La scienza non spiegherà mai perché c’è qualcosa anziché niente
- Ultimissime
- 30 Apr 2012
Il noto divulgatore scientifico americano, John Horgan, firma del “New York Times” e di “Scientific American”, ha scritto sulle colonne di quest’ultimo un interessante articolo intitolato: “La scienza non spiegherà perché c’è qualcosa piuttosto che niente”, riprendendo la famosa domanda di Martin Heidegger, presa a prestito da Leibnitz, che tanto infastidisce gli scientisti.
Probabilmente è un articolo in risposta alle recenti posizioni scientiste dell’astrofisico Stephen Hawking, già ampiamente criticate anche su questo sito web (e da parecchi suoi colleghi). Dopo Hawking, anche Lawrence Krauss ha affermato la stessa tesi (anche questa è stata analizzata sul nostro portale) nel suo libro “A Universe from Nothing”. Horgan risponde proprio a quest’ultimo, spiegando che nel suo pensiero di un universo nato dal “nulla” «non c’è nulla di nuovo», era già stato teorizzato da John Wheeler e Andrei Linde. Ma essi sapevano bene di proporre qualcosa di stravagante, al contrario «Krauss ci chiede di prendere» la sua teoria «sul serio, e lo stesso fa il biologo evoluzionista Richard Dawkins». Evidentemente è una tesi che suscita calore nella tribù ateista, tanto che il leader del fondamentalismo antireligioso ha firmato la postfazione del libro di Krauss, spiegando che «anche l’ultima carta del teologo raggrinzirà davanti ai vostri occhi mentre state leggendo queste pagine […]. Se “L’origine delle specie” è stato il colpo micidiale della biologia al soprannaturale, possiamo guardare “un universo dal nulla” come l’equivalente da parte della cosmologia». Notiamo che lo zoologo in pensione cita il titolo breve dell’opera di Darwin, dato che si è saputo non conoscere il titolo completo.
Horgan si prende comunque gioco di lui: «Whaaaa …?! Dawkins sta confrontando il più profondo trattato scientifico della storia ad un libro di “pop-science” che ricicla un sacco di idee stantie della fisica e della cosmologia? Questa assurda iperbole dice meno dei meriti del libro di Krauss di quanto non faccia l’inteso odio che Dawkins prova verso la religione». Il divulgatore cita anche la dura recensione al libro di Krauss arrivata dal filosofo David Albert, specialista della teoria quantistica, arrivata dalle colonne di “The New York Times”, il quale ha liquidato così le tesi di Krauss: «Dove sono, tanto per cominciare, le leggi della meccanica quantistica che si suppone provengono da?». Le moderne teorie quantistiche dei campi, sottolinea Albert, «non hanno nulla da dire a proposito di quei campi da dove provengono, o di perché il mondo dovrebbe essere costituito da particolari tipi di campi, o del perché avrebbe dovuto essere costituito da campi, o del perché avrebbe dovuto esserci un mondo, in primo luogo. Caso chiuso. Fine della storia».
Horgan ha proseguito il suo articolo paragonando le tesi di Hawking e Krauss a quelle di Jim Holt e del romanziere John Updike, i quali sostenevano -seppur con sfumature diverse- che Dio aveva creato il mondo per noia o che lo aveva fatto perché colpito da una crisi di identità cosmica. «Questa idea», si conclude su “Scientific American”, «è del tutto stravagante, certo, ma non più, a mio avviso, dell’assurda pretesa di Krauss e altri scienziati che pensano di aver risolto l’enigma dell’esistenza». E infine: «Quando gli scienziati insistono dicendo di aver risolto, o presto risolveranno, tutti i misteri, tra cui quello più grande di tutti, fanno un cattivo servizio alla scienza, e diventano speculari ai fondamentalisti religiosi che tanto disprezzano. Comte sbagliò su “come” la scienza è limitata, ma non sul fatto che è limitata».
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77 commenti a La scienza non spiegherà mai perché c’è qualcosa anziché niente
Un universo nato dal nulla. Ma chi può seriamente sostenere una cosa del genere?
Dopo aver osteggiato per anni il Big Bang ora se ne vengono fuori con questa favola.
Per non parlare di quelli che affermano “… che la scienza non sia altro che la scoperta delle regole del caos…” 😀
Scusate, ma da amante della filosofia posso dire la mia solo in termini filosofici e non scientifici.
L’Universo che si sarebbe creato dal Nulla a me pare un assurdo logico davanti al quale anche un ragazzino sorriderebbe… se non c’era nulla come avrebbe fatto l’Universo a crearsi da sè? Se una cosa non c’è non può fare alcuna azione e se non c’è nulla, dal nulla nulla viene…
Dicono che è merito delle leggi che c’erano, come la gravità. Il loro “nulla” non è il “nulla” filosofico, ma si intende un agglomerato di leggi fisiche. Evidentemente non si domandano però chi ha messo lì quelle leggi fisiche.
Ho capito, Gennaro.
Oltre al problema che tu sottolinei (chi avrebbe messo quelle leggi?) ce ne è un altro: le leggi della materia precederbbero la materia stessa…
Licurgo.
Hai ragione, ma a mio parere bisogna discernere la questione su due filoni distinti :esistenziale e materiale.
