L’UAAR pecca di razionalità: intrighi, lotte di potere ed epurazione degli eretici
- Ultimissime
- 31 Mar 2011
Potevamo intitolare quest’articolo nel modo utilizzato da scrittori alla Corrado Augias quando vogliono creare il solito polverone sul Vaticano: “I segreti dell’UAAR”, oppure “Tutto quello che avreste voluto sapere dell’UAAR”, o anche: “UAAR S.p.a: la verità sull’UAAR”, e infine: “Quel che l’UAAR non ti farebbe mai leggere”. Abbiamo però preferito essere originali e attenerci strettamente ai fatti descritti qui sotto, che sono di per sé già pubblici sul web, per tutti e da diversi mesi.
Sul sito dell’UAAR (l’unica associazione italiana di atei convinti di essere anche razionalisti) leggiamo che fra i suoi comandamenti c’è quello di «far fronte al dilagare della presenza cattolica sulla stampa», attraverso «notizie, articoli, recensioni, documenti, informazioni e dossier su tutto quanto riguarda la laicità e la non credenza». Ma tutto, tutto? Non proprio. Indaffarati ad arginare la stampa cattolica si sono casualmente dimenticati di informare pubblicamente della “decapitazione” di diversi responsabili dell’associazione stessa. In particolare quelli dei Circoli di Lecce e della Puglia, di Bari, di Rimini e di Roma (e molti altri semplici associati). Due di essi hanno aperto dei blog personali attraverso i quali hanno svelato quali trame si celano dietro la più grande associazione di atei militanti italiani: intrighi, giochi di potere, litigi e insulti, intrallazzi economici, gelosie amorose, attaccamenti alla poltrona, abuso di potere, violazione della libertà d’opinione, dispotismo del comitato centrale e del segretario ecc… Non ci aspettavamo certo nulla del genere da un’associazione che si definisce “razionalista”, sempre pronta a sparare pistolotti moralisti verso i cristiani, il Vaticano, congregazioni religiose e politiche. Ma, bando alle ciance, diamo la parola agli “ex”, ai “decapitati”, agli “epurati”, ai dimissionari, ossia alla fonte più informata sul vento che tira nel microcosmo (ir)razionalista dell’UAAR.
LETTERA DI DUE EX-UAARINI.
Cominciamo dal 28/10/10, quando su Cronache Laiche (il giornaletto parrocchiale di un pugno di laicisti) compare una lettera di Stefano Puglisi, ex membro dell’UAAR nonché ex coordinatore del Circolo provinciale di Bari. Il Puglisi premette di parlare anche a nome di Giacomo Grippa, ex coordinatore Regionale dell’UAAR per la Puglia ed ex coordinatore del Circolo provinciale di Lecce (i loro nomi compaiono anche su una vecchia pagina di contatti dell’associazione).
Gli ex militanti vogliono informare della loro espulsione «dall’Associazione con pronunciamenti del Collegio dei Probiviri emanati, rispettivamente, il 22 febbraio ed il 18 marzo 2010. Entrambi –scrive il Puglisi- eravamo stati da poco riconfermati nelle rispettive cariche dalla maggioranza dei soci votanti nelle assemblee annuali di Circolo». Gli ex uaarini annunciano comunque di aver già consumato la loro vendetta: «Giacomo Grippa ed io abbiamo inviato oggi all’Unione Forense per la Tutela dei Diritti dell’Uomo la richiesta di assistenza per la presentazione al Ministero della Solidarietà Sociale di una domanda di revoca dell’iscrizione dell’UAAR nel registro nazionale delle Aps (Associazioni di promozione sociale), nel quale l’UAAR è presente al numero 141. Lo status di APS conferisce all’UAAR una serie di importanti vantaggi, fra i quali la possibilità di usufruire del versamento del 5 per mille da parte dei contribuenti».
Il Puglisi continua: «La nostra richiesta è motivata dal fatto che l’UAAR si è dimostrata, a nostro avviso, priva dei requisiti richiesti per il riconoscimento di tale status. I suddetti requisiti comprendono il rispetto dei principi e dei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dalla Costituzione della Repubblica Italiana, carte che l’UAAR dichiara di far proprie nel proprio Statuto e nelle proprie Tesi». I due ex adepti ritengono che «siano stati messi in atto una serie di gravi comportamenti in violazione della Costituzione e della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Crediamo anche che la più grande associazione di atei ed agnostici presente in Italia […], sia tenuta a basare il proprio operato – anche nelle vicende interne – su principi e criteri che non sono stati rispettati nelle vicende menzionate, e che la nostra iniziativa possa essere utile ad una gestione più democratica ed illuminata dell’attuale, rendendo così più efficaci le sue azioni a favore di una società finalmente libera da influenze religiose e da dogmatismi d’ogni genere». L’UAAR quindi, nonostante gestisca un numero risibile di soci, sarebbe a sua volta caduta negli errori che tanto critica ai suoi avversari, risultando agli occhi dei due ex responsabili “non libera da influenze religiose e da dogmi”.
REAZIONE DEGLI ATEI, PRO E CONTRO UAAR.
I commenti alla lettera si protraggono fino al 10 novembre 2010. Il primo commento che compare è di Giacomo Grippa, il co-autore della lettera, il quale rincara la dose scoperchiando altre beghe: «Pur da componente radiato per delitto d’opinione, auspico che il dibattito sulla democrazia interna riconosca la dovuta autonomia alle articolazioni territoriali, con il diritto alla partecipazione graduata dei vari introiti ( donazioni, 5xmille, tesseramento ), finora negato da un vecchio o comodo paternalismo accentratore». Il Grippa prende di mira anche Raffaele Carcano, impiegato part-time e cultore di musica tribale (come si autodescrive sul sito dell’associazione) e, date queste competenze, segretario responsabile del razionalismo ateo italiano: «Auspico norme anche per limitare la durata dell’incarico da segretario, che non diventi una professione o altra carriera in fieri; norme sulla incompatibilità tra rappresentante dell’Uaar e candidature elettorali, e fra i diversi ruoli dell’associazione. Sarebbe vitale che la direzione nazionale, ora limitata ad un ristretto a 7 componenti, al pari di una segreteria, organo coadiuvante il segretario, fosse più ampia e rappresentativa della base, evitando il formarsi di un pensiero unico e divenendo sana e ospitante cassa di risonanza di ogni opinione, di ogni protagonismo, di ogni divergenza, pena corto-circuiti, letali repressioni o conformismi».
Anche il Puglisi commenta la sua lettera, ribandendo le violazioni e gli abusi di potere dell’Associazione razionalista e concludendo che «l’UAAR non è credibile, a mio avviso, se si batte contro la Chiesa o altri soggetti quando questi violano i diritti fondamentali dell’uomo, e poi non li rispetta al suo interno, e ciò mina la sua credibilità e l’efficacia delle sue azioni […]. Se dall’Unione Forense per la Tutela dei Diritti dell’Uomo dovessero “risponderci picche”, cosa di cui dubito, mi rivolgerò ad un legale di mia fiducia». Più avanti assicura di avere «copiosa documentazione alla mano» di queste violazioni. Rispondendo ai commenti che si susseguono, assicura che queste non sono “cose che accadono in tutte le associazioni”, poiché vi è stato un «”uso “politico” dell’espulsione: se viene usata come un’epurazione in stile staliniano dei personaggi scomodi e dei dissidenti, e, soprattutto, se viene usata contro chi non ha violato alcuna regola, allora l’organizzazione in questione non è democratica» e infatti «non pensiamo che l’UAAR si identifichi con la sua attuale dirigenza». E ancora: è «un’organizzazione gerarchica, piramidale e oligarchica, perché tutto il potere è concentrato nelle mani di pochissime persone, che sono nel contempo Governo, Parlamento e Revisori dei Conti […] Da quando ci siamo resi conto di cosa sia diventata l’UAAR sotto l’attuale dirigenza, l’esserne usciti ci fa respirare più liberamente, ed io personalmente non potrei più far parte di un’associazione del genere per un’elementare esigenza di igiene mentale. Avrei voluto tentare di cambiarla dall’interno».
Interviene anche una militante dell’UAAR di Ravenna, tal Giovanna, che afferma: «Anche io perdo le speranze x un futuro democratico e laico e non mi stupisco più se l’Italia è derisa da tutti, visto che nel microcosmo uaar si riproducono gli stessi meccanismi di lotta x il potere e azioni pesanti. Penso sia doveroso essere messi a conoscenza del problema non nel suo aspetto becero, ma in quello “concettuale”». Da queste parole arriva la conferma che l’UAAR non ha mai voluto rendere note queste vicende ai suoi devoti seguaci. Inteviene anche un altro lettore di Cronache Laiche, tal Romano, il quale associandosi al Grippa, ritiene che «sia meglio uscire da una organizzazione come questa con segretari, probi o proni viri ecc. Capisco pure l’amarezza, ma lassa perde, è una organizzazione che pensa solo a Dio». Poco più sotto ribadisce: «Finchè si tiene dentro come garanti Odifreddi che dice quelle stupidaggini antiamericane, non fa male solo alla laicità ma alla democrazia tutta». Anche Giulia commenta: «Sono d’accordo con Romano, che senso ha stare in organizzazioni così? Questi regolamenti servono solo per dare potere estremo magari ad un segretario o presidente che si crede di essere, per l’appunto, un dio. Sono proprio pericolose le organizzazioni fatte così, come del resto i partiti». Un altro lettore di Cronache Laiche, “Mr”, aggiunge: «Una follia. Ho sempre ritenuto una follia l’uaar pur ignorando che lì dentro c’erano tutte ste cose. Incredibile veramente». Franco Jori commenta: «Non ho avuto mai nessuna considerazione di un associazione così attenta all’altissimo signore […]. L’uaar fa piuttosto male che bene alle “rivendicazioni” laiche della società». Non mancano difese a spada tratta all’associazione da parte degli uaarini, ma il dialogo si trasforma -come al solito- in uno scambio di insulti e di accuse tra atei pro e contro UAAR.
