Olimpiadi di Londra 2012: un’esplosione di fede religiosa

Vietati nelle sedi di lavoro e nei luoghi pubblici, indossati con orgoglio durante le Olimpiadi di Londra 2012; i simboli religiosi sono approdati sul terreno inglese nonostante le leggi britanniche ne vietino l’esibizione. Ed il “politically correct” imposto dalla regina è stato oltrepassato, senza alcun tentennamento dai gareggianti.

Dal segno di croce del corridore giamaicano Usain Bolt (invitato in Vaticano per il prossimo aprile) all’inginocchiamento dell’inglese musulmano Mohamed Farah, di origine somala, a Vittoria Douglas che ha lodato Dio in un’intervista rilasciata alla NBC: molti atleti, prima o dopo la gara disputata, hanno cercato forza e coraggio nella preghiera. Con un gesto,un’immagine, una testimonianza. La fede ha certamente vinto questa edizione delle Olimpiadi.

Mentre per Shaherkani Wojdan, dell’Arabia Saudita, è stata la prima partecipazione ai giochi con indosso il velo, durante gli 82 secondi di lotta olimpica, per il 27enne Carlos Ballve questa è stata l’ultima Olimpiade prima di appendere al muro il bastone da hockeista professionista e cambiare la maglia da gioco con la tunica sacerdotale. Nel 2005, durante il campionato mondiale di hockey under 21, l’atleta ha preso coscienza dell’importanza di Dio nella sua vita, a seguito di un viaggio a Medjugorje . Alla chiamata del Signore, Carlos espresse un desiderio: “Fammi realizzare il mio sogno di partecipare ai Giochi Olimpici”. Così, ha continuato ad allenarsi con la sua squadra mentre iniziava gli studi in seminario. E se la fede è perseveranza, questi atleti, abituati a sudare per ottenere i risultati sperati, partono già in vantaggio. E senza alcuna inibizione. Come

La squadra delle pallavoliste brasiliane che insieme all’intero staff tecnico, si è inginocchiata per pregare insieme un emozionato “Padre nostro”, dopo la vittoria della medaglia d’oro . O come Meseret Defar che dopo aver tagliato il traguardo in gara dei 5.000 metri per vincere l’oro, ha mostrato alle telecamere l’effigie della Vergine Maria tirata fuori dalla propria maglietta. Altri numerosi esempi meritano una citazione; a partire dall’allenatore della nazionale di pallavolo brasiliana Jose Roberto Guimaraes che ha riferito ai giornalisti di essere pronto a percorrere il Cammino di Santiago in Spagna o Leonel “Leo” Manzano che ha portato a casa una medaglia d’argento per gli Stati Uniti nei 1500 metri, dopo aver pregato in mondovisione. La nuotatrice spagnola Mireia Belmonte ha invece offerto le due medaglie d’argento vinte (800 metri stile libero e 200 metri farfalla) a Nostra Signora di Monserrat.

Testimonianze di fede ed al contempo dei valori che si nutrono della fede come l’umiltà, la carità, la sincerità. Un esemio tra i tanti è Alex Giorgetti, attaccante italiano della Pro-Recco e membro della nazionale Italiana maschile di pallanuoto, quest’anno campione del mondo che ha voluto condividere la propria vittoria con Fra Miljenko Šteko, capo dell’ufficio Informazioni di Medjugorje al quale ha consegnato la palla firmata da tutti i giocatori della squadra italiana e poi con il giornalista della stazione radiofonica “MIR” Medjugorje. A loro ha raccontato il suo incontro con Gesù e Maria e di come sia davvero molto felice dopo aver completamente cambiato vita. Ha vissuto senza preghiera e sacramenti prima della sua conversione: “Poiché l’Italia non vinceva il campionato del mondo da ben vent’anni, decisi che se avessimo raggiunto un buon risultato sarei venuto a Medjugorje a ringraziare Gesù per questo. Ebbene, non solo siamo diventati campioni del mondo, ma sono anche stato premiato come miglior giocatore del campionato. Ecco perché ho deciso di venire a ringraziare Gesù e Nostra Signora per tutte le grazie che mi ha concesso. Ho salito la collina dell’Apparizione e la montagna della Croce a piedi nudi ed è stata un esperienza davvero bella per me. Mi sento contento e soddisfatto e non vedo l’ora di tornare in Italia a testimoniare la bellezza di questo luogo”, che è stata la sua vittoria più grande.

Livia Carandente

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