Rimanendo nel secondo piano si può benissimo affermare che l’universo sia nato dal Nulla.
L’importante è non negare un Creatore e spacciare per verità scientifica (materiale) confondendo i piani di azione d’indagine.
Gemini.
Bisogna vedere quel che si intende per nulla, e i due problemi posti sopra da Giuliani e dal sottoscritto nel caso delle leggi fisiche.
Se però si ammette il Creatore si deve dire non che ‘si è creato dal nulla’ ma che ‘è stato creato dal nulla’, che è ben diverso…
Gennaro, non Giuliano, scusate…
Come dicevo, si parla “Origine dell’Universo” e non “Creazione dell’Universo”per mantenere i piani d’azione separati.
Gemini.
Chiarissimo il suo discorso e condivisibile (in altro thread ebbi una discussione proprio su questi concetti); quel che contesto è che mi pare che Hawking sostenga una autocreazione o, ragionamento ancor più contradditorio, una creazione della materia dalle sue leggi che dunque la precederebbero.
Sono d’accordo con lei, non è ragionamento pensabile anche se detto da un noto fisico.
Il discorso converge in quei minuti precedenti al Big. Bang e onestamente dobbiamo ammettere che l’uomo non saprà mai quello che veramente successe.
Solo la filosofia ci viene incontro.
È più razionale credere ad un ente nella creazione o nel nulla?
L’ateo può anche credere nella prima magari non attribuendo connotati religiosi, spirituali personali
Infatti, Gemini.
Io non se posso essere definito ateo, perchè non sono credente in nessuna religione ma credo in un’intelligenza a monte parzialmente conoscibile dalla ragione umana (e questo mi distingue dal deismo classico per cui è inconoscibile tranne che nell’affermazione della sua esistenza), anche se non le attribuisco la provvidenzialità e l’amore della Rivelazione. Penso tuttavia che sarebbe lungo ed ozioso per utti entrare nei dettagli del ragionamento che pongo.
Da un punto di vista ateo materialista, la posizione più ragionevole è quella dell’eternità della materia con le sue leggi, piuttosto che un’ improbabile autocreazione dal nulla, ma anche qua poi ci sarebbe il problema che a rigor di logica ciò che è diveniente può anche essere indefinito nella temporalità, ma in quanto diveniente non può avere in se stessso le caratteristiche di immutabilità dell’atto puro.
Sei un Teista.
La critica che ti faccio è se questo “Dio” ha un’intelligenza simile a quell’umana (naturalmente la scala di paragone che utilizzerei per capire l’effettiva capacità divina è incommensurabile) perchè non si riconosce in noi?
Gemini.
Secondo me è pensabile che si riconosca in noi come un’artista si riconosce nella sua opera (contando che l’opera di un’intelligenza infinita avrebbe poco significato senza un ente parzialmente intelligente, l’Uomo, capace di comprenderla) più che come un padre si riconosce nel proprio figlio.
Chissà perchè mi è scappato l’apostrofo su un’artista come pensassi a una donna, ma tanto un essere spirituale ovviamente non ha riferimenti di genere sessuale, per cui la licenza ci sta ;).
Se il Suo scopo iniziale non fosse stato l’uomo ma l’Universo avrei dato sicuramente ragione.
Ma ll’uomo non è di solo carne e anche altro.
Dopo New Scientist, Scientific American… ma che sta succedendo? 😀
Ad ogni modo, non disprezzerei Jim Holt. La sua review del libro “The God Delusion” era piuttosto critica, condita da un delizioso umorismo: http://www.nytimes.com/2006/10/22/books/review/Holt.t.html?_r=1
Sono tutti in preda ad un ritorno teista? Possibile che la sbronza laicista sia già finita?
se non c’è una decdisione all’inizio dell’inizio dell’inizio… nulla ci sarebbe.
“In principio era il Verbo” si potrebbe tradurre con “in principio era il Progetto, o l’Intenzione…”
Per me è stato importante capire che prima della creazione non c’era un infinito tempo di vuoto cosmico in quanto non esisteva nemmeno il tempo, creato al pari della materia e della luce;
Quindi dall’eternità, che è uno stato a-temporale è scaturito l’universo, contemporaneamente al progetto.
Il tempo è la pazienza di Dio affinchè possiamo decidere di tornare a Lui, tramite il Figlio.
Paradossalmente la genesi dal nulla implica una azione esterna. Senza volerlo stanno parlando della creazione.
Forse non c’è il nulla, perché se ci fosse il nulla allora il nulla, essendoci, non sarebbe nulla, ma appunto qualcosa?
@ Luigi.
Il nulla è ciò che non è, il nulla assoluto non è, perchè, se ci fosse quello, appunto, non ci sarebbe nulla.
Noi non riusciamo a concepire bene il nulla assoluto (che è diverso da uno spazio vuoto, il quale, in quanto spazio presuppone l’essere intorno a lui) proprio perchè possiamo pensare solo il nulla relativo a qualcosa, e il nulla assoluto è un concetto limite che ci poniamo rispetto all’essere perchè la nostra mente ragiona per concetti-limite opposti.