Chiude malinconico il Grippa rivolgendosi al Puglisi: «vabbè la discussione possiamo considerarla consumata, inutilmente. Abbiamo continuato a dialogare con persone, alcune della quali hanno sottaciuto con simpatico civismo e briosa, vivida razionalità sia la loro individualità, sia la loro appartenenza. Forse, non ci sarebbe altra spiegazione, assodati i conosciuti, si è trattato di volontari delle retrovie, para-carcarini in progress». La redazione di Cronache Laiche decide infine di interrompere la possibilità di commentare poiché la conversazione si è «ridotta solo a uno scambio di accuse personali».
RIVELAZIONI DELL’EX RESPONSABILE UAAR DI BARI: STEFANO PUGLISI.
La battaglia degli ex adepti era però cominciata sui blog personali. Segnaliamo quello del Puglisi, inaugurato il 19/3/10, cioè il giorno dopo della decapitazione del Grippa dall’UAAR, e chiuso il 19/4/10. Nella ventina di articoli pubblicati, a partire dal primo, si viene a conoscenza delle malefatte dell’UAAR e della sua «attuale e mediocre dirigenza nazionale, sostenuta da un’altrettanto mediocre dirigenza locale», la quale «si sta trasformando inesorabilmente in un gregge». L’ex coordinatore di Bari, rivela che nell’UAAR, «quando qualcuno si rifiuta di aderire al pensiero unico dominante, viene prima tentata la strada della persuasione, poi si passa agli attacchi personali sulle mailing list da parte di alcuni dirigenti nazionali, subito dopo si scatena – sempre sulle mailing list – il linciaggio morale da parte di una decina fra Coordinatori/Referenti provinciali e semplici soci con periodiche spruzzate di benzina da parte di membri del Comitato Centrale – pardon, mi è scappato, volevo dire Comitato di Coordinamento – quando il fuoco tende ad affievolirsi, e a quel punto, se il “dissidente” è un Coordinatore di Circolo, cominciano a partire gli attacchi dall’interno del Circolo stesso (soci mediocri e frustrati che vedono nel contrasto in atto l’occasione per emergere dall’anonimato ed allearsi con i vertici associativi, a loro volta pronti ad accoglierli a braccia aperte)». Il passaggio successivo è l‘espulsione del socio “dissidente”, «come è successo di recente a me e, proprio ieri anche al Coordinatore del Circolo UAAR di Lecce e Coordinatore Regionale della Puglia: Giacomo Grippa, un uomo davvero probo che all’UAAR ha dedicato molti anni di duro e costante impegno, e che all’UAAR ha donato tanti successi e tanta visibilità». Da ex responsabile dell’UAAR, constata che «molti (troppi!) soci accettano passivamente (o reprimendo il loro dissenso e masticando amaro) di far parte del gregge, sostenendo apertamente la dirigenza nazionale o limitandosi ad assistere in silenzio ai linciaggi ed alle espulsioni (spesso con l’illusoria speranza che al prossimo congresso nazionale qualcosa possa cambiare, ma sarà difficile se i “dissidenti” continuano ad essere espulsi o si vedono costretti a dimettersi) […] Un’associazione che dovrebbe incoraggiare il libero pensiero fa di tutto per reprimerlo, e per mortificare la creatività dei suoi soci». Infatti, pare che il Puglisi avesse voluto intitolare il Circolo di Bari alla filosofa Ipazia, ma sia stato violentemente censurato dall’Associazione. Pochi giorni dopo queste parole, l’UAAR organizza un incontro per sfruttare la presunta storicità della filosofa contro i suoi assassini, cristiani fanatici di allora (tutto da dimostrare, ovviamente).
Il Puglisi allora decide di pubblicare un altro articolo in cui rivela l‘incoerenza di Raffaele Carcano che, prima «sostiene l’impossibilità di intitolare un circolo UAAR ad una “credente neoplatonica irrazionale”», e poi «con incredibile faccia di bronzo, organizza una conferenza su di lei, confermando il sospetto che Giacomo Grippa espresse all’epoca delle polemiche sull’intitolazione: la loro opposizione era dovuta al fatto che noi soci baresi gli avevamo soffiato l’idea». Puglisi commenta l’iniziativa dicendo che «l’antipapa Carcano I» non ritiene degno dedicare un circolo ad Ipazia poiché essa «non era dichiaratamente atea […]. L’UAAR considera “eretici” tutti coloro che non accettano i suoi dogmi, come quello dell’incredulità, configurandosi così non come associazione che promuove il libero pensiero ed il diritto di professare qualunque religione o non professarne alcuna (come si evince dal suo Statuto e dalle sue Tesi), ma come una setta che tende ad escludere chi non si adegua al pensiero unico dominante (che è quello dei dirigenti nazionali di turno) […] Quando mi iscrissi all’UAAR, ero convinto di entrare in un’associazione che si batteva per la creazione di una società ed uno Stato basati sui principi della laicità, non in una chiesa atea, con i suoi eretici, l’Indice dei libri (e dei blog) proibiti, il voto di obbedienza alle gerarchie di fatto imposto ai suoi soci, e via dicendo».
In un terzo articolo si viene a sapere di tante altre epurazioni e dimissioni, taciute e nascoste ai più: Valentina Bilancioni (ex coordinatrice del circolo di Rimini, di cui parleremo più sotto) rea di aver criticato la dirigente nazionale Adele Orioli; Francesco Paoletti (ex membro del Comitato di Coordinamento e coordinatore del circolo di Roma), reo -si legge- di essere il compagno della Bilancioni, di non aver attaccato i quadri nella nuova sede nazionale e di aver, anche lui, osato criticare la Orioli; e vari abbandoni di componenti del gruppo direttivo del circolo di Roma, in conseguenza delle dimissioni del Paoletti, dimissioni «che hanno praticamente “decapitato” uno dei più numerosi circoli d’Italia dell’UAAR». Nell’elenco degli ex uaarini famosi viene citato anche Giacomo Grippa e l’espulsione del Puglisi stesso, «guarda caso in vista del congresso nazionale, nel quale la dirigenza nazionale vuole limitare al massimo la presenza di oppositori».
L’autore del blog affronta poi in dettaglio le ragioni della sua espulsione, fra cui il veto imposto all’intitolazione del Circolo di Bari ad Ipazia, di cui abbiamo già accennato. Al suo articolo risponde una militante del Circolo UAAR di Perugia, tale Monia, la quale informa che «anche noi di Perugia eravamo intenzionati ad intitolare il nostro Circolo a Brenno Tilli – anarchico e anticlericale perugino – prima di incontrare il secco rifiuto dei dirigenti nazionali, cosa che ci ha abbastanza sconcertato considerato che abbiamo sempre agito in maniera autonoma, convinti di non dover rendere conto o peggio chiedere il permesso per ogni singola iniziativa». Tuttavia presi da una sorta di omertà, «per evitare sterili discussioni di cui già avevamo previsto l’esito e che avrebbero fatto del male solo all’Uaar abbiamo deciso di lasciare perdere per ora, convinti che un’associazione come la nostra sia di fondamentale importanza nel territorio. Mi fa comunque piacere constatare che ci sono altri che invece hanno avuto lo stomaco di scontrarsi con tali “infime argomentazioni”».
In un sesto articolo emerge che la guerra tra il Circolo di Bari e il comitato centrale dell’UAAR si intensifica a causa della proposta di intitolare una strada a Charles Darwin. Il Puglisi pubblica infine l’ultimo articolo in occasione dell’elezione a coordinatore del circolo di Bari di Rafael La Perna, colui -dice Puglisi- che è stato protagonista «dell’attacco sferratomi dall’interno del circolo contemporaneamente all’offensiva lanciata contro il sottoscritto dalla dirigenza nazionale, con una manovra a tenaglia che si è conclusa con la scomunica dell’eretico di turno».
RIVELAZIONI DELL’EX RESPONSABILE UAAR DI RIMINI: VALENTINA B.
