o non fai tu come soggetto davanti alle tue responsabilità questo è cristianesimo.Davanti a Dio non siamo responsabili del male degli altri sacerdoti,inquisitori,ma del bene che avremmo fatto agli altri.amando noi stessi,infatti (ovviamente escludendo l’amor proprio)è necessario amare se stessi per amare qualcuno.Ma questo amare se stessi “come” significa anche fare una riflessione di vita.La Chiesa ha dei metodi esegetici che sono indispensabili mi viene in mente per esempio S.Agostino i monaci Certosini.Se però ovviamete uno reputa di non ascoltare chi veramente poi al di là delle parole ha vissuto così,vivendo il Vangelo,come un sacerdote,domando ma se voi avete capito e criticate (non dico a lei Licurgo,ma a tutti quelli che giudicano o meglio processano addiritura accusando la chiesa di tradire Cristo,ovviamente ci sono anche quelli, comune la Chiesa rendendo i sassi montagne,e le montagne sassi)perchè non siete sacerdoti?

      Infatti loro ci accusano di non essere identici a Dio,ma anche volendolo non lo ptremmo essere mai,accusare gli altri di essere imperfetti è facile,infatti con lo stesso principio si può accusare chiunque.Pretendi la perfezione che tu non hai e tutto il mondo: “è malvagio! non ha fatto quello che doveva fare!”.Ecco lo iato di farsi Dio,quello del solo giudizio,ma non di “giudicare” come diceva un monaco certosino,e’ necessario giudicare per ragionare,ragionre è giudicare,bensì non giudicare non significa non giudicare altrimenti nemmeno ragioneresti su qualche cosa,ma “non processare.”

      • Penultimo ha detto:

        A una sola cosa Licurgo se vuole comprendere un po di più il cattoliansimo,in quanto ccattolicesimo ma non in quanto pregiudizio, io le lascio uno scritto di uno che ha praticato più di me.Potrebbe farle capire perchè un monaco è un monaco oltre che hai pregiudizi dell’oscurantista,anche se sò che lei è aperto senza ideologia.

        Ogni parola di questo teso non è lettura è meditazione:

        http://www.monasterovirtuale.it/home/index.php?option=com_content&view=article&id=878&Itemid=872

        • Licurgo ha detto:

          Grazie a tutti per le dettagliate e profonde risposte.
          Penultimo: leggerò sicuramente, e sinceramente non è stata mai intenzione mia mettere alla berlina la fede di nessuno.
          Se poi lo fanno i sedicenti new-atheists, cioè chi ha fede che il cosmo si basi su due principi contraddittori, ‘caso e necessità’, è evidente che si ha davanti una sciatteria filosofica enorme e, come capita spesso, ‘risus abundat in ore stultorum’.

          • Penultimo ha detto:

            No,lo so,infatti come diceva alberto magno:semi di verità se ne trovano li troviamo perfino tra i pagani,loro diranno a ma cosi non riconosci la verità assoluta della chiesa,no riconosco comunque che spesso “lo spirito santo soffia dove vuole” e talvolta trovo delle similitudini anche negli altri culti cosi come ci trovo delle differenze,senonche dopo mi chiedono perchè Dio fa questo o quello,per una volta ho fede di non essere Lui per rispondere.Non è sincretismo anche perchè so che al contrario di ciò che si pensa dall’esterno “maggiore e cio che ti è dato di sapere” “maggiore è la responsabilità”,manco dell’illusione “sono cristiano dunque mi salvo” che mi viene attribuita perchè cristiano.

    • Bichara ha detto:

      Gentile Licurgo,non so quanto “esterno” effettivamente lei, dal momento che si è formato un idea personale di dio, immerso in una precisa cultura e tradizione.La sua ricerca o curiosità, credo che siano care a Dio.

      • Licurgo ha detto:

        Caro Bichara, io semplicemente credo che la teologia scolastica cristiana sia una risorsa eccezionale per ragionare filosoficamente su Dio. Un lavoro culturale enorme e validissimo, soprattutto nella ‘fondamentale’, che qualsiasi persona interessata a questo problema metafisico dovrebbe studiare, almeno un po’, visto che si tratta spesso di filosofia pura che solo la miopia di molti oggi, che la distanza storica con l’Illuminismo permetterebbe un approccio più sereno anche da parte di chi non è religioso in senso stretto, non riesce a riconoscere.
        Poi il Dio cristiano è Agape, e dunque, in ogni caso, penso che al momento del Giudizio mi giudicherebbe più su quel che ho fatto (o non ho fatto) per il prossimo che per questioni strettamente filosofiche.

    • beppina ha detto:

      Il parallelismo é sicuramente infelice ma penso che la lettura della Bibbia, in un certo senso, é come la Confessione; quest’ultima richiede il “filtro” del Sacerdote per arrivare a Dio, la prima richiede una assimilazione da “contestualizzare” passo dopo passo nella forma e, soprattutto, col cuore. Non é male che la lettura sia quindi inserita in un contesto “comunitario”, cioé di più persone che leggono un brano dopo l’altro (come si fa in alcune Parrocchie), meglio se in presenza di qualche persona “più avanti” nella stessa lettura e lasciando all’approccio personale eventuali rivisitazioni e approfondimenti. Questo non solo per la complessità formale (non eccessiva ma comunque esistente in certi brani) ma soprattutto per il “linguaggio” biblico in genere relativamente lontano dall’immediatezza (forse anche dalla superficialità) delle moderne forme di comunicazione notoriamente improntate all’immediatezza e alla semplicità del messaggio.

      • Licurgo ha detto:

        Giusto, Beppina. Le lingue semitiche, e in alcuni casi anche il greco della koinè (esempio:’salire a Gerusalemme’ anche quando non si sale geograficamente usato anche da Paolo), hanno sempre diversi registri linguisitici in cui spesso il significato letterale si interseca con quello spirituale, sia spesso per il gioco di vocali differenziati da uno stesso lessema consonantico (la vocalizzazione scritta avverrà solo col masoretico)sia per la parola in quanto tale (il serpente di Genesi si traduce anche come ‘colui che striscia’ nel senso di sibila e insinua) senza il discorso delle vocali.
        In questo senso sarebbe sempre utile sentire anche l’esegesi ebraica (cosa che fece peraltro già Girolamo), e a quel che so nel mondo cattolico sull’esegesi biblica ultimamente si fa attenzione all’importanza della filologia critica.

  • Piero ha detto:

    Per la redazione: segnalo un errore di scrittura
    Al terz’ultimo posto Via col vento, di Margaret Mitchell, con .33 milioni.

    Col punto decimale davanti, la cifra sarebbe 330 mila, che non puo’ essere, visto che al posto successivo c’e’ quello con 30 milioni.