Proprio per quello penso che la creazione avvenga in una fase atemporale e che il tempo nasca con la materia, perchè se prima non ci fosse stato materialmente nulla sarebbe stata impossibile l’esistenza del tempo, che senza qualcosa non può darsi, e dunque non può esserci stato un tempo reale in cui non c’era nulla.
Il nulla (qualità) è diverso dal nulla (materia), è sempre la solita storia 🙂
Gemini.
Se ho ben capito è la questione di cui sopra, ma mi pare che Luigi si fosse riferito al nulla filosofico.
Altrimenti, se puoi spiegarmi meglio mi interesserebbe.
Credo che al di la delle nostre convinzioni, il nulla (qualità filosofica) non esista materialmente se non prima della Creazione e del nulla fisico.
Il nulla assoluto è una metafora per indicare la morte naturale di un uomo, ma non dell’uomo generico (universale) ma di un uomo ben determinato e quindi rappresentato da un Io individualizzato. Se vogliamo l’Io stesso è un assoluto, in quanto non è mai esistito né esisterà mai in questo universo né in altri questo Io o questo Sè, che per es. sono io. Non per niente la contrapposizione tra essere e non-essere è in pratica il fondamento di tutta (o quasi) la filosofia occidentale, prima, e della teologia, dopo, in particolare quella cristiana, che a differenza di quella orientale non crede nella trasmigrazione delle anime (a parte rare eccezioni nella filosofia antica).
Ancora oggi si deve sottolineare che Dio ha creato il mondo dal nulla. Appunto per contrapporre un assoluto (Dio) ad un altro assoluto (il nulla), e quindi ad un livello più umano la pienezza e gioia della vita alla nullità ed incomprensibilità (secondo ragione) della morte umana.
Se vogliamo quel nulla contrapposto a Dio si può ritrovare in Lucifero quando il suo ego così forte da separarsi da Lui. Non a caso nel Silmarillion, Melkor viene rinchiuso nel Nulla. La morte dell’anima può essere il niente?
Secondo me anche Lucifero è una metafora dell’uomo, ovvero della sua caduta dalla sua precedente condizione divina, dato che Lucifero stesso era un angelo. Di Lucifero si può anche dire che è il signore del mondo.
E sempre per la medesima ragione: l’uomo vuole vivere perchè non riesce a comprendere la morte, non intesa genericamente, ma solo la morte di se stesso. Il nulla assoluto non è altro che l’oggettivazione dell’angoscia estrema che tormenta nel profondo ciascun individuo. Allora l’uomo deve credere di avere una natura superiore a quella corruttibile del corpo materiale, e quindi di provenire da un mondo incorruttibile ed eterno o pensare di potervi ritornare. E paradossalmente, almeno in parte, l’uomo è agevolato dalla stessa biologia, dato che in qualsiasi essere vivente animale è connaturato l’istinto di sopravvivenza.
E’ vero che la scienza non può spiegare il nulla più di quanto possa spiegare se stessa, perchè anche la scienza proviene da quel nulla.
C’è tuttavia un tipo di nullità che che la scienza riesce agevolmente a spiegare: quella di certi suoi esimi rappresentanti.
Pippo il vecchio.
😀
@Gemini
del 30 aprile 19,36 (chiedo scusa se rispondo qua ma non mi apre più i ‘rispondi’).
Appunto, l’uomo è l’intelligenza atta a comprendere il senso dell’opera e riflettere su di essa e la cosiddetta anima razionale ha uno scarto qualitativo enorme con quella vegetativa e sensitiva, ma da questo non segue necessariamente la necessità che Dio ci crei per amarci, e, visto che non è conseguenza necessaria, io tendo a non ammetterla filosoficamente anche per una serie di corollari un po’ problematici che questo amore genererebbe e che ora non vorrei trattare perchè diverrebbe un po’ cavilloso.
Secondo me si fa confusione quando si parla di amore.
Il sentimento (nella morale cristiana) che prova Dio nei confronti dell’Uomo è caritatevole (non è solo benevolenza), cioè è consapevole della differenza che ci separa da Lui ed Egli stesso è pronto a compensarla ogni giorno con il corpo di suo Figlio.
Certo, è l’agape.
Ma, appunto, io credo che identificare Dio nell’Agape, che è conseguenza dell’argomento trinitario, derivi dalla Rivelazione, e dell’applicazione della ragione ad essa, piuttosto che dalla sola ragione. Siccome la Rivelazione come fatto ed evento non può essere mai totalmente dimostrata (altrimenti, come disse Tommaso, non avrebbe senso la fede, perchè un’evidenza non richiede fede)io credo di aver spiegato perchè ho i miei motivi, oltre ad altre discussioni sullo stesso agape che ha qualche punto che non mi convince molto ma che non ho tempo di esprimere nè credo che sia conveniente farlo in questa sede di blog,per fermarmi alla riflessione esclusivamente filosofica, nel pieno rispetto delle fedi o non fedi degli altri.
Pertanto cadi (sempre secondo la mia visione) non credendo alla Rivelazione nelle filosofie naturalistiche, visione cieche dell’Intelletto.
*nella
UN APPELLO A TUTTI
oggi una settimana prima della nascita del mio secondo figlio/a (non lo sappiamo)
gli hanno riscontrato una grave malformazione al cuore!
mercoledi visita col cardiologo del sant orsola per saperne di piu.