Ci occupiamo ora del blog di un’altra epurata (o dimissionaria), che si firma Avalon. Da una lettera pubblicata tra i suoi articoli e dal fatto che lei si dichiara “compagna di Francesco Paoletti”, capiamo che si tratta di Valentina B., ex responsabile dell’UAAR di Rimini, la quale avvia il suo blog il 22/9/09 per sospenderlo il 6/11/10. Nel primo articolo annuncia di voler raccontare la «scelta di dimettermi da coordinatore e socio dell’UAAR, e di entrare apertamente in conflitto con la dirigenza».
Nel secondo articolo, dopo aver raccontato di essere stata censurata da Carcano sulla pagina delle Ultimissime dell’UAAR a causa di una critica verso l’organizzazione di un raduno/assemblea, racconta di intrighi e gelosie d’amore tra i responsabili nazionali, in particolare tra lei, l’intoccabile Adele Orioli e l’ex coordinatore di Roma Francesco Paoletti. Non si capisce benissimo quali siano i rapporti sentimentali- né ci interessa saperlo- anche perché Avalon descrive i fatti dando per scontato che il lettore sia informato degli intrallazzi che reggono l’UAAR. Accenna pertanto ad una «cena del circolo di Roma, il 21 dicembre 2008» dove, «davanti ad un nutrito numero di soci di cui alcuni nuovi ed allibiti, la responsabile giuridica del comitato di coordinamento Adele Orioli, socia afferente al circolo di Roma, ha attaccato in maniera grave ed ingiustificata il coordinatore Francesco Paoletti, collega in seno al detto comitato. Comportandosi in maniera estremamente aggressiva ed isterica, Orioli gli ha indirizzato pesanti e gridati insulti, che a parte il tutto sommato lieve “uomo di merda”, non riporto per non cominciare subito a riempire di parolacce questo blog». L’ex uaarina dice che le sue accuse verso la Orioli, hanno «indignato il segretario Carcano in quanto riprovevole manifestazione pubblica dei miei pregiudizi nei confronti di costei […]. Rammento volentieri che definii Adele Orioli “infida, capace di inusitate disonestà e perfidie” in privato, ed in pubblico “capace di tradimenti, menzogne e umiliazioni”». Si intravvedono gelosie e tradimenti d’amore, quando l’autrice del blog afferma: «Tengo a sottolineare che non è mia abitudine il malanimo nei confronti di coloro che mi hanno preceduto (e spesso nemmeno in coloro che mi hanno seguito!) nella vita e nel cuore dell’uomo che amo, e della gelosia di cui Carcano mi ha accusata non porto alcuna traccia: non si può essere gelosi, né peraltro invidiosi, di chi si disprezza profondamente […]. Chi è capace di tradimento reiterato nei confronti del proprio compagno/a, a maggior ragione e con più facilità sarà capace per il proprio interesse di tradimento nei confronti di coloro che gli hanno affidato un mandato».
In un terzo articolo, l’ex adepta ricorda che le sue dimissioni «sono state dovute all’impossibilità di portare avanti un mandato da coordinatore di circolo avendo a che fare con persone che mi disgustano profondamente come le due sopra nominate [Carcano e Orioli, cda], e non solo».
Il 27 gennaio 2010 si scaglia ancora contro il potere dell’UAAR e di Raffaele Carcano, in seguito al «pronunciamento dei probiviri in merito al ricorso di “Citizen” Carcano nei confronti di Francesco Paoletti, reo di aver comunicato le proprie dimissioni ai soci afferenti il Circolo UAAR di Roma come prescrive il regolamento», con lo scopo di non consentire «possibili variazioni dello statu quo, della politica di controllo delle comunicazioni fuori dal coro, della struttura ufficiosa da azienda padronale imposta all’UAAR dalla dirigenza».
Accenna poi alla minaccia di dimissioni da parte di Carcano, segretario dell’UAAR, a dimostrazione della crisi interna dell’Associazione. Infierisce ancora sul segretario dei razionalisti, dicendo che «Carcano ha dimostrato di essere l’anello mancante tra l’homo sapiens e le anguille. Perché la richiesta di incontro sottopostagli dal Circolo di Roma al fine di discutere questioni di importanza reale per il Circolo stesso e per l’intera associazione lo ha portato a reagire in maniera tale da offendere profondamente l’intero gruppo dei soci attivi, coordinatore e cassiere compresi, portandoli a rimettere ogni incarico ed in alcuni casi addirittura la tessera? Perché di fronte a una crisi reale dell’associazione apertasi su più fronti allora nemmeno in comunicazione tra loro, tale da portare all’allontanamento – volontario o forzoso – di svariati dirigenti e soci attivi, invece di aprire un tavolo di gestione dei problemi, cercare incontri, lavorare attivamente per risolvere gli aspetti pratici dei problemi, ha preferito arroccarsi nella torre d’avorio della lesa maestà e lasciare incancrenire quanto sarebbe stato risolvibile sino a trasformare l’associazione in un ring di ricorsi e controricorsi? […] La maschera da zombie pagliaccio che gli ho affettuosamente donato lo scorso Halloween può aiutarlo a rendersi più somigliante al soggetto».
Successivamente risponde alle accuse che il segretario dell’UAAR le rivolge: «L’inossidabile Pontifex Carcano mi definisce compagna del leader dell’opposizione interna: se per leader dell’opposizione interna intende Francesco Paoletti, l’unica parola che ha senso è “compagna” […]. Di Carcano, prima che lo conoscessi, mi venne spesso decantato l’acume politico; poi l’ho conosciuto, e ho iniziato a chiedermi dove lo tenesse. La mia impressione è che sia quasi del tutto privo della capacità di valutare le persone, di creare relazioni e dinamiche di gruppo funzionali, di instaurare collaborazioni con realtà esterne, di motivare la base e ingenerare entusiasmo e carica nella piazza. Se non ci sono tali capacità, e magari il vuoto è riempito da qualche senso d’inferiorità, allora si rischia di far danni. Come il giungere a ritenere Francesco Paoletti il proprio pericoloso e principale nemico […]. Si conceda a Pontifex l’attenuante del trepidare per la propria poltrona, sempre consigliato come sopra, e si potrà comprenderne almeno in parte l’umano dramma».
Il 7/3/10 rivela che 1770 soci non hanno rinnovato l’iscrizione a febbraio: oltre un terzo del totale. Commenta: «Evidentemente l’attuale dirigenza ha raggiunto un livello tale di insipienza da superare perfino la notevole capacità di sopportazione dei sostenitori dell’associazione. Pontifex Carcano non aveva affatto bisogno di sciorinare il suo invidiabile palmares per dimostrarci quanto faccia ridere: è certo di conforto la certezza che nel pur remoto caso in cui il Comitato Centrale a forza di espulsioni si faccia mancare il quarto a briscola, il segretario avrà una proficua carriera a cui tornare». Nell’articolo intitolato Militia Carcani, l’ex responsabile dell’UAAR ridicolizza la fallimentare manifestazione dell’Assiciazione in occasione della “Giornata di memoria della Breccia di Porta Pia” (cfr. Ultimissima 21/9/11).
Ci fermiamo qui perché crediamo di averne abbastanza, per ora. Questo tuttavia è solo ciò che è emerso pubblicamente e a cui tutti possono accedere, tuttavia deduciamo dalle frecciatine degli ex soci che ci sia dietro ben altro. Ci chiediamo dunque: come può un’associazione come l’UAAR, così piccola e insignificante nel panorama culturale italiano, ma tuttavia già colma di questo marciume -che gli ex membri ritengono infiltrato “fino alle fondamenta”-, avere il coraggio di attaccare, insultare e diffamare costantemente un’istituzione enorme e fondamentale nel panorama internazionale come la Chiesa cattolica, riconosciuta -da credenti e non credenti- come la più alta autorità morale attuale e della storia?
Aggiornamento 14/4/11.
L’ex coordinatore del Circolo UAAR di Bari, Stefano Puglisi, ci ha avvertito di aver risposto all’articolo attraverso un post pubblicato sul suo blog “Ipazia e Giordano Bruno sono morti invano?“.
130 commenti a L’UAAR pecca di razionalità: intrighi, lotte di potere ed epurazione degli eretici
prevedo il record di commenti…
per favore cerchiamo di mantenerci calmi e pacati…
soprattutto facciamo nostro un “aforismo” di Nicolas Gomez Davila su “In margine a un testo implicito” (che consiglio gli amici dell’uccr di leggere!)…..
“SCRIVERE BREVE, PER CONCLUDERE PRIMA DI ANNOIARE”
Paolo, non ho capito la citazione…
era solo un invito, prima di tutto a me stesso, a fare commenti non troppo lunghi… solo questo
ah, ho capito ora! grazie.
Calmi e pacati…hai mai visto insulti su questo sito? Ironia, sberleffi…ma tutto qui. Leggo i commenti da quando è partito il sito, quindi un mese e mezzo e non ho mai trovato commenti offensivi (a parte le minacce di morte degli atei verso i credenti….leggere sotto l’articolo di Luca di Tolve)
Volevo fare qualche battuta, ma sarà meglio evitare ed invito tutti gli altri a fare lo stesso, anche se la tentazione ovviamente sarà forte. Cerchiamo solo di discutere nel merito dell’articolo.