PREGATE PER LA MIA CREATURA
Puoi contare sulla mia preghiera! Mi auguro comunque che non sia niente di grave!
*qualcosa di grave
Accidenti…! Sicuramente…! Facci sapere poi!
Un abbraccio forte!
qualcosa di grave è sicuramente
pregate per favore
Pregherò per te e per il bambino/bambina!
Ti offro il mio digiuno!
Certo che prego per il tuo bimbo.
Spero che il problema che i colleghi hanno evidenziato sia stato in realtà sovrastimato (talvolta capita, con l’ecografia).
E spero anche che alla fine non servano interventi particolari. In caso contrario però, sappi che al Sant’Orsola la cardiochirurgia pediatrica è tra le migliori al mondo e lo stesso dicasi per i colleghi anestesisti che fanno parte dell’equipe. Li conosco molto bene.
Un forte abbraccio.
🙂
Stefano
*Antonio72
Non ha capito. Io mi riferivo non solo alla condizione, ma all’essere.
La non-esistenza non è forse la condanna più tremenda post-mortem a cui l’uomo -singolarmente) andrebbe incontro?
Sì certo, ed è proprio il nulla che caratterizza l’angoscia nell’uomo. Io credo che se l’uomo potesse scegliere, preferirebbe anche la pena eterna, piuttosto che il nulla.
Se infatti Dio è giusto, e non può essere diversamente, quando arriverà il tempo dovrà comunicare la sentenza di condanna all’uomo. Ma per essere consapevole del male commesso, l’uomo dovrà inevitabilmente conoscere il Bene proveniente da Dio che egli stesso ha impunemente violato durante la sua esistenza terrena. E basta solo questa prospettiva perchè l’anima, ancorchè dannata, in un certo senso riscatti se stessa. In definitiva non credo che possa esistere l’inferno, inteso come dannazione eterna, a meno che non si faccia coincidere l’inferno con il nulla. Ma allora non sarebbe affatto l’inferno dato che molti credono che sia proprio il nulla la loro destinazione finale. Anzi, come sappiamo, talvolta il nulla è proprio auspicato per estinguere un dolore insopportabile e disperante(si pensi all’eutanasia o al suicidio assistito).
In definitiva ha molto più senso il purgatorio, quale avvicinamento progressivo a Dio dei non-beati. E varrebbe per tutti gli uomini, indistintamente.
🙂
Antonio72.
Scrivo un commento e vi lascio perchè per la giornata odierna non avrò modo di replicare, ribadendo che le sue riflessioni sono sempre interessanti e profonde.
Una domanda: secondo lei noi temiamo più la nostra morte (il nostro nulla) o la morte delle persone che amiamo (il loro nulla)e la sofferenza che questa morte ci procura?
E’ una domanda che mi pongo spesso e che, a seconda della risposta, apre diverse prospettive metafisico-esistenziali: se io temo il mio nulla (e dunque dal mio punto di vista il nulla assoluto) temo più il nulla del dolore, se io temo maggiormente la perdita delle persone che amo e quella solitudine esistenziale che mi attanaglia in quei casi, temo il dolore più del nulla.
Io tendo più a concordare con la seconda versione, ma, al di là di come io la pensi, proprio da questa concezione credo che si sia formata l’idea dell’Inferno come eterna sofferenza molto più temibile dell’annichilimento della propria anima e dunque del proprio essere.
Sul nulla che nasce come contrapposizione all’io, dico che certamente per me il mio non essere più nulla equivale al nulla assoluto, così come ogni concetto si fonda primariamente su se stessi e la propria esperienza. Ma, proprio per questi motivi (soprattutto che noi oggettiviziamo sempre le nostre esperienze nei concetti astratti), io vedo più il nulla come contrapposto all’essere (ovviamente partendo dalla base esperienziale e concettuale del soggetto) che al soggetto in quanto soggetto.
Buon primo maggio a tutti!
Licurgo,
è una questione che lo stesso Dostoevskij affronta nei Demoni quando uno dei suoi personaggi più ombrosi e deliranti, Kirillov, anche se con aspetti positivi rispetto ad altri demoni, discute del suicidio.
Se infatti fosse vero, come afferma lei, che la solitudine esistenziale assieme alla sofferenza causata dalla morte delle persone più care è più terribile del nulla che si prospetta post-mortem, allora dovrebbe risultare un più alto tasso di suicidi in questi casi, cosa che non è. Ci sono innumerevoli vedove, madri che hanno perso i propri figli, fratelli senza più fratelli, uomini donne ed anche bambini che vivono in condizioni miserevoli, ecc…
Secondo Kirillov l’uomo rifugge dall’ipotesi del suicidio principalmente per due ragioni: il dolore e l’altro mondo. Nel primo caso il suicida deve comunque passare per il dolore per mettere in pratica il suo tragico atto. Kirillov fa l’esempio di una pietra grossa come una casa sospesa sopra la testa di un uomo. Secondo ragione quella pietra non potrebbe mai recare dolore o meglio fare male, tuttavia il suicida penserà esattamente l’opposto. E l’enorme pietra è la stessa metafora di Dio: “Dio è il dolore della paura di morire”. Ma la vita stessa è dolore e sofferenza. Paradossalmente chi evita quella grossa pietra è destinato ad invecchiare e quindi a passare attraverso mille sofferenze e dolori. Ma preferisce questa lunga sfilza di dolori concreti rispetto al nulla che si prospetta dopo quel singolo apparente dolore. Inoltre c’è un’altra ragione più sottile che spinge l’uomo a preferire il dolore della vita rispetto al nulla della morte, anche considerando le pene eterne. Come sappiamo dall’esperienza, il dolore per sua natura ha diversi gradi di intensità. Un dolore troppo intenso solitamente causa lo schianto dello sventurato, mentre dolori di portata più modesta che si trascinano a lungo possono essere accettati, e talvolta paradossalmente ci si può anche convivere, dato che l’uomo più o meno si abitua a tutto. Allora ne viene il ragionamento, secondo me in gran parte inconscio, che il dolore causato dalle pene infernali non debba essere così schiacciante, altrimenti non potrebbe opprimere per l’eternità. Inoltre non potrebbe mai essere come qui sulla terra dove in gran parte è la corruzione della materia e quindi del corpo ad arrecare dolore. Ne viene che nell’inferno il corpo non possa essere corruttibile, come qui sulla terra, ovvero che possa esserlo, ma a fasi alterne e quindi con picchi di dolori inframezzati da istanti di meno dolore e quindi di piacere, relativamente parlando.
In conclusione come qui sulla terra la gran parte delle persone predilige una vita piena di sofferenze e dolori piuttosto che il nulla, atei ed agnostici compresi, a maggior ragione nell’aldilà le cose non dovrebbero essere diverse. E’ vero che ci può essere il caso limite del nulla terreno esistenziale contrapposto al nulla eterno, per es. nel caso controverso degli stati vegetativi permanenti, i quali in teoria rappresentano un nulla, umanamente e soggettivamente parlando. Ma è sempre un nulla in cambio di un altro nulla.
Sulla questione dell’essere, ci si deve intendere. E’ ovvio che l’essere non può essere omogeneo tra i viventi. Un conto è l’essere di questa zanzara, un altro è quello del mio gatto, ed un altro ancora l’essere di un mio parente stretto. Ma in cima alla lista ci sta quell’essere supremo che è il soggetto. E’ il soggetto ad essere contrapposto al nulla. O se vogliamo è il soggetto in realtà che si cela nella definizione controversa e contraddittoria di essere. Heidegger stesso volendo trattare dell’essere si è dovuto impatanare in quell’ente che chiamava essere-per-la-morte. E secondo me proprio perchè non è possibile andare oltre, almeno dal punto di vista razionale.
@ Antonio 72.
Che l’atto di essere sia proporzionato all’essenza che deve essere è ovvio, e io parlavo dell’atto di essere tipico degli uomini; ma appunto riguarda l’atto di essere del soggetto e non il soggetto in quanto soggetto, che come opposto ha l’oggetto e non il nulla.
Perdere un figlio o una donna che si ama è uno dei dolori più immensi, ma non capisco la sua argomentazione sul suicidio che lei poi mi sembra smentire da solo portando le ragioni sul perchè non ci si suicida, e io ci aggiungo l’animale istinto di conservazione.
Il discorso sul nostro nulla è più complesso, proprio perchè, e con questo piccolo spunto chiudo, se ben ci si guarda per noi il nostro nulla è inconcepibile…non riusciamo bene nella mente a figurarci un mondo che andrà avanti quando non ci saremo più noi a guardarlo (e invece ci risulta più facile da concepire nel tempo precedente al nostro pervenire all’essere con la nascita e poi alla coscienza), anche se sappiamo che ciò avverrà sicuramente.
@Licurgo
Sì, infatti ha ragione, mi sono accorto di aver un po’ debordato.
Il mio era un tentativo, e lo riconosco maldestro, di dimostrare che per l’uomo la prospettiva del nulla è più terrificante del dolore, di qualsiasi dolore. Ero così intento ad analizzare questa contrapposizione dolore-nulla del suicida che ho perso di vista addirittura il naturale istinto di sopravvivenza, oltre a non accorgermi di essermi contraddetto! Grazie per avermelo fatto notare. Sul nulla, è interessante la sua distinzione tra prima della nascita e dopo la morte. E’ come se la personalità umana sia destinata ad apparire e scomparire con la rapidità di un lampo che saetta nel cielo sconfinato dello spazio-tempo. E questo non ha proprio senso, dal punto di vista razionale. Non si riesce a capire come quel singolo ed insignificante lampo debba avere consapevolezza, non solo delle proprie precarietà e debolezza, ma anche dell’infinita potenza del cielo sconfinato, mentre quest’ultimo non sappia un’acca né delle prime né dell’ultima.
Antonio.
Ne ha consapevolezza (secondo me) per via dell’anima razionale, che è quello che più ci avvicina a Dio rispetto agli altri enti creati. La definizione di Pascal dell’uomo come di ‘giunco pensante’ è ottima per indicare l’abbinamento tra fragilità fisica ed ontologica e grandezza intellettiva.
In definitiva non credo che possa esistere l’inferno, inteso come dannazione eterna,
No, dico…
Ma te le sogni di notte queste tue perle?
Ma possibile che nessuno gli risponda per le rime?