Non sono credente, ma non posso che dirvi COMPLIMENTI! Credo che un articolo del genere abbia scavato la fossa a quella stupida associazione di invasati attentatori della laicità. Mi spiace molto ammetterlo ma, bravi!
Mi fa piacere che ci sia un ateo come me tra i primi commenti. Lo uaar è una setta religiosa pericolosa per il reale umanesimo. E i suoi membri più razionali, come si vede, lo sanno bene! Credo di aver da oggi cominciato ad rivedere gli inciuci della chiesa.
Non entro nel merito dell’articolo perché non sono informato sui fatti, ma….”setta religiosa pericolosa”? Sto con l’UAAR (circolo di Milano) da diversi anni, tutto mi è sembrato fin’ora tranne che una setta religiosa.
Finalmente uno uaarino che non si vergonga di esserlo! Che l’uaar sia una setta religiosa pericolosa lo dicono gli ex responsabili nazionali citati nell’articolo. Io ritengo sia una setta del mondo ateo, una congregazione militante e dogmatica. Lo dicono gli stessi atei che non si riconoscono nell’associazione.
Scusami,Nebo, ma tu sapevi in qualche modo che UAAR si dichiarava CONFESSIONE RELIGIOSA a fini di otto per mille, svendendo un patrimonio di laicità che non era neanche tutto suo, o lo stai apprendendo adesso?
NOn ci credo!!!!!!!!!! Pazzesco siete dei miti!!!!!!!!!!
Ragazzi….se avevano conquistato 5 come livello di credibilità, grazie agli epurati sono arrivati a meno 22!
Credibilità? Ma se hanno fallito ovunque? Ogni volta che escono di casa vengono accerchiati dalla Digos!!
Se fossi carcano mi dimetterei all’istante
Perché non mandiamo non quest’articolo, ma gli articoli dei blog degli espulsi a Maurizio Turco e ai radicali? Magari anche all’International Humanist and Ethical Union. Devono sapere con chi hanno a che fare e prendere posizione! Io lo invierei anche a qualche quotidiano nazionale.
Magari il Fatto o l’Unità. Si sa che il fuoco amico è il più doloroso!
Amici non credo che a qualcuno importi realmente dell’unione dei razionalisti disperati.
Ricordiamoci che ci sono parrocchie con più fedeli di quanti iscritti abbia l’UAAR quindi andrebbero pubblicate anche tutte le baruffe tra parrocchiani in Italia, non diamogli troppa visibilità.
Per ora ho mandato un’email ad un giornalsita di Avvenire mio amico…tengono la faccenda in archivio e poi al momento giusto….magari poco prima del ritiro spirituale dell’uaar fra qualche mese!
magari usare le loro stesse armi….. propongo “le iene” o “striscia la notizia”…. per loro queste due “benemerite istituzioni televisive” rappresentano la buona novella della demolizione della credibilità della Chiesa.
Ma non gliene frega niente a nessuno dell’uaar!
Su questo stesso sito sono già stati riportati in passato: le reazioni isteriche degli atei ex ammiratori di Dawkins dopo la decisione di questi di mettere un filtro ai messaggi sul suo forum; i vari botta e risposta tra Micromega e UAAR (tipiche lotte di campanile); le reazioni scomposte sempre dell’UAAR alle critiche di Riccardo Chiaberghe; gli atei che hanno dichiarato idiota della settimana PZ Myers (che in effetti quando parla di religione è al livello di un Odifreddi qualsiasi). Ora questa notizia. Nihil novi sub sole. Siamo umani, è normale che queste cosa succedano. Questi signori dovrebbero solo smetterla di ritenersi più svegli degli altri.
Non ci ho mai creduto alla superiorità morale degli atei, ora un’ennesima prova
Cmq va considerato che in qualunque gruppo di persone ci sono dissidi, dagli sci club ai circoli di bocce, è normale, sarebbe preoccupante il contrario!
Infatti qui non si parla di un dissidio tra i membri dello stesso gruppo, ma di dissidi tra i membri di un gruppo e le persone cacciate dal gruppo.
PS
Di solito ai circoli di bocce si trova un accordo…
Figurati, ne fondano sempre di nuovi, che si litiga sempre!
E la guerra atei contro uaar come la spieghi razionalisticamente?
Non c’è molto da spiegare, è normale ci siano dissidi tra persone, anche negli atti degli apostoli sono documentati discussioni tra Saulo di Tarso, Pietro e Giacomo, fratello del Signore, ovunque si litiga, ci si separa….
A parte l’imbarazzante paragone mi stupisco perché voi atei non eravate “rinascimentali”? Non dovevate costruire il mondo nuovo qui in terra? Prendete il potere e create le persecuzioni ai credenti, lager e campi di lavoro (tutt’ora presenti negli stati con l’ateismo di stato). Vi riunite in congregazioni e ricalcate gli stessi giochi di potere e abusi di potere in miniatura. Devoti al vostro pontifex Carcano come lo si è del dittatore Mao. Si vede poi come gli apostoli si sono separati! Infatti c’è la Chiesa di Pietro, poi Paolo ha aperto il suo blog in cui sputtana Giacomo, mentre Giovanni ha scritto a Pietro che è un despota e deve lasciare liberi gli altri. Siete ridicoli e ipocriti!!!!!!!
Vero, hai ragione, è tutto normale. Ma allora dove sta la loro superiorità intellettuale? Perché non risolvono i dissidi grazie al loro razionalismo?
Oltre che nell’uaar pascoli anche nei campi di bocce…deduco che anche tu hai un’età molto avanzata. D’altraparte tutte le foto dei militanti uaar sono over 50…guardare per credere!
Molto avanzata. Bazzico anche nel ping pong, gioco nella squadra dei Salesiani, se può interessare…
Ecco qui l’apologeta!!!!! Riduci riduci, riduci tutto! L’uomo non è nient’altro che, la terra non è nient’altro che, l’universo non è nient’altro che, la chiesa non è nient’altro che, la vita non è nient’altro che, i dissidi dell’uaar non sono nient’altro che!! Passate la vita a ridurre tutto!
E cosa vuoi simone! E’ l’ambasciatore dell’uaar e non ha molto da dire…! Lascia che minimizzi. Finché non sbatteranno fuori anche lui perché scrive Dio col maiuscolo!
E’ vero tendo a scriverlo col maiuscolo, sei un buon osservatore.
Io vengo sempre censurato sulle Ultimissime dell’uaar, ho chiesto il motivo e mi hanno risposto che non è provata l’esistenza di Dio e quindi non ha senso scriverlo in maiuscolo. Occhio perché verrai “decapitato” insieme a Puglisi, Grippa ecc… Ma per caso coordini il circolo uaar del tuo palazzo?
Come diceva Rat-Man… gli altro dèi potrebbero scatenare guerre sante coi loro fedeli, io coi miei al massimo una riunione di condominio.
Io sono ancora allo stadio prima, ma nel mio palazzo c’è fermento!
E allora la tua epurazione non farà notizia, peccato. Dimmi la via comunque, così vi mando dentro Odifreddi a convertirvi al cristianesimo.
Aspetta Flavio aspetta… ma veramente ti hanno risposto con un’idiozia del genere?
Assolutamente!
Simone è un classico d’ipocrisia.
Concordo con Fabrizio, le beghe ci sono ovunque anche nella chiesa, queste beghe però dimostrano che l’UAAR non può ergersi a giudice della chiesa
ho fatto un copia-incolla e ho stampato tutto l’articolo…. così questa sera, dopo Vittorio Messori (“Ipotesi su Maria”)… me lo gusterò a dovere e poi lo userò nei prossimi giorni a scuola propinandone stralci ai miei studenti “un tantino laici”…. sono un i.d.r. (insegnante di religione) presso un liceo scientifico….
a proposito se ci sono colleghi… si dichiarino
Ma qualcuno ha avvertito l’uaar che è stata ridicolizzata?
Così facendo renderesti un ottimo servizio all’UAAR….
Difficile che qualcuno possa dare ottimi servizi dopo quanto si trova scritto in questo articolo…sto già condividendolo su Facebook e non ti dico cosa viene fuori!
Professor Paolo mi raccomando, faccia presente ai suoi studenti anche del fatto che l’UAAR si è essa stessa definita CONFESSIONE RELIGIOSA! https://www.uccronline.it/2010/04/25/l8xmille-occhio-alla-confessione-religiosa-uaar/
ho sempre sostenuto che l’ateismo è una religione bella e buona con i suoi riti, i suoi dogmi, la sua dottrina, i suoi sacerdoti e le sue regole…. e chi non le rispetta viene “scomunicato” come dimostra l’articolo…..
comunque togliamo di mezzo i titoli…. sono paolo
secondo me non è esatto. L’ateismo non è una religione. Non ci credete?
Definite cos’è una religione, e vedrete che l’ateismo non rientra in questa categoria.