Cos’e’, avete paura del suo eloquio?
quando arriverà il tempo dovrà comunicare la sentenza di condanna all’uomo
La sentenza di condanna? Ma stai delirando?
E chi sarebbe, Minosse?
Dio ti lascia talmente libero da rispettare la tua volonta’ di stare lontano da Lui.
Sei tu stesso che ti autocondanni all’Inferno, cioe’ nell’assenza di Dio.
Ma per essere consapevole del male commesso, l’uomo dovrà inevitabilmente conoscere il Bene proveniente da Dio che egli stesso ha impunemente violato durante la sua esistenza terrena. E basta solo questa prospettiva perchè l’anima, ancorchè dannata, in un certo senso riscatti se stessa.
E perche’ basterebbe solo questa prospettiva per il riscatto? Mi sfugge questo innocente passaggio logico. E in quale senso si riscatterebbe?
E perche’ non dovrebbe essere consapevole del male commesso? Le Tavole della Legge le conosce, no? Gesu’ Cristo si e’ fatto carne no?
Scusa, dimenticavo che Gesu’ Cristo deve chiedere il permesso ad Antonio72 prima di parlare di Verita’ di Fede.
Poi, un terzo angelo li seguì gridando a gran voce: «Chiunque adora la bestia e la sua statua e ne riceve il marchio sulla fronte o sulla mano, berrà il vino dell’ira di Dio che è versato puro nella coppa della sua ira e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e dell’Agnello. Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli, e non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome».” (Ap 14.9-11)
Che l’inferno esista e sia eterno è attestato dalla rivelazione ed è dogma di fede ma, l’andarci o il non andarci, non dipende, come comunemente si ritiene, da un insindacabile ed inspiegabile giudizio divino, non è la comucazione di una sentenza di condanna all’uomo, ma dalla presa d’atto di una scelta irreversibile dell’essere umano di asservirsi alla bestia: tutto ciò che ne consegue è semplicemente la presa d’atto di una libera pervicace ed immutabile scelta.
Ed il Magistero attesta inoltre che, benché marchiati, c’è tempo fino all’ultimo respiro della nostra vita terrena per cancellare, ricorrendo alla Sua Misericordia, il marchio della bestia che ci siamo fatti volutamente imprimere, poi non sarà più possibile.
Credo che tu ti stia ingannando Antonio. Le scritture non lasciano possibilita’ di equivoco sull’ esistenza dell’ inferno e sulla possibiita’ della dannazione. Su questo punto, inoltre, la dottrina ufficiale della Chiesa si e’ espressa con chiarezza. Vorrei invitarti a riconsiderare il fatto che siamo creature segnate dal peccato originale e che quindi la nostra razionalita’ e’ troppo debole di fronte a questi argomenti escatologici.
Un saluto!
Lucio
Non credevo che gli stesori della dottrina ufficiale fossero forme pure ovvero immacolate concezioni. Ed ovviamente non lo erano nemmeno gli autori delle scritture.
Anche loro devono rendere conto alla ragione umana, ancorchè debole, visto che è l’unica che conosciamo.
Lo dovresti dire a Gesù Cristo :
31 «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. 32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; 33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; 36 fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”. 37 Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? 39 Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?” 40 E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”. 41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! 42 Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; 43 fui straniero e non m’accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste”. 44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: “Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?” 45 Allora risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto non l’avete fatto a uno di questi minimi, non l’avete fatto neppure a me”. 46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».
Matteo 25,31-46
Altro?
Solo due sono stati concepiti immacolati, più altri due che sono stati creati immacolati; per tutti gli altri c’è il peccato originale.
Dire che “la scienza non spiegherà mai perché c’è qualcosa anziché niente” a me pare in sé lapalissiano. Detto questo, mi restano alcune domande
1) Se venisse dimostrata, la tesi di Hawking dovrebbe mettere in crisi la mia fede in Dio ? Perché mai ?
2) Se é vero quello che diceva Giovanni Paoli II, che la scienza non ha nulla da dire su Dio (mitica risposta ad Hawking), perché la religione dovrebbe aver qualcosa da dire sulla scienza ? Ad esempio sull’evoluzionismo o sulla fisica di Hawking ?
1) Qual’è la tesi di Hawking?
2) Nessuno lo ha mai sostenuto.
1) La tesi di Hawking cui fa riferimento l’articolo é che il nulla possa generare una coppia di materia ed antimateria, quindi anche il nostro universo.
2) lo dice chi rifiuta le tesi di Hawking o quella di Darwin per il semplice motivo che i loro autori o i loro epigoni sostengono di dimostrare per questa via la non esistenza di Dio (ampie referenze nei commenti su questo sito).
@ Luca
1) Sarà “lapalissiano” per te, ma non per tutti, se molti fisici (da Hawking a Linde a Susskind a… Krauss) vi scrivono da vent’anni decine di libri di divulgazione, cantando la scoperta e venendo ripresi da tutti i media del mondo! 2) Poiché la tesi (di Hawking & C) che la scienza possa rispondere ad una domanda metafisica è errata, per definizione di metodo scientifico, io non mi preoccupo affatto che possa essere dimostrata. Mi preoccupo soltanto che la sua risonanza mediatica possa far vacillare la fede dei deboli, e per questo motivo la avverso.