Non c’è una definizione di religione. La religione è un tentativo dell’uomo di dare risposta all’esigenza di significato inestirpabile che ha dentro di sé. Tutte le religioni sono tentativi dell’uomo, che sia il buddhismo, l’islamismo o l’ateismo quando diventa organizzato. Ovviamente il cristianesimo non è una religione perché parte da un fatto storico e dall’iniziativa di Dio verso l’uomo e non dell’uomo verso Dio. L’ateismo organizzato è una religione, l’uaar è una chiesa con i suoi dogmi (pro choice, anticlericalismo, i suoi leader intoccabili ecc..). Qui sopra vediamo cosa accade a chi non crede più a certi dogmi. L’ateismo organizzato ha i suoi riti, i suoi ritiri spirituali, le sue letture ecc… L’ateismo organizzato diventa una religione.
Quindi fammi capire il circolo delle bocce è una religione?
è un tentativo dell’uomo di dare risposta all’esigenza di significato inestirpabile che ha dentro di sé. Alcuni vanno a messa, altri pregano verso La Mecca, altri puntano e altri bocciano.
Ha i suoi dogmi (regolamenti, liste sostanze vietate…), ha i suoi leader, i suoi riti (si va a 13, c’è la petanque, la lunga il tiro veloce…), ci sono i ritiri e gli stage.
Il circolo delle bocce diventa religione.
Può essere di si, senza alcuno scandalo. Se uno vive il circolo di bocce come risposta al suo senso religioso, al suo inestirpabile bisogno di Altro che risponda oltre alla realtà, se racchiude in esso la speranza che qualcosa accada nella sua vita che possa davvero soddisfarlo, allora anche il circolo diventa un idolo, una forma di religione. Così come l’ateismo.
Concordo con Sebastiano. La religione non c’entra nulla con Dio, è un tentativo dell’uomo di costruire un ponte tra lui e la risposta alla sua umanità. L’oggetto ultimo, ricercato da tutti gli uomini, è tradizionalmente chiamato “Dio”. Per questo è così’ importante e devastante e unico il cristianesimo. Paolo all’areopago luogo pieno di divinità dirà: “Il vostro tentativo è nobile (cioè il tentativo dell’uomo di trovare Dio), ma effimero. Io vi annunciò che quello che voi cercate, si è fatto uomo”.
Fondo qui ufficialmente lo youjizzesimo.
Seguitemi fratelli!
Non capisco perché ironizzi. Dici cose esatte: ognuno può creare una religione e trovarsi i suoi devoti. Per questo sono così tante, credono in Dio o non credono in Dio come scientology o i buddhisti o l’ateismo.
Mi dichiaro: sono idr presso una secondaria di primo grado. Ringrazio tutti voi dell’antiuaar perchè mi tenete costantemente aggiornata e informata. Ho scoperto il sito, solo qualche mese fa, grazie a mio figlio Andrea, quasi diciottenne, liceale ed ora è un appuntamento quotidiano..
Benvenuta Franca! Antiuaar? No, qui siamo solo uccr…non diamo così tanta importanza alle congregazioni atee….
Beh si deve essere onesti però: in realtà “UCCR” è chiaramente stato scelto per imitare nella forma e nel suono “UAAR”. Ed anche questo sito è un’evidente imitazione del sito UAAR
per me il vero scandalo è il loro vantarsi di essere l’essenza della laicità,che per la verità appartiene a Cristo (date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio!), e per soldi dichiararsi CONFESSIONE RELIGIOSA. Da ricordare se si discute con Uaarini…
Viva gli ex gay e gli ex uaarini!!!!!!!!
Anche perché di “former roman catholic” ne ho sentiti proprio pochi….
e se ci sono stati, non lo erano appieno (credetemi, io ne so qualcosa)
Io sono un “former roman catholic”. Poi 14 anni fa ebbi la conversione.
Hai sbagliato il concetto logico della frase…lo sai vero?
No, non lo so, in che senso?
Hai praticamente detto: “io sono un ex cattolico. Poi 14 anni fa ebbi la conversione”. Significa che sei tornato cattolico, benvenuto!
Hai ragione da vendere! Il mio commento precedente allora leggasi senza “Poi”.
Mi spiace è andato 🙂 Ti ho appena aggiunto al numero dei cattolici italiani. Grazie!
Al tuo Nemico? Esatto.
Ma Fabrizio dove sono i tuoi amici? Perché non li vai a chiamare? Sei troppo simpatico per ironizzare su di te….vogliamo i fondamentalisti noi!!!!!!!
Chiamo Isacco il Cosacco?
Ecco bravo, lui è perfetto anche se ancora moderato. Peccato ci sia stato il fuggi fuggi…onore a te che sei rimasto.
Età giusta per una scelta matura!
21 anni mi sembra un’età piuttosto matura….
Ormai vivi di rendita, non conta più nulla. Ti sei fossilizzato su un dogma e lo persisti. Per me invece ogni mattina di questi 25 anni è un dire continuamente “si” a un Altro.
Al Nemico. Al Dio della Luce Proibita.
Eppure sono convinto che in giro debbano pure esserci ex uaarini, o quantomeno simpatizzanti, persone cresciute in ambienti familiari con questo stesso orientamento culturale, e poi infine convertitisi. Ci sono sicuramente persone di questo genere, non c’è dubbio. Possibile che non si riesca a portarli allo scoperto? Mi ricordo tempo fa quando mettevate i link a OKNotizie che c’era sempre una certa Elena (mi pare questo fosse il nome) che commentava sempre e diceva di essere cresciuta in una famiglia atea ed anticlericale vicina alla UAAR, e che poi si era convertita al cattolicesimo. Qualcuno la conosce per caso? Le testimonianze di queste persone sarebbero molto più importanti di quelle qui presentate, che in fondo riguardano pur sempre persone che, al di là dei contrasti con la UAAR, restano comunque atee ed anticlericali.
Francesco stiamo parlando di una setta di 4000 membri, di cui si è scoperto che 1770 non rinnovano la tessera. Praticamente il numero di varesotti che hanno partecipato al presepe vivente: http://www.varesenotizie.it/index.php?option=com_content&view=article&id=46156:presepe-vivente-aspettare&catid=6:varese&Itemid=275
Se vuoi trovare i convertiti ne arrivano i miliardi, ma è già difficile trovare degli uaarini e in più vuoi gli ex che si sono convertiti….!!
Eppure sono convinto che qualcuno ha da esserci…
Finalmente!
Credo che tutti i cattolici che hanno provato dolore nel vedere le mafiette massoniche di Bruxelles espungere le radici cristiane dalla costituzione di Europa, addirittura dimentica le feste cristiane nel calendario europeo, Europa i cui simboli nazionali portano in gran numero la Croce; e alcuni giudici, insignificanti e non solo per il numero, (Tosti e Duchi) tentare di espellere il Crocifisso dalle aule giudiziarie…Il Crocifisso che è il simbolo di un triplice errore giudiziario, del potere imperiale centrale, del potere politico locale e del potere religioso, forse del più grande errore giudiziario della storia umana tolto dalle spalle del giudice. Il tutto con argomentazioni estreme da parte di gente che dovrebbe ricorda l’antica massima romana “Summum Jus, summa iniuria!” Aspettare Strasburgo…
I vertici di questa combriccola Uaar, si occupano di tante piccole apparentemente non significative cosucce, che nel tempo possono fare grandi guasti.
L’ultima è una petizione per chiedere le dimissioni da Vice-Presidente del CNR Roberto De Mattei che avrebbe fatto a Radio Maria un intervento in contrasto con la scienza. Viene presentato un intervento che risulta pesantemente mutilato e manipolato, ma intanto la petizione raggiunge più di 6.000 firme. Molte firme possono essere false, infatti vengono indicate come non verificate -ma allora perchè non mettere le firme dopo la verifica? Pensate, trovo persino il mio user name tra le firme non verificate….
E allora? Tutti dobbiamo collaborare da Cristiani per il raggiungimento della verità che rende liberi.
E tutti possiamo dare una mano a smascherare imbrogli. Esempio,andare sul sito Uaar a trovare la delibera con la quale il presidente è stato autorizzato a definirsi Confessione Religiosa, troverete che la maggioranza era così esigua da non poter deliberare su una questione così importante, che forse a norma di Statuto doveva essere affidata alla assemblea (secondo il buon senso sicuramente, si…)
Tentare di rendere testimonianza sul web, sui blog di Uaar…segnalare a UCCR,mi pare che abbia una sezione molto buona per i contatti e le collaborazioni.
Senza fanatismi, con la serenità dei forti, portare TUTTI un piccolo contributo di conoscenza, di impegno. Per la verità che rende liberi. Se una piccola e aggressiva combriccola ha dato tanto fastidio, non è per la loro bravura, è per la nostra passività, se non per la nostra assenza.
Un augurio a tutti.
Avete fatto un ottimo lavoro. Continuate cosi!
Condivido! Mi sembra un ottimo sito, forse un pò dissacrante ma comunque decisamente interessante! Col tempo si smusseranno anche le imperfezioni!
Voi dell’UCCR siete GLI UNICI in grado di COMBATTERE per la causa del Cristianesimo in Italia.
A volte si sentono delle cavolate sparate davanti ai microfoni da parte di sedicenti Cristiani, che in realtà sembrano seguaci di La Vey in trasferta.
Fesserie da autogol.
Voi dell’UCCR siete dei veri COMBATTENTI CRISTIANI.
Bravi ragazzi, siete grandi!
Condivido in pieno. Ci sono molte altre voci importanti e sicuramente l’uccr è una di quelle più recenti e perfetta anche ai giovani vent’enni come me!
L’UCCR HA DATO UN BEL COLPO ALL’UAAR. SIETE STATI I PRIMI A CRITICARLA
Questo articolo è la campana a morto per la setta (di invasati) ultra-laicista e non bisogna risparmiarle colpi! Continuate cosi’ e che Dio vi benedica!
STRAVINCE L’UCCR, PERDE L’UAAR….LA VERITA’ VINCE SEMPRE.
Sono uno dei defenestrati dalla attuale dirigenza UAAR. S crivo perche’ convinto che la battaglia per la democrazia Che significa anche per la laicita’ e la parita’, vada condotta, rivendicata, dibattuta e pubblicizzata sempre ed ovunque, in casa d’altri come nella frequentata propria associazione.
E’ lo stesso motivo che mi ha portato a non iscrivermi in nessun partito, dal momento che in questi restano eluse alcune garanzie/contrappesi per renderli agibili ed agenti positivi del cambiamento, quali: il limite dei mandati, il non cumulo di cariche, l’incompatibilita’ tra incarichi di partito e ruolo istituzionale.
L’ attuale cricca che regge l’Uaar ha ristretto la composizione dell’organo di dirigenza nazionale, divenendo dolce e dorato approdo con particolari ancora da chiarire, ha reciso alla radice ogni protagonismo o facolta’ dei circoli provinciali, concessione dall’alto di trasparenza, partecipazione agli introiti o alla tribuna interna. L’organizzazione ricalca il modello presidenzialista-teocratico, assomando cioe’ le funzioni legislative ed esecutive, con poteri tutori nei confronti dei circoli periferici, tipico dei regimi autocratici o totalitari.
La l’ideologia e la mentalita’ che sottenda questa associazione e’ precostituzionale ( si pensi al riguardo all’art. 5 abilmente eluso con la speciosa considerazione che i principi costituzionali non si applicano alle associazioni.
Certamente quando non conviene si accantona un riferimento alto ed ineludibile alla Carta fondamentale di una societa’.
In questa situazione inevitabili sono i fenomeni di accaparramenti o deliri da carica, corto-circuiti per la diversita’ di pensiero, di critica, di proposta, allergia per ogni possibile concorrente, decapitazione degli eretici, con la sapiente regia da “dagli all’untore”, affermazione della pratica di opportunismo, bigottismo, asservaggio a tutti i livelli.
Le rappresaglie piu’ indecenti e spudorate verso il dissidente non finoscono soltanto con il verdetto dei Probi Viri, anzi dei Proni Viri, il cui presidente non avrebbe mai potuto beneficiare, anche se in ritardo, di sostegni nel contenzioso a Strasbrugo contro i crocifissi nelle scuole, se fosse stato critico dissidente, o restare imparziale e garantista verso la dirigenza.
Ne cito l’ultima: da ultimo, si e’ appropriato del contributo regionale,di e 250,00, quale rimborso spese rendicontato, destinato al circolo Uaar di Lecce da me rappresentato, spedito all’Uaar nazionale, quale collettore nazionale, ora negatomi che mi ha costretto ad un’azione legale in corso di avvio.
Resta la repressa autonomia dei circoli nella intitolazione degli stessi a figure rappresentative del pasato, ad Ipazia, per il circolo di Bari, di cui il segretario avrebbe voluto il primato nell’occuparsene,
O a quello di Giulio Cesare Vanini, scelto per il circolo di Lecce, oscurandone un’altra importante iniziativa la contestazione per il raddoppio del santuario di Leuca, un teomostro per il quale volo’, con ingenti spese e sprechi, nel giungo 2008 anche il papa.
Una delle battaglie dell’Uaar di Lecce, ( dopo la oscurata iniziativa anche a Lecce e non solo a Genova per la tentata pubblicita’ atea sugli autobus ), ampiamente citata ed apprezzata sulla rivista National Geografic, dell’agosto 2008, successo che il segretario-patriarca degli atei non poteva certo permettere che lumeggiasse.
Un altro particolare essenziale di tutta la vicenda occorrera’ verificare:
la venuta a Roma del segretario, occupato a par time, per la gestione, dorata ed non proprio dolce, dell’Uaar.
Tempo al tempo.
Caro Giacomo, nonostante abbiamo vedute esisteniali diverse, le sono vicino per quanto è accaduto. Ho letto tutto e mi spiace molto che persone che come lei si battano per un ideale vengano di punto in bianco censurate e sbattute fuori in questo modo. Tradite e ferite brutalmente. Da cristiano non posso che esserle vicino e, mi permetta di dirle, qui le siamo tutti vicino!
Giacomo, ci tenga informati! E coraggio!
Non sono credente e anche non essendo cristiano mi sento di esserti vicino. Ho avuto a che fare con l’uaar una volta soltanto e per la prima volta mi sono vergognato di essere ateo. Credo occorra creare una voce contraria anche fra noi atei, ritengo infatti che l’agire di questa associazione crei violenza sociale e impedisca il dialogo, già di per sé difficile col mondo cattolico. Dobbiamo coesistere a tutti i costi e non farci la guerra a vicenda! Bisogna emarginare voci estremiste come l’uaar, e lo dico da ateo.
Mi associo anch’io!
Ma non è possibile che Carcano abbia tutto questo potere! Credo che nell’uaar vige un senso di omertà: si accetta qualsiasi imposizione e abuso di potere pur di non creare scandalo. Un pò quello che è accaduto ogni tanto nella chiesa quando qualche prelato ha coperto gli abusi sessuali. Tienici informati su come continua e termina la tua azione legale. Sappi che qui troverai sempre un appoggio, magari anche economico. Perché no?
Giacomo grazie per la tua battaglia! E’ una questione di democrazia e di rispetto, non di ateismo o di teismo. Siamo con te!
Lei ha coraggio da vendere sig. Grippa! Auguri e complimenti!
Perché non rendiamo ancora più pubbliche queste cose? Fra poco l’uaar farà un raduno a Genova, perché Giacomo non scriviamo assieme, tu, Puglisi, la Bilancioni e tutte le nostre firme una lettera aperta a qualche quotidiano ligure raccontando queste cose? Queste epurazioni sono una cosa scandalosa che non succede proprio ovunque!
Giacomo continui a combattere!!!!!!
l’uaar è un’associazione di imbecilli.
è come dire che esiste il circolo delle bocce, e l’uaar è l’associazione del non circolo delle bocce. in pratica si occupa di non fare niente, ma solo di rompere le scatole all’associazione già esistente.
scopo unico di questa nullità può essere il lucraggio.
per fortuna i polli sono pochi, e di soldi non ne faranno tantissimi…
Grazie per le belle parole! 😀
Non vedo cosa ci sia di strano in una associazione di non credenti: sì, siamo come il club dei “non giocatori di bocce”. Detto così suona ridicolo, ma se immagini una società nella quale la maggior parte delle persone gioca a bocce, e considera chi non ci gioca un mezzo pazzo, o una persona che vale meno delle altre in quanto “non giocatore” di bocce, tutto ha più senso 🙂
Partecipo ogni mese al gazebo che teniamo in centro a Milano: non vendiamo proprio niente, tutto il materiale che abbiamo che non siano volantini (libri, spille, magliette) sono offerte a titolo gratuito, anche se ovviamente è gradita un’offerta (il posto per il gazebo non si paga da solo). Se il nostro fine è il lucro, siamo veramente messi male 🙂
Leggi l’intervento di Giacomo Grippa poco sopra e capisci quello che a te, semplice socio, non viene detto. Da quando i non credenti sono considerati “mezzi pazzi”? Einstein vi chiamava schiavi ma uno schiavo non è di conseguenza un pazzo. Gli atei che si riuniscono in una congregazione per imitare l’organizzazione ecclesiale allora possono far venire qualche dubbio.
Di nuovo il misquoting di Einstein? La citazione è
“Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come “oppio delle masse” – non possono sentire la musica delle sfere.”
(Isaacson, Einstein: His Life and Universe, Simon and Schuster, 2008)
Leggila bene: non “non credenti” (in cosa?) ma “atei fanatici”.
Non schiavi perchè non credenti come dici tu, ma schiavi affrancati che si liberano delle catene delle religioni tradizionali, ma continuano a sentire il peso di catene che non hanno più, e nella loro avversione per esse (le religioni tradizionali), attaccano anche quella che Einstein considera una vera ed appropriata religiosità (la musica delle sfere).
Se hai dubbi per questa interpretazione, su quale fosse la posizione di Einstein sulle religioni tradizionali:
“La parola “dio” per me non è nulla se non l’espressione di un prodotto della debolezza umana, la bibbia una collezione di onorevoli, ma pur sempre puramente primitive, leggende che sono comunque piuttosto infantili. Nessuna interpretazione per quanto sottile può cambiare questo fatto. Per me la religione ebraica, così come tutte la altre religioni, è una incarnzazione delle più infantili superstizioni.”