3) Se ti ricordi quello che ha detto Giovanni Paolo II ad Hawking, non è la religione che ha i paletti da mettere all’evoluzionismo o alla fisica, bensì la filosofia, in questo caso l’epistemologia che ricorda agli scienziati scientisti in che cosa consiste il metodo scientifico e quali sono i suoi limiti.
“perché la religione dovrebbe aver qualcosa da dire sulla scienza?” Perchè la stessa scienza è una creatura di Dio. Se non fosse per la “Grande Mente” la biologia, la chimica, l’anatomia, la fisiologia,… non esisterebbero, non ci sarebbero motivo di studiarle, non staremmo neanche qui a parlarne e Newton non sarebbe stato uno scienziato.
non ci sarebbe*
Giusto Sophie. Vale per me e te che ci crediamo, non per chi non ci crede ed usa della sua ragione. Io penso che un cristiano razionale debba accettare serenamente i frutti della ragione, anche quelli ottenuti dai non credenti o da chi addirittura ha la stolta presunzione che la ragione lo possa condurre ad una spiegazione atea della realtà. Ad esempio faccio fatica a capire perchè qui non si perda occasione per discutere di ogni tesi scientifica (o “scientifico-religiosa”) “scomoda”, come ad esempio l’evoluzionismo o la fisica teorica, prescindendo dalle ragioni che hanno generato o giustificano in modo magari parziale quelle teorie. Io a differenza di Giorgio Masiero (ciao Giorgio) preferisco essere “positivo”, vedere (in teoria) cosa Hawking verrebbe a dirmi sulla natura di Dio se (semmai) l’ipotesi di Hawking dimostrasse di avere un qualche senso. Per quanto riguarda Darwin il senso a me pare di vederlo ed apprezzarlo, come tutti qui dicono (a parole, negli articoli) ma poi negano appena possono nelle discussioni. Perché non lasciare agli atei queste inutili diatribe ? Non é su questa strada che possiamo testimoniare la nostra fede, né tantomeno la nostra concomitante ragione.
Ciao, Luca.
Io ho la più grande ammirazione per il fisico-matematico Hawking: lui non è una mente come un’altra, ma un genio, che accoppia ad una cultura matematica e fisica di prim’ordine anche un’eccezionale intuizione, e per giunta scrive in stile ironico e piacevole.
Il problema con lui è un altro, ed è il problema n. 1 della metafisica (perché c’è qualcosa piuttosto che niente), che lui pretende ridicolmente di aver risolto con l’equazione quanto-gravitazionale del vuoto fisico. Questa è una rivista che si occupa anche di scienza e di filosofia: spiegami perché non dovremmo parlarne. Se a te non interessa l’argomento, puoi sempre disinteressartene, senza chiamare “inutili diatribe” discussioni che interessano centinaia di altri lettori.
Quanto al darwinismo, io non l’ho mai attaccato sotto l’aspetto religioso, ma in quello scientifico: lo considero, e credo di averlo dimostrato negli ultimi articoli scritti insieme a Forastiere, una favola talmente improbabile da essere impossibile, e quindi non una teoria scientifica.
Mi scusi professore, ma non è che il fraintendimento maggiore lo si ha a causa del far confusione tra “vuoto fisico” e “nulla”? A me appare evidente che i due termini non siano intercambiabili e questo lo sa bene pure Hawking (almeno spero!), eppure noto come si giochi su questo piccolo fraintendimento per far passare certe idee. A questo punto non posso non pensare che ci sia della malafede da parte del celebre scienziato…
Hai ragione nel riprendermi Giorgio. E’ inevitabile (forse, purtroppo) che in un messaggio di poche righe uno tenda ad essere assertivo e persino supponente. E’ chiaro che scrivendo “inutili diatribe” non intendevo dire “diatribe senza senso”, altrimenti come giustamente dici che ci perderei tempo a fare ? Se ci “perdo tempo” é perché apprezzo questa rivista, solo che la leggo in modo forse più distaccato o “di ricerca” rispetto alle persone che a quanto pare ci scrivono. Perciò le mie osservazioni al di là delle tue ottime risposte si appelano ad una critica di fondo spero costruttiva e co-interessata.
Riassumendo in una provocazione, le domande che a me questa rivista suscita riguardano in un certo modo la sostanza della fede e mi suggeriscono: questa sostanza riguarda lo Spirito o un’equazione differenziale ? Perché alla fine é vero: dopo aver mosso tutte le possibili critiche alla metafisica ed alla fisica di Hawking, l’impressione che qui si pretenda di fondare una necessità logica di segno opposto resta e mi lascia un pò spiazzato.
Chissà, forse sarebbe utile che ci aiutassi a capire di Hawking oltre alle sue insensatezze anche il suo genio. Altrimenti altro che ragione, discutere di fede vs ateismo si trasforma in una guerra tribale, di partito preso.
Accetto il tuo suggerimento. Sabato parlerò di geniali sensatezze anche degli infedeli!
Ciao,
scusate se intervengo a dire la mia, ma l’argomento è di quelli che, un po’, mi interessano.