(lettera a Erik Gutkind del gennaio 1954)
Tanto per capirci: Einstein aveva delle posizioni panenteistiche, o forse teistiche o forse panteistiche a voler buttare lì dei termini. Credeva in un ordine razionale soggiacente alla realtà – forse metafisico, più probabilmente non si sarebbe espresso sulla sua natura ritenendola oltre la nostra attuale comprensione. Lo considerava la cosa più affascinante e meritevole di studio e meraviglia ed a volte la chiamava allegoricamente “Dio” o “la mente di Dio”, altre volte semplicemnte “Spirito”, “mistero” o “struttura”. Era contrario al più ingenuo positivismo, ma cosa pensasse di un dio creatore, personale, etico, interessato alle faccende umane, rivelato è chiaro dalla precedente citazione come da tante altre.
A meno che non pensi volesse dare dello schiavo a se stesso in quanto non credente in tale dio…
Francamente non sono interessato all’UAAR, ma le sfide tra album di figurine di scienziati di diverse impostazioni filosofiche sono piuttosto stantie. E se invece si vuole utilizzare una citazione per portare una argomentazione che si condivide, allora lo si deve fare con correttezza e rispetto, prima di tutto per la verità storica della persona che si cita.
La verità è che Einstein non ha mai espresso una posizione chiara sulla religione. C’è una gran quantità di citazioni che risalgono ad anni e situazioni diverse, ed è quindi difficile ricostruire il pensiero di Einstein, che tra l’altro nel corso della sua vita potrebbe benessimo aver subito diverse evoluzioni. Qui si può trovare un buon riassunto: http://www.disf.org/Voci/137.asp
Elia hai sviato la conversazione su una mia battuta marginale. Non ne comprendo appieno il motivo, bastava sottolineare che Einstein parlava di atei come “fanatici” e non “schiavi”. Comunque vedo che persiste la mania di definire Einstein panteista al posto che deista (e non certo teista!!). Lui stesso lo disse: «Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista […]. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio» (Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster, pag. 27). Se non era panteista evidentemente considerava questo Dio un ente staccato dalla natura, esterno ad essa. Quindi se proprio vogliamo incastrarlo in una categoria bisogna parlare di deismo.
@Norberto
A battuta marginale, mio commento marginale che certo non vuole sviare il topic principale. Solo bacchettare la cattiva abitudine al lancio -anche a latere- di citazioni incomplete, fuori contesto o semplicemente errate per ammantarsi con leggerezza dell’eredità intellettuale di un nome celebre.
Noto altresì che stai di nuovo dando una interprestazione molto avventata: Einstein nella citazione non afferma che gli atei siano fanatici in toto, afferma che gli atei fanatici siano come liberti ossessionati, a loro stesso detrimento, dalle loro passate restrizioni di schiavi.
Mea culpa per aver scritto un “teista” che voleva essere -evidentemente dal contesto- un “deista”.
Come ho già detto lo stesso Einstein era dubitativo riguardo al pantesimo (“non penso di potermi definire panteista”), nel senso che non ha mai azzardato affermare se l’ordine dell’universo fosse intrinsecamente esterno o metafisico, se la razionalità fosse immanente o “forza creatrice”. Su tale punto è sempre stato filosoficamente molto umile, limitandosi a dire che in qualche modo nella nostra analisi della realtà sembriamo trovare il riflesso di un principio razionale che si rivela attraverso i nostri limitati mezzi di indagine. Che non è poco.
@Francesco
Ho già una estesa bibliografia degli scritti di Einstein, sia tecnici che personali, e parlo in ragione delle mie letture.
Credo che la posizione personale di Einstein fosse chiara, al di là di un linguaggio colorito che ha portato a molti fraintendimenti. Mi pare venga considerata equivoca o incostante da chi cerca di “tirarlo per la giacchetta” ed inquadrarlo in una tesi precostituita per una propria personale agenda, e si trovi quindi di fronte a difficoltà nel dover limare tutto ciò che del piolo quadrato non entra nel buco rotondo.
Mi azzittisco qui, avendo fatto le mie pignole osservazioni, e vi lascio al thread principale.
No, non è affatto chiara, e il testo che ti ho linkato lo dimostra ad abundantiam. Forse sei tu che vuoi tirarlo per la giacchetta.
D’altra parte dicendo che la sua posizione non è chiara significa proprio che non mi sogno di tirarlo dalla mia parte. E poi lo vedi anche tu che la citazione che hai proposto è in contrasto con quella proposta da Norberto. Esiste poi una citazione dove lui dice di accettare il Dio di Spinoza (panteismo), ma ce n’è un’altra dove rigetta la definizione di panteista. Quindi nessuno lo tira per la giacchetta. E’ uomo che ha riflettuto su Dio. Di certo non era ateo. La sua concezione di Dio è qualcosa di non ben definito ed oscillante. Anch’io ho letto gli scritti personali di Einstein e mi sono trovato più volte su questo sito a dover smentire la famosa citazione, apocrifa, dove fa l’elogio della Chiesa cattolica. Sono pronto a smentire chiunque tenti di tirare Einstein sia nell’ateismo, sia nel panteismo, sia in una concezione tradizionale di Dio.
Caro Elia, attendendo la risposta di Norberto, mi sorprende ritrovarti ancora una volta su queste citazioni di Einstein. Evidentemente, e credo giustamente, senti molto a cuore questa vicenda. Non posso però notare una tua palese contraddizione a distanza di pochi giorni. Oggi dici che «la posizione personale di Einstein fosse chiara, al di là di un linguaggio colorito che ha portato a molti fraintendimenti», mentre il 16/3/11 (https://www.uccronline.it/2011/03/14/aumentano-ancora-i-fedeli-cattolici-negli-stati-uniti/#comment-2913) sostenevi: «Credo molta confusione venga dalla sua abitudine ad espressioni che presentano un dio soggetto pensante e dotato di volontà» e più sotto: (https://www.uccronline.it/2011/03/14/aumentano-ancora-i-fedeli-cattolici-negli-stati-uniti/#comment-2936): «In effetti il linguaggio di Einstein sull’argomento è tutt’altro che inequivoco, ma d’altronde è una scelta espressiva su quella che è alla fine, la sua fascinazione per un mistero solo marginalmente indagabile». Mi sembrano due posizioni molto diverse. Tra l’altro allora ero d’accordo anch’io con te, e quindi con Norberto e Francesco. Ma oggi cambi idea, come mai? In realtà avevi ragione allora: non si capisce bene la sua posizione perché dirà cose opposte nel giro di pochi anni. Rimase coerente però nel rifiutare di essere “ateo” e “agnostico”. Secondo me, studiando i suoi scritti, rimane più probabile la posizione deista (allora lo spiegai molto più approfonditamente). Si nota quasi sempre che il “Dio” (“lo Spirito, la Mente”) che lui postula ha esplicita capacità creativa, pensante e attiva e quindi non può essere interna alla materia (panteismo). Sempre in quei commenti rifiutavi di definirlo affrettatamente “deista”, mentre mi sembra che nel tuo commento a Norberto (poi hai corretto “teista” con “deista”) sia molto più propenso. Insomma, che succede?
Il problema dell’ateismo e’ che e’ un non essere!
Non ha basi di pensiero comuni (dico tra ateo e ateo), di per se stesso e’ disgregante se non si appoggia ad un “pensiero forte”.
Cioe’ la societa’ atea e’ una societa’ disgregata, quello che succede nell’UAAR e’ il segno di cio’ che sta accadendo alla societa’ italiana di oggi.
Quello che per i cristiani e’ “comunione” in senso stretto, cioe’ di ideali e senso della vita non esiste nell’ateismo, se non si basa l’ateismo su una ideologia ben precisa.
Cari ragazzi mi pare che qui si rischia di perdere la Trebisonda. Tutto il rispetto per il signor Grippa, per carità, ma anche dal suo intervento qui è evidente che egli ha delle posizioni che noi non possiamo condividere in nessun modo. Appare infatti chiaro come egli pur se non nel metodo, quantomeno nel merito condivide molte delle idee e battaglie della UAAR che invece noi non possiamo non deprecare. Per noi il signor Grippa è solo un segno della debolezza della UAAR, e questo ci fa piacere, ma pur portando a lui il massimo rispetto, ciò non significa che si possano stringere alleanze così eterogenee.
E’ la prima volta che non siamo d’accordo Francesco. Bisogna invece offrire solidarietà invece a chiunque si opponga a questa associazione, non certo cercando un’alleanza forzata e impossibile. Ma, nello spirito de Il Cortile dei Gentili, è opportuno condurre campagne assieme, atei e credenti, ognuno con le proprie idee, contro il fondamentalismo. Il senso del Cortile non è nell’evento di Parigi o di Bologna, ma come sempre fa la Chiesa, è un evento educativo per ognuno di noi, chiamato a fare lo stesso nel suo quotidiano. Quindi credo si possa solidarizzare anche ai non credenti e comunque continuare a criticare le loro iniziative.
A me sembra di capire che il signor Grippa, tra le varie cose, approvi ad esempio il ricorso dell’UAAR alla CEDU sul crocifisso. Non è questo un tema su cui noi possiamo scendere a compromessi. Il signor Grippa non ha particolari contrasti ideologici con la UAAR, ma piuttosto, mi sembra, delle semplici vertenze di tipo amministrativo. Se un ateo mi dice di non trovarsi d’accordo con l’atteggiamento di sberleffo che la UAAR ha verso la religione, allora certamente si può discutere e condividere molto. Ma se uno mi dice che fondamentalmente gli piace quello che la UAAR fa, ma solo non gli piace il modo dei suoi amministatori di gestire le cose, non vedo punti adatti dove poter appigliarsi per iniziare un dialogo.
Ok, bisognerebbe attendere una sua risposta in merito più precisa. Faccio notare che Augusto Barbera, costituzionalista intervenuto a Il cortile dei gentili di Bologna, era anche lui contro il crocifisso nelle aule. Eppure Ravasi lo ha tranquillamente invitato. La psicologa intervenuta al Cortile di Parigi era pienamente favorevole alla laicità francese, eppure eccola lì. E’ bene che si ragioni su queste cose, cominciamo a togliere di mezzo i fondamentalisti e vediamo chi vuole dialogare.
Non è tanto questione di essere pro o contro il crocifisso o altre cose del genere. Il punto è il modo di portare avanti la battaglia. Il crocifisso sta lì perché ha alle spalle una storia, una tradizione, una cultura. Decidere toglierlo o lasciarlo è quindi un fatto che deve essere stabilito gradualmente, dalla storia, dall’evoluzione del pensiero e della cultura. Molti paesi che oggi sono a maggioranza islamica una volta erano cristiani. Tralasciando per il momento i fenomeni di intolleranza religiosa, non mi sognerei comunque di andar là a proporre di mettere il crocifisso nelle aule, giustificandomi dicendo che comunque è un simbolo di pace. In quel paese nessuno lo accetterebbe. E’ una questione culturale che pertanto non può esser decisa nelle aule di tribunale. Questo è l’atteggiamento sbagliato dell’UAAR che impedisce di poter dialogare. Se si abbandona questo atteggiamento allora certo che il dialogo può aver luogo. Non è una questione di idee, ma di atteggiamento (a volte l’atteggiamento può derivare proprio dalle idee, ma in generale non è così). Finora io in questi signori che hanno lasciato l’UAAR non noto niente che mi faccia pensare di poter dialogare con loro. Mi sembra che in fondo restino comunque nello spirito “uaarino” al di là dei contrasti amministrativi. Se poi si scopre che mi sbaglio tanto meglio, ma per ora non ho ancora visto possibili appigli di dialogo nel merito delle specifiche questioni religiose/filosofiche/antropologiche/etiche.
Guarda, sono d’accordissimo. Il fatto che però Grippa venga a lasciare un commento in questa sede l’ho trovato interessante, un’apertura che non va ignorata. Bisogna poi provare che la militanza porti ad iscriversi all’uaar oppure sia l’essere iscritti all’uaar a incitare la militanza. Siamo abituati poi a vedere le persone cambiare, magari anche solo perché si accorgono che i loro avversari non sono poi così terribili come veniva loro detto. Sono aperti e disponibili. Lanciamo la corda, vediamo se qualcuno la raccoglie. No?
Sì sì, d’accordissimo.
E’ solo che quando leggo una frase del genere “spiace molto che persone che come lei si battano per un ideale vengano di punto in bianco censurate e sbattute fuori”, mi viene da mettere le mani avanti.
Alcuni degli ideali degli uaarini io li trovo spaventosi, quindi prendere le difese di uno solo perché si batte per un ideale mi sembra che sia eccessivo. Bisogna vedere per cosa si batte.
Disponibilissimo al dialgo, certo, ma ho visto uno slancio a mio avviso troppo imprudente verso questi signori. Quindi ci ho tenuto a mettere le mani avanti.
Si, ho capito. E’ stato un “lancio di corda” troppo lungo effettivamente, molto emotivo…ci siamo chiariti comunque.
Vorrei segnalare un imbroglio per migliaia di firme nella petizione per le dimissioni di De Mattei.
ho guardato le firme non verificate e in molte pagine ne ho trovato ben 16 (non verificate) su 99 esposte ivi…Per me significa che il 17% delle firme esposte è invalido e falsifica il totale delle firme.
Il fenomeno delle firme false è presente in tutte le pagine con valori percentuali simili.
Per la verità fa un salto in alto nella pagina che contiene la firma Luigi tosti che mi ricorda il famoso giudice non più giudice,portandosi dal 17% al 24%. Coincidenza sulla quale mi riservo di meditare,,,
Ma se dopo dieci giorni le firme non sono state verificate, che ci stanno a fare nell’elenco?
A falsificare il totale per migliaia di firme?
A mettere bufala con bufala?
Il meccanismo delle petizioni è buono, ma deve essere implementato per non lasciare varchi a imboglioncelli e furbetti di tutti i tipi… .
Segnalo anche che il fenomeno delle firme taroccate è in aumento preoccupante, perchè gli ultimi dati esposti da 6664 a 6679 contengono su 15 firme esposte ben 7 firme non verificare, per il 50% di firme “false” sul totale delle firme esposte…
Conclusione, nel migliore dei casi, 5000 firme e forse e non 6700…e ben lontani dopo 15 giorni dall’obbiettivo di 10.000.
Anche se le firme fossero tutte vere quella petizione non avrebbe comunque alcun valore.
Concordo.
Mi ha lasciato di stucco il fatto che il discorso di De Mattei sia stato mutilato pesantemente e manipolato.
Per me ha senso una petizione con un documento oggettivo e incontrovertibile, due relatori uno a favore e uno contro, e il pubblico che vota con un meccanismo affidabile, e un posto dove di battere.
In questo caso non c’era documento, non c’erano le due voci contrapposte (difesa e accusa) e il meccanismo lascia spazi enormi agli abusi. Pare che si possa dare un voto per ogni indirizzo di posta elettronica posseduto.
E comunque dopo 15 giorni sono a 6.000 e rotti, ben lontani dall’obiettivo prefisso di 10.000, al ritmo attuale ci vorrà almeno un altro mese…
La stampa ha annunciato con grande risalto che sono stato denunciato da Legio Mariae per vilipendio della religione. Alcuni commenti precedenti hanno chiosato: oltre il danno anche la beffa. Mi dispiace deludere alcuni di voi ma Legio Mariae, fino ad oggi, si è ben guardata dal proporre la denuncia annunciata nei miei confronti. Spero mantenga la promessa (o la minaccia) e lo faccia presto.
Per i detrattori della mia iniziativa consiglio di leggere la mia lettera di diffida al Vescovo di Ancona e la mia denuncia ai seguenti link: http://dantesvarca.files.wordpress.com/2011/01/denuncia-ostia-procura.pdf http://dantesvarca.files.wordpress.com/2011/01/diffida-menichelli-2.pdf.
Dopo la lettura alcuni, se vogliono, quelli meno seguaci degli insegnamenti di Gesù, posso riproporre gli insulti. Dagli altri aspetto commenti con cognizione di causa.
Evidentemente hanno capito che fosse molto meglio stendere un velo pietoso sopra la sua iniziativa. In fondo sono pur sempre cristiani. Riguardo alla sua ridicola iniziativa abbiamo avuto già modo di commentare, non credo ci sia da dire altro.
Bella di Svarca!!! Ci mancavi! Ma lo sai che stai diventando sempre più ridicolo? Hai già fatto una figuraccia nazionale e insisti con queste scemate? Ma goditi la pensione che la tua setta è già messa male anche senza di te. Ovviamente, cristianamente parlando…
Ma non ti sei ancora ritirato??? Ma sai che non ce ne frega nulla di te e delle tue trovate per ingannare il lunghi momenti vuoti della pensione?
Svarca volevo segnalarti che in via Manzoni c’è un auto in seconda fila…mi sembra che sia quella di Carcano…gliela fai un bella multina oppure giochi la carta “omertà”?
Credo che Legio Marae abbia solo avuto pietà per te. Credo anche che il vescovo abbia ben altro a cui pensare che stare dietro alle ragazzate di un vecchio bambino.
Credo che quest’articolo http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/X42/X42AN.pdf ti abbia decretato “asino dell’anno 2010″….ma ripigliati!!!
Ho 16 anni e mi chiedono di avere rispetto per adulti e vecchi….ce la farò secondo voi?
Signor Svarca, ho letto le sue lettere. Nella diffida c’è un errore: lo storico si chiama Pietro Redondi, non Ridondi. Inoltre la informo che la tesi di Redondi, proposta ormai più di vent’anni fa, non è stata accettata da altri storici. Era una linea di ricerca interessante, ma non ha dato frutti. Si legga la storiografia più recente. Inoltre a proposito di quello che lei scrive, che la Compagnia di Gesù sarebbe stata in prima linea contro l’atomismo, la informo che la prima moderna teoria atomica, interamente fondata sulla meccanica newtoniana, è stata formulata dal padre gesuita Ruder (Ruggiero) Boscovich, uno degli scienziati più stimati dell’epoca in tutta Europa. Cerchi di studiare la prossima volta, così eviterà altri svarioni.