Brevemente, ciò che spesso non mi quadra è il parlare del nulla come di un oggetto che possa realmente esistere…
Il succo della mia opinione è al seguente link:
http://www.altrogiornale.org/news.php?item.7687.10
Sottolineo che la mia opinione è, o almeno tenta di essere, scientifica; non religiosa. Ciò nonostante, un punto di contatto tra la mia opinione scientifica e l’insopprimibile necessità di religione, o, più in generale, di metafisica, da parte dell’uomo, la si può cogliere nel passo dove parlo di “scintilla che ci anima e che ci fa osservare”; senza di essa, non ha essenza nè il nulla nè il tutto.
Grazie.
Saluti.
Leonardo Rubino
leonrubino@yahoo.it
PS: se può interessare, il semplice contesto cosmologico in cui la mia opinione sul nulla si estrinseca può essere trovato,
ad esempio, al seguente link:
http://www.mednat.org/misteri/Legge_Hooke_base_universo_Rubino_Leonardo.pdf
Cosmologie ufficiali, più complesse, basate invece su energia e materia oscure, quarte dimensioni ecc non godono proprio di
assoluta ottima salute, soprattutto negli ultimi giorni:
http://www.eso.org/public/italy/news/eso1217/
Grazie
Il modello Big Bang – Big Crunch, in tutte le sue versioni, è contro la legge dell’entropia, Rubino, ed è stato abbandonato da molto tempo in cosmologia! Tutti i teoremi di Vilenkin, poi, compresa l’ultima versione presentata a gennaio al compleanno di Hawking (https://www.uccronline.it/2012/02/04/contrordine-prof-hawking-luniverso-ha-avuto-un-inizio-ma-non-sappiamo-come/ ), mostra che l’Universo o il multiverso ha avuto un inizio da nulla. Questa è la fisica di oggi. Se poi vuoi parlare di Schopenhauer, allora passiamo in ambito metafisico…, ma i due livelli fisico e metafisico non si toccano perché hanno metodi d’indagine diversi.
Capisco.
Il fatto è che purtroppo non è detto che tutto ciò che fa, considera, abbandona ecc la cosmologia ufficiale sia corretto.
Ad esempio, parlano di materia oscura (sinceramente poco plausibile già a livello teorico) e poi la stessa non si trova. Vedremo poi se ci saranno ulteriori sviluppi. Già più di un secolo fa si dava per assodata l’esistenza dell’etere in moltissime università di tutto il mondo, tanto che ne fornivano pure i valori di densità; e poi?
E’ universalmente accettata l’esistenza della quarta dimensione, ma per descriverla ricorrono a palloncini tridimensionali dove l’universo tridimensionale è quello a due dimensioni della superficie del palloncino, e così via. Dunque? Dov’è? C’è, ma non posso palparla od invaderla? Beh, è un modo più elegante di dire che non c’è.
O ancora, anche se, per tanti solo inizialmente, è stata attribuita plausibilità ai neutrini più veloci della luce, e dalla fisica più d’elite, si è poi visto come è finita. Io, nel mio piccolo, lo si può vedere dai blogs, ho attaccato la notizia sin da subito, in un certo qual modo azzeccando pure il tipo di errore.
Dunque, ripeto, non prendiamo per oro colato tutto ciò che è presentato come “ufficiale”.
Grazie per l’attenzione mostrata al mio intervento precedente e per la replica che hai voluto gentilmente darmi.
Saluti.
Leonardo.
Il fatto è che purtroppo non è detto che tutto ciò che fa, considera, abbandona ecc la cosmologia ufficiale sia corretto.
Corretta non lo è di sicuro; presenta così tanti problemi e contraddizioni che è praticamente certo che sia da rivedere in toto.
Ho attaccato la notizia sin da subito, in un certo qual modo azzeccando pure il tipo di errore.
Ma nel caso in questione non ci voleva tanto ad essere facili profeti. Quale fosse l’errore in questione, però, potevano trovarlo solo gli addetti dell’esperimento (infatti l’hanno trovato loro); gli altri potevano solo tirare a indovinare.
Nulla, infinito …
Di che sostanza é fatto Dio? Di materia ? Di antimateria ? E’ puro Spirito ? E’ una legge fisica ?
Domande affascinanti e sensate, grazie Mr Hawking per avercele poste, ma infine: é davvero rilevante trovare una risposta o é esercizio da “delirio di onnipotenza” ? -Sei forse tu ad aver posto le fondamenta della terra ? Chiese Dio a Giobbe
Vincere al superenalotto è difficilissimo, 1 possibilità su 622 milioni.
Il fortunato a cui capita si chiede “perchè proprio a me?”.
In realtà non c’è un perchè: semplicemente a qualcuno succede e quel qualcuno rimane stupefatto dell’improbabile vincita.
Lo stesso vale per il crearsi della materia e della vita nell’universo. Siamo qui a chiederci “perchè proprio a noi?” risposta: perchè su infiniti universi con infinite, sempre diverse leggi della fisica, quello in cui si crei la materia e la condizione per la vita intelligente che giunga a interrogarsi sulle proprie origini, esiste sempre… anzi ce ne sono infiniti.
Infiniti universi mi sembra un po’ un ossimoro, ma al di la di questo, da quand’è che sarebbero diventati una certezza scientifica? L’ultima volta che ho letto qualcosa al riguardo erano solo un’ipotesi. Devo essere rimasto indietro…